Il Centro Nazionale della MI ha organizzato un corso di formazione sulla famiglia c/o il Seraphicum di Roma il 6-7-8 Febbraio 2015.

Venerdì 6 febbraio 2015 sono arrivati i diversi gruppi MI presenti in Italia, dopo l’accoglienza e la cena,ci siamo riuniti nella Cappella S. Antonio, per recitare il Santo Rosario.

Sabato 7 febbraio, alla mattina abbiamo recitato le Lodi Mattutine e partecipato alla S. Messa presieduta da P. Raffaele Di Muro. In seguito, ci siamo riuniti nella sala riunioni dove la Presidente Nazionale Anna Dessì ci ha salutati e ha presentato i gruppi MI partecipanti alla formazione. Inoltre, del Consiglio Nazionale sono presenti i Consiglieri Margherita Perchinelli, Diego Torre e Diego Volpe.

Quest’ultimo introduce i lavori spiegando che il percorso partirà con una visione filosofica e sociologica della famiglia, per poi continuare con una lettura della stessa, a livello biblico e cristiano. La riflessione di stamane, attinge i suoi contenuti nel saggio “ Convivenza, matrimonio e divorzio” pubblicato in una rivista scientifica.

I lavori hanno inizio alle ore 9.30 con la relazione del Dott. Giuseppe Manzato dal titolo “ Lettura della situazione attuale della famiglia con relazione sociologica”.Il Dott. Manzato introduce la sua relazione precisando che, i sociologi sono attenti ai mutamenti che avvengono nelle società oggetto di studio, cercando di spiegare gli stessi senza dare giudizi di valore, cioè senza dire se ciò che avviene è bene o male. Il nostro mondo si sta trasformando repentinamente e questo ci rende consapevoli che il cambiamento che stiamo vivendo è un FATTO. Importante è chiedersi “ Questo mutamento a cosa è dovuto?”. Negli anni dell’Illuminismo, gli studiosi dicevano che “noi siamo ciò che saremo”, quindi si cammina verso il progresso. In tale cammino non si accetta la parola conservatore, in quanto è un termine che richiama subito una connotazione negativa. Il progresso è buono, la conservazione è negativa, nefasta. Tra gli illuministi del nostro tempo possiamo citare il Dott. Veronesi, il quale asserisce che Dio non esiste perché c’è il reparto di pediatria oncologica, per cui la scienza è l’unico sapere. Ma il Dott. Manzato è della convinzione che la scienza non è Dio, se la scienza fosse Dio il reparto oncologico non esisterebbe.

Il problema del nostro tempo è quello di aver abbandonato la MEMORIA. Non si può vivere senza memoria. Il principio fondamentale che è al di sopra di tutto è il principio della vita, il quale è determinato da due fattori:

–          il passato;

–          il futuro.

Una ragazza ebrea, Simone Veine scrisse il libro “ La prima radice”, nel quale rivela che il male più oscuro che intacca l’uomo è lo sradicamento.

Noi abbiamo tre momenti essenziali nella storia delle generazioni:

–          il presente del passato che si chiama MEMORIA;

–          il presente del presente che si chiama INTUIZIONE;

–          il presente del futuro che si chiama ATTESA.

 

La memoria ci consente di dare un senso e un significato al tempo che passa e questo, a sua volta, consente un legame tra le generazioni, un’integrazione plastica delle stesse. Papa Benedetto XVI afferma che il male del nostro tempo è il relativismo assoluto, il quale conduce ad una confusione totale. Invece, Papa Francesco ci dice che dobbiamo avere memoria del primo amore per andare verso il futuro.

La società del Novecento si è affidata a studiosi come Nice e Schopenauer, i quali sostengono che la realtà non è oggettiva, ma interpretabile ed ogni interpretazione è valida. La filosofia del Novecento affermando questo fa saltare ogni dimensione di valore, perché se ogni interpretazione è valida tutto è lecito, tutto va bene, niente è oggettivo. Se non c’è oggettività anche il matrimonio, la sessualità, la relazione tra uomo e donna va a declinare. Tutto questo mette in dubbio una verità fondamentale la FAMIGLIA, la quale è il principio cardine della natura ed è nato prima di tutto, dello stato, del diritto e del mercato. L’art. 29 della Costituzione dice che la famiglia è un ente naturale e l’art. 16 che va tutelata e protetta. Siamo chiamati a proteggerla da tutto ciò che la sta minando come il diritto all’aborto, il riconoscimento di coppie gay come famiglia. Le persone non vanno discriminate né per razza né per gusti sessuali, ma non dobbiamo considerare naturale, in modo legale, ciò che non lo è. Prendiamo l’aborto:perché ora è un diritto? Le persone hanno detto che le motivazioni di questa scelta sono tante, ad esempio quando un figlio è frutto dello stupro, quando è minata la salute della mamma o quando il figlio è malato. La verità è un’altra, oggi un figlio non è più un dono di Dio, ma un costo che va calcolato.

La nostra cultura è molto pericolosa.

San Giovanni Paolo II diceva che il futuro del cristianesimo non sarà l’Europa. Nel nostro tempo si è dimenticata la FATICA che Gesù ha fatto per santificare il proprio corpo. Oggi ci sono tante religioni, ma c’è un solo Dio che si è fatto uomo per darci una speranza, sta a noi prenderla o lasciarla.

 

DIBATTITO

I gruppi MI hanno iniziato ha chiedere al Dott. G. Manzato alcuni approfondimenti e chiarimenti:

 

  • Puglia: la signora Grazia vuole avere delle delucidazioni sulla teoria dei Gender.

Il Dott. Manzato sostiene che questa teoria ha origini protestanti e si sviluppa da due filoni:

–          Liberale;

–          Marxista, la quale vuole l’abbattimento delle sovrastrutture culturali.

 

Lo stesso Papa Benedetto XVII diceva che, la teoria socialista, parte dal presupposto che, risolti i problemi economici l’uomo è felice. L’etica del Gender si fonda sulla teoria dell’io e le sue voglie, la quale focalizza l’attenzione sul sentito, ovvero, l’uomo deve fare ciò che sente , per cui tutto è valido, ognuno è ciò che si sente. Benedetto XVI parla della cosificazione dell’uomo, cioè l’uomo diventa l’oggetto del soddisfacimento dei bisogni dell’altro. La maternità, le relazioni si appoggiano sul verbo SARANNO che implica un senza fine, ma oggi il “per sempre” è declinato. Il “per sempre” ci riempie di vita eterna, unisce il cielo con la terra. Basti pensare al simbolo dell’anello: esso è un cerchio che unisce il finito con l’infinito, contiene un messaggio legato al cuore, sede dei sentimenti, un sentimento che va ricordato e mantenuto nel tempo. L’anello è il simbolo dell’indissolubilità del matrimonio. I rapporti gender non sono scritti in natura, per questo non vanno legalizzati; le persone che vogliono questo tipo di relazione vanno rispettate, ma non deve passare per vie legali perché non sono scritti in natura.

 

  • Sicilia: La signora Nuccia chiede: “ A chi serve portare al degrado la società?”

Secondo il Dott. Manzato serve alle persone incuranti della memoria e che segue solo le sue“voglie”; giova anche a noi che seguiamo la filosofia del “qui ed ora”, solo per soddisfare i nostri bisogni egoistici. L’egoismo porta ad una libertà che annienta quella dell’altro fino al punto di non aver più rispetto di nessuno.

Il Consigliere Nazionale Diego Torre precisa che, di fronte a questa realtà,noi militi siamo chiamati ad illuminare le tenebre, e questa è una tenebra del nostro tempo. Come? Informandoci, informando e testimoniando con la nostra vita e il nostro agire nel mondo.

 

  • Veneto: Diego Volpe afferma che il cervello è un organo plastico e può essere modificato, per cui noi con la nostra testimonianza possiamo intervenire, inculcando nell’altro i veri valori, quelli che Maria ha trasmesso a noi, con amore e fiducia.

 

  • Abruzzo: Angela mette in evidenza che, se c’è tanta confusione ed edonismo, probabilmente sbagliamo anche noi cristiani, forse non stiamo testimoniando nel modo giusto. Il Dott. Manzato ci ricorda che lo stesso Papa Francesco ci invita a non essere tiepidi, ma veri testimoni. Siamo chiamati a testimoniare con fede e speranza.

 

  • Padre Serafino chiede: perché anche tra le persone consacrate al Signore c’è indifferenza a questi problemi? Cosa si può fare?Il Dott. Manzato è convinto che se noi siamo testimoni di fede autentici, cioè crediamo realmente a ciò che facciamo e diciamo, possiamo sollevare un dubbio nell’altro. Quindi creare un terreno fertile dove seminare i veri valori cristiani.

 

  • La milite Pina delle Marche, interviene dicendo che in fondo non c’è niente di nuovo sotto il sole, l’unica cosa da fare è assumere nuovi atteggiamenti per portare all’altro la Verità che siamo chiamati a testimoniare. Ma essa è sempre la stessa, siamo noi che la portiamo in modalità nuove.

 

  • Padre Santino è della convinzione che questa cultura accetta tutto, e chi sta in alto propone pseudo valori solo per controllare le menti, per portarle all’assuefazione, alla acriticità.

Padre Mauro chiude il dibattito affermando che, siamo abituati a vedere e sentire il male a tal punto da toglierci le parole divenendo incapaci di intervenire.

Nel pomeriggio alle ore 16.00 i lavori riprendono con la relazione di P. Thomasch dal titolo “Risposta cristiana con la relazione biblica”.

Egli con questa relazione vuole parlare di famiglia attraverso il testo della Sacra Bibbia, in quanto è una miniera nella quale la teologia prende le informazioni che le interessano. Ma se si sta molto attenti si può notare che nella Bibbia non troviamo il termine famiglia. Gli ebrei erano persone concrete, per tale motivo nella Bibbia utilizzano spesso termini come padre, madre, figlio/a, sorella e fratello. Nell’AT per gli ebrei è importante parlare dei singoli.

Nella Bibbia, invece del termine famiglia, si utilizza casa del Padre. Non sentiremo mai parlare di genitori. Un secondo grado di famiglia è caraterizzato dall’insieme della parentela e prende il nome di Tribù, l’insieme delle tribù formano la Nazione di Israele.

Nel libro della Genesi il primo comandamento è moltiplicatevi, dal quale poi ha preso campo il concetto dell’avere più mogli e dell’adulterio . Secondo l’AT un uomo sposato che giace con un’altra donna sposata commette adulterio, conseguenza è la morte di fronte a Dio. Ma se un uomo sposato giace con una donna libera per avere figli e la sposa non commette peccato. Ciò che è importante è che tutti i figli crescano nella fede, la trasmissione della fede è fondamentale. Nell’AT i figli sono la benedizione più importante, a quel tempo l’aborto sarebbe stato inconcepibile. Non per questo, il 4°-5°-6° comandamento si riferiscono alla famiglia.

In Matteo 19// Marco 10 Gesù di fronte alla possibilità dell’uomo di ripudiare la propria moglie dice, ai presenti che lo interrogavano, che Mosè diede loro questa possibilità per la durezza del loro cuore, ma in principio non era così. Perché Gesù disse questo?

In Genesi Dio mette in evidenza il nostro fallimento, ma non ci abbandona, ci dà la possibilità di riscattarci. Attraverso Gesù noi possiamo comprendere il progetto iniziale che Dio aveva per l’umanità. Già nella disubbidienza noi possiamo vedere la causa di tutte le tentazioni. Dio ha creato la totalità delle cose meno uno per ogni uomo, ma se noi focalizziamo l’attenzione solo su quel meno uno, iniziamo a lamentarci e da qui la caduta alle tentazioni è inevitabile.

Iniziamo a leggere Genesi cap. 2. Dio si accorge che sulla Terra non c’è nessuno e dal suolo dà vita ad un essere terrestre (ADAM). La sua missione è quella di coltivare e custodire. Ma si accorge che questo terrestre è solo e gli vuole dare un aiuto (ESER), un aiuto per lui (ESER KENEGDO). La solitudine è propria dell’uomo perché è l’unico in grado di custodire e coltivare.

A questo punto Dio addormenta l’uomo (ISH) e, dalla sua costola, dà vita ad un altro essere vivente ( ISHSHA’= DONNA). Lo addormenta per non farlo inorgoglire del fatto che, questo secondo essere vivente nasceva da lui, quando si svegliò non era più solo. Essi sono fatti per moltiplicarsi; sono nudi, ma non provano vergogna della loro nudità. Quando scopre un uomo di essere nudo? L’uomo scopre la sua nudità come persona, quando viene trattato come un oggetto, allora si difende con la vergogna.

Nella Bibbia si precisa che quando un uomo e una donna si incontrano, escono dalla casa del padre, se ne vanno e formano una sola carne, una sola cosa. In essa si dice ”il Signore costruisce la tua casa”, cioè costruisce la famiglia.

Leggiamo Genesi cap. 1. Nel testo si riferisce che gli animali e l’uomo sono stati creati nello stesso giorno, quest’ultimo nel pomeriggio, probabilmente alle tre. Se facciamo attenzione, alle tre è stato creato, alle tre Gesù muore per ridonare alla vita l’uomo macchiato dal peccato. Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza, infatti, l’essere umano è sia fatto per la comunione con l’altro sia per la solitudine, intesa come l’unicità di ogni singola persona. Dio ci ha creati per darci in dono all’altro. Per cui, nel matrimonio siamo chiamati a essere dono per l’altro, da qui le due uniche motivazioni che possono reggere un possibile divorzio:

 

–          Se si trova nell’altro qualcosa di inaccettabile;

–          L’adulterio.

Nel NT se prendiamo il libro di Efesini 5,21, l’autore del testo,in riferimento agli sposi, dice di essere sottomessi gli uni agli altri, come Gesù lo era al Padre suo; di amarsi come Gesù ama la sua Chiesa. Mentre in Efesini 6 l’autore parla di come i figli debbano ubbidire ai padri e come questi non debbano esasperarli.

Noi siamo capaci di fare tutto questo?Sì perché siamo battezzati. Per questo è necessario che Dio viva all’interno della coppia, perché in assenza di Lui l’amore andrà a spegnersi.

 

DIBATTITO

 

I presenti hanno posto delle domande a P. Thomasch:

1)      Quando Caino uccise Abele se ne andò e si sposò con chi?P. Thomasch afferma che la Bibbia ci insegna quelle verità che ci sono utili per la nostra salvezza, utilizzando racconti. Ma siamo chiamati a fare una distinzione tra il racconto biblico la scienza che cerca delle spiegazioni esatte.

2)      Chi è la donna che schiaccerà la testa al serpente in Genesi 3,15? In questo passo biblico non si capisce bene se si riferisce ad una donna o a una generazione. Per la Bibbia il discorso è aperto, perché il suo linguaggio è costruito in un modo che si possano avere doppie interpretazioni. A noi non ci importa se in questo versetto si fa riferimento alla donna e quindi a Maria o alla generazione nel senso di Gesù. In entrambi i casi, ci indicano la via della nostra salvezza.

3)      Lei utilizza la Bibbia ebraica o quella di Gerusalemme? P. Thomasc parte dalla Bibbia originale, quella ebraica. Ma anche in questo caso evidenzia che non ha importanza se usiamo un testo tradotto, in quanto la traduzione è ispirata da Dio.

4)      I racconti inerenti ai personaggi della Bibbia sono da considerarsi Parola di Verità? P. Thomasch afferma che si può mettere Parola ed Eucarestia sullo stesso piano. Più precisamente, se i racconti vengono letti invocando lo Spirito Santo, essi diventano la Parola di Dio perché trasmettono la Sua verità; così il pane semplice, se il sacerdote invoca su di esso lo Spirito Santo, attraverso la sua preghiera, diviene Corpo di Cristo.

Nella giornata di Domenica 8 Febbraio 2015, dopo le Lodi Mattutine, alle ore 9.00, i gruppi MI si riuniscono per ascoltare una breve relazione di P. Angelo, il quale ci presenta alcune figure di militi che devono essere canonizzati Beati e Santi. In particolare cita i seguenti nomi:

–          P. Quirico Pignalberi, un servo di Dio che è stato un cofondatore della Milizia dell’Immacolata. Siamo in attesa che venga proclamato Beato.

–          P. Venanzio Katarzyniec, un servo di Dio, il quale è stato responsabile dei novizi ed istituì nel luogo del noviziato la MI. Quando fu ammalato venne sostituito da S. Massimiliano Maria Kolbe. Aspettiamo la sua beatificazione.

–          Elisabetta Maria(vero nome Satoko Kitahara), una serva di Dio, che decise di vivere la sua vita con i baraccati. Il 22 Gennaio 2015 è stata proclamata venerabile. Questa donna è la prima venerabile non martire ed era una milite laica.

–          Veronica Antal, una serva di Dio, la quale desiderava farsi suora, un giorno all’età di 23 anni subì un tentativo di violenza, per difendere la sua castità fu uccisa con 42 coltellate. Anche lei faceva parte della Milizia dell’Immacolata. Aspettiamo la sua venerabilità.

Alle ore 11.00 ci siamo riuniti per ascoltare la relazione di P. Raffaele Di Muro dal titolo “ Esperienza particolare Kolbe e la sua famiglia – il milite e la sua famiglia”.

San Massimiliano Maria Kolbe aveva una famiglia fondata su tre pilastri:

1)      La preghiera;

2)      Il lavoro,

3)      La patria.

Il papà Giulio Kolbe era un grande lavoratore, apparteneva al Terzo Ordine francescano ed era molto attivo nella Chiesa; sua madre Marianna desiderava abbracciare la vita religiosa, ma poi si sposò con Giulio il 5 ottobre 2015. Da questo matrimonio nacquero tre figli: Francesco (1892), Raimondo (1894) e Giuseppe (1896).

Giulio e Marianna condividono un forte cammino di fede e hanno l’abitudine di pregare la Madonna; sono molto attivi nel Terz’ordine secolare e animano due Chiese, una delle quali è quella di S. Matteo dove Kolbe visse l’esperienza dell’apparizione della Vergine.

Tutti e tre i figli entreranno in convento perché hanno sempre respirato un’aria di profonda fede nella loro famiglia. Questo per far comprendere come la famiglia possa incidere sulla vita di fede dei figli.

La mamma di Kolbe era molto attenta alle amicizie dei suoi figli e all’opinione che si aveva di loro. Marianna diceva che Raimondo era un bambino vivace, ma ascoltava ed era umile. Fu proprio in seguito ad un suo rimprovero che Kolbe andò nella Chiesa dove ebbe l’apparizione della Vergine che gli offriva le due corone.

Nel 1907 accadde un evento fondamentale nella vita di Raimondo. Un predicatore tenne nella Chiesa la Novena a S. Francesco e lì Kolbe venne affascinato dalla figura di questo Santo. Il predicatore, in quell’occasione, invitò i giovani ad entrare in seminario a Leopoli. Nel 1908 Francesco e Raimondo entrano in seminario, ma nel 1913 il primo lascia la vita religiosa per andare a combattere per la patria e non si ebbero più sue notizie. Sempre in questo stesso anno, il fratello minore, Giuseppe, entrò in seminario; la madre Marianna entrò come oblata nel convento delle suore francescane feliciane, mentre suo padre Giulio entrò come oblato in un convento a Cracovia. Ma anche lui richiamato dall’amore per la patria lascia la vita religiosa e troverà la morte in Russia. La madre fu l’unica a sopravvivere e fu indispensabile per le testimonianze utili alla beatificazione di Kolbe.

La famiglia Kolbe si nutre e dà la vita per un ideale grande, per questo motivo è un insegnamento per tutti noi che abbiamo difficoltà a donarci. San Massimiliano Kolbe vive un forte spirito di famiglia e sarà questo stesso spirito che lo condurrà a fondare la Milizia dell’Immacolata. La MI nasce con uno spirito di famiglia. La cella della fondazione, Niepocalanow nascono con uno spirito di famiglia, inteso come condivisione, camminare insieme, vivere per un ideale, in questo caso l’Immacolata.

San Massimiliano aveva cura di tutti e aveva la capacità di rendere ogni lavoro, ogni cosa una missione.

Il campo di concentramento di Aschwitz venne vissuto da Kolbe con spirito di famiglia, tanto che divenne un punto di riferimento per tutti, un padre. Quando parliamo di ecumenismo, Kolbe lo visse già nel campo di concentramento, nel momento in cui si prese cura dei bambini ebrei.

Visse con spirito di famiglia anche la cella della morte, insieme alle 9 persone con cui andò a morire, proprio per donare la sua vita al posto di un padre di famiglia.

 

San Massimiliano ci mostra uno stile di famiglia fatta di fraternità, di condivisione e dal dono totale di sé. Questo stesso spirito dovrebbe animare la MI. Egli ci insegna ad essere uniti, ad essere una famiglia. Lui ha donato la sua vita per la famiglia e noi siamo chiamati, come militi, a difenderla con le nostre piccole forze, le quali possono diventare grandi nelle mani di Maria.

 

Importante è riscoprire lo spirito di famiglia tra noi militi per estenderlo anche fuori dai nostri gruppi; uno spirito caratterizzato dal dono di sé, dall’amore e dall’accoglienza, solo così potremmo estenderlo fuori in chi ci circonda. Siamo chiamati a procedere insieme per batterci per il nostro ideale, l’Immacolata, per portare tutti i cuori a Lei, ma con amore e cura gli uni verso gli altri.

 

Quando la MI perde questo stile di famiglia e la volontà di evangelizzare … muore.

 

In seguito ad un momento di convivialità, ci siamo salutati e augurati di essere, nelle nostre realtà, luce nelle tenebre per le persone che incontreremo sul nostro cammino.

 

Segretaria Regionale delle Marche

Simona Sampaolesi