La Milizia dell’Immacolata delle Marche ha organizzato un week-end di spiritualità in questo periodo quaresimale, un tempo forte del nostro cammino cristiano, un tempo di conversione nel quale possiamo guardarci dentro per vedere la nostra autenticità nella sequela di Gesù … ma un tempo in cui possiamo incontrare la Misericordia del Padre attraverso Gesù e la guida della nostra Mamma Celeste.
Nel nostro week-end di spiritualità siamo stati guidati da p. Mauro Valentini Assistente Provinciale e regionale della M.I. delle Marche e da Emanuela Sponda Missionaria dell’Immacolata – PK, entrambi ci hanno suggerito di riflettere sul tema “Evangelizzare in comunione”.
I nostri gruppi hanno dato una buona risposta alla proposta di trascorrere insieme due giorni di intensa contemplazione in preghiera e fraternità.

In tutto hanno partecipato 17 persone all’intero week – end spirituale, 45 persone che hanno partecipato sia all’intera giornata di Sabato che alla giornata di Domenica.
Sabato 10 Marzo ci siamo ritrovati nella Casa di spiritualità di San Giovanni Bosco dove abbiamo partecipato alla S. Messa presieduta da p. Mauro Valentini. Nella Liturgia odierna abbiamo letto una pagina presa dal Libro di Osea, nel quale il profeta ci ricorda che Dio ci esorta a ritornare a Lui. Oggi, noi siamo qui per tornare al Signore nel nostro cuore.
Il nostro Assistente Regionale sottolinea l’importanza di conoscere Dio perché non possiamo parlare di chi o di cosa non conosciamo. L’uomo tende a parlare di ciò che fa esperienza, in quanto attraverso di essa può fare propria una conoscenza che è stata solo intellettiva.
Amare e conoscere sono due aspetti inscindibili.
Noi che siamo qui chiediamoci “Cosa posso offrire al Signore?”
Posso offrire il mio amore e la preghiera del mio cuore.
Riprendendo il Vangelo odierno tratto da Luca cap.18, 9-14 chiediamoci “La nostra preghiera è quella del pubblicano o del fariseo?”
Noi nel nostro cuore siamo un po’ tutte due, ma la preghiera amata da Dio è quella umile … sincera … nella quale chiediamo a Lui “fammi essere come tu mi vuoi”.
La preghiera del cuore è portatrice di infinite grazie, ma il nostro cuore deve essere aperto per poterle accogliere … dobbiamo avere un cuore come quello di Maria, il nostro parametro di riferimento nella vita cristiana.
Come possiamo capire se siamo vicini a Lei?
Nel modo in cui ci apriamo al servizio, come dice Gesù, quando siamo capaci di “lavare” i piedi dei nostri fratelli … dal modo in cui ci amiamo gli uni e gli altri riconosceranno che siamo suoi discepoli.
Terminata la Celebrazione Eucaristica, dopo la pausa pranzo, ci siamo ritrovati nel salone conferenze per ascoltare una catechesi di p. Mauro Valentini.
Egli apre la sua relazione leggendoci una lettera di San Massimiliano Maria Kolbe la n. 962 dedicata agli esercizi spirituali. In essa Padre Kolbe ci ricorda che siamo chiamati, almeno una volta all’anno, a rivedere la nostra “casa”… il nostro cuore attraverso gli esercizi spirituali.
L’uomo attraverso il ritiro spirituale vive e lavora nel silenzio … nel raccoglimento entrando nella profondità del suo cuore.
Oggi cerchiamo di approfondire il tema guida dell’anno sociale che viviamo, ovvero, Evangelizzare in comunione.
Che cosa vuol dire evangelizzare?
Secondo il Nuovo Testamento significa annunciare la buona notizia, mentre per i cristiani odierni vuol dire testimoniare una trasformazione che sta avvenendo all’interno di se stessi … cambiamento che è stato permesso dalla resurrezione di Cristo.
Gli evangelizzatori, in una società come questa, sono chiamati a proporre la fede, in quanto essa non c’è … le persone vagano nel non senso. Per esempio, noi dobbiamo spiegare che cos’è il Battesimo perché neanche gli adulti sanno qual è il suo significato. Esso è il segno efficace della presenza di Dio, ma per arrivare a questa consapevolezza ci sono alcuni passi da fare:
– Conoscere;
– Partecipare;
– Diventare;
– Sperare di giungere alla méta.
Il cristiano deve annunciare con la parola rendendola credibile con la vita … con il suo operato. Egli è chiamato a dare ragione della speranza che alberga dentro il suo cuore e lo Spirito santo lo guiderà suggerendogli le parole da pronunciare e le azioni da compiere.
I nostri gesti e le nostre parole rendono credibili l’evangelizzazione che facciamo.
Il termine evangelizzare in comunione rimanda all’Eucarestia, la quale ha posto le fondamenta della Chiesa, nello stesso tempo quest’ultima è il luogo nel quale noi facciamo esperienza del Dio vivente … di Cristo in mezzo a noi … in comunione.
La comunità cristiana per crescere ha bisogno di vivere la Parola di Dio.
La fede è il dono più bello che noi possiamo fare all’altro che incontriamo sul nostro cammino, ma per questo dobbiamo essere perseveranti nella preghiera … nella comunione.
La relazione con i nostri fratelli deve essere vera … profonda e non virtuale. L’Eucaristia vissuta quotidianamente e la perseveranza nella preghiera ci consente di nutrire la comunione con i fratelli … di rafforzare la relazione che abbiamo con loro e con Dio.
Allora chiediamoci “ La nostra fede com’è? Illumina l’ambiente nel quale evangelizziamo? Ogni comunità cristiana deve porsi il problema della credibilità , la quale è determinata da vari aspetti:
– Unità;
– Coerenza;
– Gratuità;
– Povertà di spirito.
Come comunità cristiana siamo guardati dagli altri? In altre parole, irradiamo l’altro con la nostra luce a tal punto da attrarlo verso di noi … a conoscerci?
La comunità è la prima forma di missione … noi dobbiamo passare dalla missione comune per giungere alla missione in comunione.
Nell’evangelizzazione ci sono due tipi di annunci:
1) Annuncio della parola (Matteo cap. 28, 1-10);
2) Annuncio di comunione (Giovanni cap. 17, 21).

Il problema è che noi dobbiamo farci guidare sempre dallo Spirito Santo, il quale è creativo.
Il cristiano è chiamato a trovare un equilibrio tra il fare e l’essere. Egli è chiamato a tre realtà:
– Spiritualità;
– Apostolato,
– Comunione.
Tutte sono fondamentali per divenire evangelizzatori.
La nostra comunità deve essere un luogo di un’evangelizzazione in comunione attraverso la quale dare una testimonianza viva … deve essere luogo per:
– Conoscersi;
– Incontrarsi;
– Stimarsi.
Nell’Evangelii Gaudium Papa Francesco pone l’accento sul bene, il quale tende sempre ad espandersi … ad essere comunicato. L’esperienza del bene ci rende liberi e, se siamo liberi, accresce in noi la sensibilità verso la debolezza dell’altro.
La nostra vita si rafforza se la doniamo, mentre si indebolisce con l’accidia spirituale.
Papa Francesco afferma che il cristiano deve avere un viso gioioso perché per primo ha sperimentato l’amore di Cristo, solo così la sua testimonianza risulterà credibile.
Maria non solo è il nostro modello … è anche la nostra Madre dell’evangelizzazione … Lei sta sempre in mezzo al suo popolo … si è radunata con tutti nel Cenacolo per ricevere il dono dello Spirito Santo … senza di Lei non possiamo comprendere la nuova evangelizzazione.
Il milite oggi dovrebbe chiedersi “ Qual è la battaglia che oggi sono chiamato a vincere?”
Maria si è fatta guidare dallo Spirito Santo nel corso del suo servizio cristiano … senza seguire il Suo modello di vita in servizio per l’altro non potremmo mai divenire veri evangelizzatori. Ogni volta che volgiamo lo sguardo su di Lei, riscopriamo la bellezza della Sua tenerezza e dell’umiltà, non solo, ma anche della Sua fermezza nell’essere discepola del Figlio.
In una società come la nostra ricca di proposte, di varie correnti di pensiero, non è più sufficiente partecipare alla S. Messa abbiamo bisogno di una continua formazione per avere la capacità di discernere tra ciò che è di Dio e ciò che non appartiene a Lui. Oggi c’è una grande fame di Dio, la quale spesso ci conduce a cercarlo là dove non è realmente presente. Egli si trova dove c’è gioia e comunione, non dove ci sono sensazionalismi.
Allora domandiamoci “Per che cosa combattiamo?”
Per il Regno dei Cieli, per questo preghiamo Maria che ci aiuti a costruire una vera comunione … una Chiesa per tutti.
Terminata la relazione argomentata da p. Mauro Valentini, ci siamo riuniti tutti in Cappella per vivere un forte momento di spiritualità in comunione.
Dopo la pausa cena, ci siamo divisi in tre gruppi di animazione per mettere a frutto la riflessione che abbiamo fatto sulla base delle parole di p. Mauro Valentini:

– Gruppo celeste: deve costruire una poesia;
– Gruppo verde: deve creare una canzone;
– Gruppo bianco: deve mettere in scena una rappresentazione.

Nella giornata di Domenica 11 Marzo ci siamo ritrovati nella Cappella per recitare le Lodi mattutine guidate da p. Mauro Valentini, a seguire ci siamo trasferiti nella sala conferenze per riprendere i lavori.
Interviene p. Mauro Valentini il quale fa un sunto della giornata di ieri sottolineando l’associazione tra amore e conoscenza, elementi essenziali per poter fare un cammino verso il ritorno, con il cuore, a Dio.
Il Signore ci chiede di essere suoi testimoni nel mondo … siamo chiamati a portare il Suo amore all’altro.
Il nostro Assistente Regionale ci chiede che cosa ci ha creato le sue parole nel cuore … la riflessione sulle stesse che cosa hanno dato vita nella nostra mente e nella nostra “casa” interiore.
Noi cristiani siamo chiamati ad uscire … ad andare in missione per portare Cristo con gioia. Perché con gioia? Perché per primi abbiamo sperimentato l’amore del Signore nella nostra vita, ma non possiamo andare verso l’altro da soli, con le nostre proprie forze, bensì dobbiamo chiedere a Gesù di donarci il suo Santo Spirito che ci guida e ci dà forza. Il profeta Isaia asseriva che “ con il Signore l’uomo cammina con le ali ai piedi”.
Si apre lo scambio di risonanze all’interno dell’assemblea.
Interviene la milite Apollonia di Filottrano, la quale racconta una sua esperienza di vita, nella quale si è affidata allo Spirito Santo e ha sperimentato l’efficacia dell’osare. P. Mauro Valentini sottolinea l’importanza di vagliare con discernimento le proposte che vogliamo attuare, per esempio con il nostro Consiglio se ciò accade all’interno dei nostri gruppi M.I. Siamo chiamati a presentare e chiedere con umiltà.
Prende la parola Cristina Bonifazi Vicepresidente del gruppo M.I. di Osimo, la quale esprime la sua fatica nell’aderire a questo week-end, ma vivendolo si è resa conto che per lei è stato una ricchezza che le ha dato uno slancio a continuare nonostante le difficoltà.
Mario Borioni milite di San Severino Marche afferma che Maria comprende tutte le nostre pene, ci legge un pensiero di S. Agostino nel quale comprendiamo che Lei ci accompagnerà sempre fino al cospetto di Cristo.
Pina Carbini milite di Montemarciano asserisce che questi momenti ci richiedono tempo e sacrifici, ma se fatti in comunione portano con sé una crescita che è sempre in cammino.
P. Mauro Valentini asserisce che l’evangelizzatore è un comunicatore della propria esperienza, la quale va vissuta in comunione prima con se stessi poi con i fratelli, se noi siamo riconciliati con noi stessi possiamo essere riconcilianti … se siamo amati saremo amanti.
Interviene Adriano Cecconi Consigliere Regionale ,il quale racconta che dona sempre tante Medaglie Miracolose, tutti le accettano eccetto i militi, questa cosa lo fa restare basiti.
P. Mauro Valentini sottolinea che la Medaglia non la rifiuta nessuno perché nessuno rifiuta la mamma, nemmeno se appartiene ad altra religione.
Egli sostiene che l’evangelizzatore deve testimoniare con la gioia nel cuore e negli occhi perché per primo ha sperimentato l’amore di Cristo.
Terminato il confronto inizia la presentazione dei lavori dei gruppi.
In conclusione, p. Mauro Valentini sottolinea la bellezza dell’umorismo e dell’allegria che abbiamo vissuto tra noi e che siamo chiamati a portare al prossimo.
Il Presidente Regionale informa i presenti dei prossimi impegni organizzati dal centro regionale:
– 8 Aprile Formazione Regionale tenuta da p. Raffaele Di Muro che si terrà a Loreto;
– 22 Aprile incontro di Formazione per i formatori;
– 28-29 Aprile Cento anni dall’Ordinazione Sacerdotale di San Massimiliano Maria Kolbe a Roma.
Alle 12.00 ci siamo spostati nella Cappella per assistere alla Celebrazione Eucaristica presieduta da p. Mauro Valentini, durante la quale egli sottolinea come la liturgia odierna mette a confronto la logica di Dio con la logica umana. Notiamo nelle letture come i capi della Giudea si fossero pervertiti rispetto alla legge divina. Perché? Perché essi vivevano bene e quando l’uomo sta bene spesso si dimentica di Dio … se ne allontana.
Nel corso della storia umana possiamo vedere che, se l’uomo si distacca da Dio, Lui non lo abbandona, anzi per recuperarlo invia i suoi profeti … i sacerdoti … i militi. L’essere umano sperimenta che allontanandosi dal Signore, nella sua vita si avvicina il nemico, il quale lo distanzia dalla patria portandolo in esilio … ma anche in esilio Dio non lo lascia solo servendosi di persone inimmaginabili … persone che magari erano lontane dalla fede, ma sperimentato l’amore del Padre nella loro vita ne sono diventati dei testimoni.
Noi tutti siamo chiamati ad essere luce per gli altri e se lo siamo è solo merito di come lo Spirito di Dio ha operato in noi. L’uomo è stato create per le opere buone, ma l’opera più buona l’ha compiuta Dio quando ci ha donato suo Figlio per redimerci.
La logica di Dio è quella di donare la vita del Figlio suo unigenito per la salvezza dell’umanità.
Noi dobbiamo guardare alla Croce con fede perché solo così saremo benedetti dal Padre, chi la guarderà senza fede sarà maledetto. La Croce è il parametro dell’amore … l’amore si misura con il dolore … senza dolore ci illudiamo di amare probabilmente è solo amor proprio.
Gesù è venuto al mondo per salvare l’umanità attraverso l’amore … solo chi ama veramente saprà giudicare in modo giusto ed obiettivo. Egli è venuto per portare la luce nel mondo e non le tenebre … se non c’è luce non ci può essere vita.
Il Signore ci chiama ad essere luce superando i nostri limiti e fragilità, questa è la logica di Dio. Infatti, Cristo dà luce alla nostra fragilità perché possiamo rifletterla nel mondo, mettendo in evidenza la parte buona di noi per mezzo delle opere che compiremo attraverso di Lui … al Suo amore per noi.
P. Mauro Valentini ci ricorda che la fede non è la ricerca del sensazionalismo, bensì è rivolgere continuamente lo sguardo verso la Croce, la quale è la nostra àncora di salvezza. Il cristiano senza la Croce non può dirsi tale.

Buon cammino a tutti in comunione con Maria!

Segretaria Regionale
Simona Sampaolesi

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