La Milizia dell’Immacolata delle Marche ha organizzato un week-end di spiritualità in questo periodo quaresimale, un tempo forte del nostro cammino cristiano, un tempo di conversione nel quale possiamo guardarci dentro per vedere la nostra autenticità nella sequela di Gesù … ma un tempo in cui possiamo incontrare la Misericordia del Padre attraverso Gesù e la guida della nostra Mamma Celeste, per riscoprire la gioia dell’essere cristiani.

Questo momento è stato fortemente voluto dal nostro compianto Assistente Regionale p. Sergiu Chelaru, proprio perché credeva molto la forza della comunione e dell’unità dei militi.

Nel nostro week-end di spiritualità siamo stati guidati dalla Missionaria dell’Immacolata PK di Bologna Angela Esposito, per approfondire il tema del nostro anno sociale: “Con San Massimiliano per una Chiesa di comunione, partecipazione e missione”.

I nostri gruppi non hanno dato una buona risposta alla proposta di trascorrere insieme due giorni, molti di essi hanno preferito vivere una giornata singola, piuttosto che l’intero weekend.

In tutto hanno partecipato circa 40 persone.

Nella mattinata di Sabato 25 Febbraio ci siamo riuniti in un momento di preghiera, dopo di che il Presidente Regionale Giovanni Gentilini presenta le attività che svolgeremo nel corso delle due giornate, sottolineando l’importanza di viverle in modo completo, con l’intento di costruire tra di noi la comunione e l’unità. Egli rassicura i presenti asserendo che la nostra regione, aldilà delle difficoltà presenti, non va male, ma esistono degli aspetti che vanno corretti riscoprendo il nostro carisma kolbiano e mariano.

Prende la parola Angela Esposito Missionaria dell’Immacolata PK di Bologna, la quale in tre termini delinea l’argomento del nostro incontro:

  • Comunione;
  • Partecipazione;
  • Missione.

Ella ci ricorda che la Milizia dell’Immacolata è un movimento e come tale è intrinseco in essa la dinamicità, inoltre è un’Associazione Pubblica ed Internazionale. Il nostro compito però è quello di recuperare l’aspetto della dinamicità.

Il primo aspetto da approfondire è la comunione senza la quale non possiamo parlare di missione. Tutto questo ci ricorda la finalità del Sinodo, di questo cammino unitario all’interno della Chiesa. Ma prima di tutto, prima ancora della comunione c’è un altro aspetto da coltivare come cristiani: l’Ascolto.

Se pensiamo all’Antico Testamento, Dio prima ancora di elencare i suoi comandamenti disse a Mosè “Ascolta Israele … “. Il mondo odierno ha derubato all’uomo proprio l’ascolto … il silenzio che ci dispone allo stesso.

Lo stesso nostro amato Papa Francesco asserisce che tutte queste parole racchiudono le immagini della sinodalità, la quale è la base della Chiesa del futuro.

Adesso, noi, siamo entrati nel cammino quaresimale, il quale è un tempo di grazia, nella misura in cui riusciamo a metterci in ascolto di Gesù. Lui ci parla attraverso noi stessi … i nostri pensieri, le nostre azioni … in fondo attraverso l’Eucarestia Gesù entra in noi, il suo sangue scorre con il nostro, trasformandoci. E’ importante ricordarci e riflettere su tutto questo, per comprendere veramente il grande mistero al quale ci avviciniamo ogni volta che viviamo l’Eucarestia.

Prendendo in esame Padre Kolbe, Angela ci informa che egli fu un discepolo di S. Teresina di Bambin Gesù e, attraverso di lei, di Giovanni della Croce. Il nostro fondatore ha acquisito proprio da quest’ultimo la frase “Solo l’Amore crea”, frase che poi ha incarnato nella sua stessa vita, donandola all’altro. Anche il lasciarsi condurre da Maria lo ha appreso da Giovanni della Croce, attualizzandolo e incarnandolo con la vita … divenendo un esempio cristiano.

Noi militi dovremmo conoscere S. Massimiliano Kolbe per poi attualizzarlo nella vita, nella quotidianità e nella relazione con l’altro. Egli è un grande mistico, ma va conosciuto perché se non lo conosciamo non possiamo amarlo e seguire i suoi passi.

Tutti noi siamo chiamati a conoscere le 4 costituzioni del Concilio Vaticano II (1962-1965):

  • Sacrosanctum concilium;
  • Lumen Gentium;
  • Dei Verbum;
  • Gaudium et spes.

Maria è stata analizzata ed inserita nell’VIII capitolo della Lumen Gentium, mentre nella Dei Verbum si parla della Parola di Dio, la quale se viene ascoltata Egli viene a noi, in caso contrario non possiamo conoscere neanche il Figlio suo Gesù Cristo.

Negli Scritti Padre Kolbe faceva spesso dei riferimenti alla Parola di Dio, per esempio, nello Scritto 1071 mette in evidenza il brano di Giovanni della vite e dei tralci (Gv 15,1-8), nel quale ci viene detto che se non stiamo legati a Gesù non possiamo portare frutti … Lui è la nostra fonte di vera vita.

San Massimiliano Kolbe è l’uomo della Parola!

Se prendiamo il Capitolo 10 del Vangelo di Luca possiamo estrapolare tre aspetti:

  1. Il primo gruppo di discepoli di Cristo è formato da uomini e donne, quindi è un gruppo che possiamo definire aperto;
  2. Le figure di Marta e Maria, dove quest’ultima chiede a Gesù “Dille che mi aiuti” riferendosi a Marta. Qui ci fa comprendere che il bene non può essere imposto, nasce dal cuore. Siamo chiamati a recuperare il cuore nel servizio che svolgiamo, l’aspetto femminile dello stesso, ovvero, la pazienza, la tenerezza. Dobbiamo formarci per imparare ad ascoltare e, la prima formazione, avviene attraverso la Parola di Dio.
  3. Abbiamo bisogno di corresponsabilità, ovvero, abbiamo dei doni che vanno condivisi con gli altri, noi siamo responsabili dei nostri doni e del mondo in cui ne facciamo uso, non quello degli altri.

Nell’apostolicam actuositatem la Chiesa dà un maggiore spazio ai laici. Come devono essere questi laici? La Chiesa ci vuole corresponsabili e non semplici collaboratori, per questo è importante formarsi. Infatti la collaborazione comporta la presenza di colui che pensa e poi una serie di persone che mettono in atto, mentre la corresponsabilità richiede l’unità e la condivisione ad ogni livello.

Il Concilio Vaticano II ha sostituito la modalità piramidale, in modalità circolare. Ma Papa Francesco ha attuato una trasformazione ulteriore in una modalità a poliedro dove ognuno entra ne cerchio portando i propri doni.

La responsabilità/corresponsabilità va vissuta insieme alla comunione perché siamo fatti ad immagine di Dio. Egli ci ha creati all’interno di una relazione.

In questa dimensione è chiaro che Padre Kolbe diviene l’uomo dono perché è l’uomo che vive per l’altro. Egli imparò la carità, spezzò la sua vita per amore degli altri, si offre in dono per salvare la vita di un altro uomo. Gesù attraverso l’Eucarestia scorre nel sangue dell’uomo e questo lo fa vivere solo se attua i suoi insegnamenti. Il male non lo tocca dentro, lo lascia libero.

Gesù scelse tra i 12 persone litigiose tra loro, ma camminando insieme rese il loro operato fruttuoso. Padre Kolbe ci insegna che non dobbiamo cambiare l’ambiente che ci circonda, bensì noi stessi.

Paolo VI definì Kolbe un testimone di gioia: Santa Teresina del Bambin Gesù, San Francesco e Padre Kolbe sono testimoni della gioia perché hanno attraversato la sofferenza con la speranza nel cuore. Il nostro mondo necessita di profezia, speranza e gioia.

 

Nel pomeriggio abbiamo approfondito la tematica: San Massimiliano Kolbe tessitore della fraternità.

Come abbiamo già detto precedentemente, se viviamo nella comunione siamo già in missione. Padre Kolbe visse tutta la vita tessendo delle relazioni. Egli già nella famiglia visse sempre in relazione, per esempio con il fratello Alfonso che gli diede molte preoccupazioni, il loro rapporto era caratterizzato anche da litigi, ma tutto avveniva nel rispetto l’uno dell’altro. Egli ha sempre perseguito la fraternità, non ha mai fatto nulla da solo.

San Massimiliano Kolbe aveva un cuore pieno di tenerezza che lo spingeva come una madre a prendersi cura dell’altro, ma in esso era presente lo spirito di protezione proprio di un padre. Egli ha sempre lavorato per la dignità dell’uomo, prima c’è la persona, poi come questa può essere funzionale nel raggiungimento di obiettivi condivisi nella comunità.

Padre Kolbe era molto attento ai malati, tanto che possiamo distinguere 3 rami di apostolato:

  • Preghiera;
  • Missione;
  • Sofferenza.

La via maestra sta nel prendersi cura dell’altro, cura della persona nel corso del ciclo della vita.

Kolbe fu calunniato nel corso del suo apostolato, ma ha risposto alla calunnia con l’amore perché considerava i nemici dei fratelli. Lui lavora non per, ma con i fratelli.

I fratelli di Padre Kolbe ci sono i tedeschi e il dottor Buck. L’ultima Ave Maria è per il dottor Buck che lo stava togliendo dal palcoscenico della vita. Siamo chiamati, come militi, a guardare il volto interiore di Kolbe piuttosto che le sue opere.

Egli diceva sempre di non dimenticarci dell’amore… ha cercato sempre di diventare Maria … di uniformarsi a Lei in ogni aspetto. Noi militi siamo chiamati ad imitare totalmente Maria, a consegnarci a Lei per arrivare a Gesù, crescendo così in grazia, sapienza ed età.

 

Domenica 26 Febbraio ci siamo riuniti per recitare una preghiera salmica, ovvero, meditando il Salmo 8 scritto da Davide per lodare la magnificenza di Dio.

Angela Esposito attraverso le parole di Don Tonino Bello ci dà dei suggerimenti per vivere il cammino quaresimale: “ non rinunciare, ma moltiplica … rendi bella la tua vita … accorgiamoci del bello che c’è in noi. Moltiplica il tempo da donare agli amici … al silenzio … agli atti d’amore. La Quaresima è il tempo della bellezza … è il cuore che canta.”

Ogni generazione è chiamata ad aggiungere qualcosa alla generazione futura. Non aspettiamoci nulla da chi sta sopra di noi, partiamo da noi stessi, da quello che possiamo fare.

La Missionaria Angela ci rende partecipi di una sua piccola creazione il Decalogo del milite, costituito da 5 passi spirituali e 5 apostolici. In dettaglio:

  1. Vive alla sequela di Gesù e da Maria impara Gesù;
  2. Legge, medita e si nutre della Parola di Dio;
  3. Si siede alle 3 mense: Parola, Eucarestia e carta fraterna;
  4. Ama la Chiesa e condivide la vita della gente;
  5. Si dona totalmente a Maria e come la genera Gesù nel mondo;
  6. Agisce sempre nel nome di Gesù;
  7. Lavora in comunione e collaborazione fraterna;
  8. Racconta il Vangelo con amore e tenerezza;
  9. Usa i mezzi più moderni della comunicazione,
  10. È missionario dell’amore e della misericordia in ogni periferia del mondo.

Noi cristiani dobbiamo ricordarci che siamo fatti ad immagine di Dio, ma non a somiglianza, in quanto quest’ultima si raggiunge attraverso un cammino di fede.

Angela ci parla delle donne della Bibbia, in particolare fa un breve confronto tra Eva e Maria. La prima nell’Eden parlò con il serpente e il contenuto del discorso erano le cose, mentre Maria parlò con l’Angelo e il contenuto del loro discorso era centrato sulla persona. Quando si parla delle cose si entra nel concetto del possesso, del domino, mentre quando si parla della persona si entra nella relazione.

Nella Chiesa esistono due correnti:

  1. Ascensionale: l’uomo desidera arrivare a Dio attraverso la preghiera, la penitenza, il digiuno, quindi al centro di tutto c’è l’Io che si vuole salvare. Ma poi arriva Gesù che ci redime e ci fa scoprire la relazione con il Padre.
  2. Discensionale: qui è Dio che scende da noi per salvarci. Attraverso Maria Dio si incarna e poi si apre agli altri. In questa ottica noi siamo già salvi, dobbiamo solo accogliere questa grazia.

Infine, abbiamo preso visione del film “Controcorrente”, nel quale Padre Kolbe ci insegna ad abbandonarci all’immacolata, la piena di grazia, imparando a lasciarci condurre da Lei con fede… in ogni situazione, senza affannarci e preoccuparci.

Padre Kolbe ci lascia in eredità la Milizia dell’Immacolata ricordandoci che essa è un’opera di Maria e sarà Lei a portarla avanti secondo la sua volontà, noi siamo solo chiamati ad accogliere la sua chiamata con il nostro SI, al resto penserà tutto Lei ci guiderà … ci sosterrà ,,, ci proteggerà dai nemici e ribelli … non abbiamo paura nel portare avanti questa bellissima missione alla quale siamo stati chiamati.

 

Buon cammino a tutti sotto la protezione dell’Immacolata.

 

 

Segretaria Regionale

Simona Sampaolesi

 

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