Parrocchia "San Pietro in San Francesco" (San Francesco alle Scale) 

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Padre Amorth: “Consacrazione a Maria”

Il Papa, che abbiamo tutti nel cuore, si è presentato al mondo come ‘Totus Tuus’ e fece la consacrazione a Maria, in questa Basilica. Approfondiamo il concetto di consacrazione.

Consacrazione è: separare dall’uso profano e fare uso esclusivo per il culto di Dio. Perciò la consacrazione può essere fatta solo a Dio, ma perché allora la consacrazione a Maria? Per il ruolo che Maria ha nel piano della Redenzione per cui è sempre indispensabilmente associata a Cristo. Maria è tutta in riferimento a Cristo, per cui anche la consacrazione a Lei, ha lo scopo di farci appartenere interamente a Gesù. 

Il Montfort, il grande apostolo della consacrazione a Maria, la chiama: “Consacrazione a Gesù per mezzo di Maria” e nella formula breve: «Io sono tutto tuo e tutto quanto posseggo, amabile Dio-Gesù, per mezzo di Maria, tua santissima Madre».

Ma vediamo, in primo luogo, i testi biblici in cui risulta che Dio ha associato Maria a Gesù in maniera indissolvibile in tutto il campo della redenzione: 

1)      Genesi (3,15) – Adamo ed Eva hanno peccato e Iddio li caccia dal Paradiso terrestre, ma dà loro una grande speranza nel redentore con le parole, rivolte al serpente, che noi siamo soliti chiamare ‘proto evangelo’: “Porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe, Essa ti schiaccerà il capo”. E’ la stirpe della Donna, ossia il Figlio della Donna, che schiaccia il capo al serpente. Ma la Madre è così associata all’opera del Figlio che viene subito nominata come la nemica di Satana. San Giovanni ci dice che Gesù è venuto per distruggere le opere di Satana, Maria è la nemica dichiarata di satana, tanto che i pittori e gli scultori giustamente rappresentano Maria nell’atto di schiacciare la testa al serpente.

2)      L’Annunciazione – Qui l’associazione con Maria con l’opera di redenzione raggiunge il suo punto culminante. Il Concilio non ha esitato a dire: “Era necessario che il consenso di Maria precedesse l’Incarnazione del Verbo. La divina maternità di Maria è il centro della Sua missione e della Salvezza. Dio ha voluto darci Gesù per mezzo di Maria, ci dà tutte le grazie per mezzo di Maria, questo è il Suo piano, questo è il Suo sistema che non cambia”. 

3)      Maria ai piedi della croce – Anche il quel momento supremo per la redenzione, Maria è interamente associata al Figlio. Il Concilio ci dice la parola, forte più forte e non nuova, quando dice che ai piedi della croce Maria era consenziente, ma a che cosa consentiva? E’ evidente, Lei acconsentiva alla volontà di Dio, alla volontà del Padre. “Il Padre vuole così, Gesù vuole così, Maria vuole così’. Il nostro consacrarci a Maria è seguire la volontà di Dio che ha voluto servirsi di Maria perché Gesù si incarnasse e attuasse la sua opera di redenzione. Dobbiamo la consacrazione a Maria ad una storia molto antica. Noi abbiamo ben presenti le ultime grandi consacrazioni del mondo: la più solenne è stata quella pronunciata da Giovanni Paolo II in piazza San Pietro alla presenza della statua della Madonna di Fatima, quella statua che è fissa nel piazzale di Fatima e non si muove mai, la fece venire apposta del 1984 in unione con tutti i vescovi del mondo, disse questa solenne consacrazione veramente conforme a quella che era stata la richiesta della Madonna a Fatima nel 1917 e ne è seguito il crollo del regime comunista senza colpoferire. Però notate che la consacrazione ha una storia molto remota, già la antica preghiera mariana “sub tuum praesidium” del terzo secolo presenta un popolo che si affida a Maria. “Sotto la tua protezione noi ci rifugiamo Santa Madre di Dio eterno”. Così ricordiamo le consacrazioni di tutti i secoli, bellissima la formula di consacrazione di San Ildefonzo da Toledo, nel 1667 anche se il primo a coniare l’espressione ‘Consacrazione a Maria’ è stato San Giovanni Damasceno, nel 749. In tutto il Medio Evo è una gara tra città e comune che si affidano a Maria spesso presentandoLe le chiavi della città con suggestive cerimonie. Ma è nel secolo decimo settimo che iniziano le grandi consacrazioni nazionali: la Francia nel 1638, il Portogallo nel 1644, l’Austria nel 1647, la Polonia nel 1656 e così via. L’Italia è arrivata tardi nel 1959. In quella occasione ha avuto parte di primo piano perché non aveva ancora raggiunta l’unità nazionale e perché le precedenti proposte erano rimaste inattuate. Dopo le apparizioni di Fatima le consacrazioni si moltiplicano sempre di più. Ricordiamo la prima consacrazione del mondo pronunciata da Pio XII nel 1942, seguita nel 1952, dieci anni dopo dalla consacrazione dei popoli russi, e ne seguirono tante altre. A conclusione delle tante ‘Peregrinatio Mariae’ sempre si terminava con la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. E ricordiamo con Giovanni Paolo II nel suo primo itinerare tra le varie nazioni del mondo, sempre consacrava ogni nazione al Cuore Immacolato di Maria. E finalmente entriamo più a fondo per comprendere il significato della consacrazione: “E’ un atto…. e impegnativo che sempre più ha avuto risalto nella vita dei credenti nella vita stessa della Chiesa”. Ma attenzione ad un fatto molto importante, che ci toccherà da vicino anche a noi questa sera, quando alla fine rinnoveremo la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. Di sua natura la consacrazione non è un atto fine a se stesso, ma è un impegno che va vissuto giorno per giorno. Diceva Pio XII nel 1946, pochi anni dopo aver fatto la prima consacrazione del mondo nel 1942, “per raccogliere i frutti abbondanti dalla consacrazione a Maria occorre intenderne il senso vero, comprenderne tutta la portata, assumerne lealmente tutti gli impegni’ e a questo scopo vi propongo dei punti di riflessione:

1)      Il primo motivo che ci fa comprendere l’importanza della consacrazione a Maria è l’esempio di Dio-Padre che ci ha dato Gesù per mezzo di Maria affidandoLo a Lei ne consegue che la consacrazione è riconoscere la divina maternità di Maria e affidarci a Lei, come a Lei si è affidato Gesù. Da Lei è nato ed è cresciuto sotto la Sua guida. Consacrarsi a Maria è allora imitare l’esempio di Gesù che si è affidato a Lei. Possiamo dire senza nessuna esagerazione che Gesù è il primo consacrato a Maria. Lo sapevate? E’ suo Figlio e si è affidato a Lei.

2)      La consacrazione a Maria è un mezzo per farci vivere in pienezza la nostra prima consacrazione a Dio, quella battesimale; è perciò un impegno a vivere con fedeltà i voti battesimali e poiché Maria vive tutta per Gesù e porta tutti a Gesù, la consacrazione a Maria tende ad aprirci intimamente al redentore, fino a poter dire con le parole di San Paolo: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”. Maria che ci porta a Gesù. Guardate i santuari mariani. Pio XI chiamava Lourdes, il “Santuario più Eucaristico del mondo”. Chi va al santuario mariano, va per riconciliarsi con Dio, con la confessione, per assistere alla S. Messa, per ricevere la Comunione, ossia per andare da Gesù. Maria ci porta a Gesù. Quali sono le ultime parole di Maria che il Vangelo ci riporta? A Cana: “Fate quello che Egli vi dirà”. Ed ogni volta che Maria appare, è sempre per ripeterci di fare quello che ha detto Gesù, non dice niente di più e niente di nuovo, ma ci porta a Gesù.

3)      La consacrazione è quell’impegno ad imitare Maria che non solo è la Madre del Signore, ma è anche la Sua più fedele discepola, è Colei che ha detto sempre di ‘sì’ a Dio senza condizioni. E’ curioso, c’è un testo nel Vangelo che letto superficialmente sembrerebbe quasi che Gesù tenga poco conto di Sua Madre: quando mentre sta predicando gli annunciano che la madre e i parenti, stanno ad aspettarlo. E Gesù risponde: “Chi è mia madre?, Chi sono i miei parenti? Chi fa la volontà del Padre mio è mia madre, mio fratello e sorella”. Ossia chi ascolta le mie parole acquista con me una ‘…….’. Con queste parole Gesù sembra non apprezzare la presenza di Maria, ma sono state proprio scelte dal Concilio per dirci come Gesù ha esaltato Maria perché ha ascoltato e seguito le Sue parole e ancor più perché è Sua madre. E’ la più fedele discepola di Gesù, per cui la consacrazione a Maria è un impegno ad imitarLa, con il Suo aiuto e le Sue virtù, in particolare l’immacolatezza, e questo ci impegna nella lotta contro il peccato, Lei è l’umilissima serva del Signore che ci insegna a combattere il nostro orgoglio come dice il salmo: “Lei è ubbidientissima a Dio” e così ci incoraggia a ricercare di fare in tutto la volontà di Dio. Alla sua scuola, ossia ubbidendo a Lei, siamo certi di ubbidire a Dio. Maria non vuole niente che non sia conforme alla volontà di Dio.

4)      Consacrazione a Maria è accoglierLa nella nostra vita, dietro l’esempio di Giovanni a cui disse Gesù dalla croce: “Ecco tua madre”. E Giovanni ha compiuto un gesto di accoglienza che è molto esemplare noi. Il testo greco “…” viene tradotto in vari modi: ‘L’accolse tra i suoi beni spirituali’, ‘l’accolse nella sua casa’, ma a me piace la traduzione scelta dall’attuale Pontefice, Benedetto XVI, quando pronunziò l’omelia durante i funerali di Giovanni Paolo II, ha preferito la traduzione: ‘L’accolse nell’intimo del suo essere’. Accogliere Maria nell’intimo del nostro essere viene spiegato da Montfort che sintetizza la vera devozione e la vera consacrazione a Maria, con questa frase: “Fare tutto con Maria, fare tutto per mezzo di Maria, fare tutto in Maria, fare tutto per Maria”. Potrebbe sembrare un gioco di parole ma lui nel libro spiega bene tutte queste frasi, leggete il “Trattato della vera devozione a Maria”, quel trattato che Giovanni Paolo II citava e che leggeva e rileggeva spesso, ed era tutto macchiato dalle sue mani di operaio. Provate anche voi a vivere solo la prima frase: “Fare tutto con Maria”, e proponetevi da quando vi svegliate al mattino e fate il primo segno di croce a fare tutto con Maria, a compiere ogni nostra azione con Maria, in compagnia di Maria. Dopo gli sforzi dei primi giorni per ricordarcene, in poco tempo la nostra vita cambierà radicalmente: Ecco come si attua la consacrazione a Maria. Da parte sua Maria ha preso molto sul serio la sua maternità su di noi, ci tratta come figli, ci ama come figli, con lo stesso amore con cui ha amato Gesù, ci educa come figli con la stessa cura che ha avuto per Gesù. Provvede tutto a noi, una madre appunto previene e si era accorta della mancanza del vino a Cana, Lei previene le necessità dei figli, a noi spetta di riconoscere questa maternità spirituale, accogliere Maria nella nostra vita, essere docili a Lei per rendere operante la sua presenza e la sua figura materna su di noi, mentre non si stanca di ripeterci, come ai servi delle nozze di Cana: “Fate tutto quello che Egli vi dirà”. E a questo proposito fondamentale è la lettura della Sacra Scrittura e in particolare dei Vangeli, l’esempio di Gesù le parole di Gesù: “Come faccio a seguire Gesù se non conosco come Lui ha agito, come Lui ha parlato?”.

 5)      Non si può accogliere Maria se non si accolgono i fratelli che sono tutti figli di Maria e attuare il comandamento nuovo di Gesù: “Amatevi come io vi ho amato”. E’ essenziale e non ammette esclusioni. Vai in Chiesa assisti alla Messa ti proponi di fare la Comunione e ti viene in mente che c’è in te un rancore verso tuo fratello o tuo fratello ha un rancore verso di te, lascia la Messa e vatti a riconciliare, poi torna alla Messa e puoi fare la Comunione. È fondamentale: “Amatevi come io vi ho amato” e aggiungo poi che certe frasi così diffuse: “Credo in Dio ma non sono praticante”. Io dico sempre che solo credere in Dio non serve a niente, infatti: “Non chi dice Signore, Signore, entrerà nel Regno dei Cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”. Alcuni dicono poi: “Io credo ma a modo mio”, devi credere al modo di Gesù, al modo di come Dio a parlato, devi imparare non a modo tuo, non impari da solo ma impari da Lui. Altri dicono: “Credo in Dio, ma non credo nei preti, ossia non credo nella Chiesa”. Nel Vangelo è scritto: “Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi, disprezza me”. Maria è Madre della Chiesa, chi non ama la Chiesa non ama Maria, è impossibile amare Maria e non amare la Chiesa

6)      Ci consacriamo a Maria anche perché confidiamo nella suo potente intercessione. Abbiamo bisogno di tutto. Maria è mediatrice di tutte le grazie, Dio l’ha resa così grande, così potente. Ci dice il Concilio Vaticano II che Maria assunta in cielo continua la sua opera materna su di noi fino a vederci sicuri in cielo, noi ci raccomandiamo a Maria in tutte le nostre necessità ma soprattutto perché preghi per noi adesso e nell’ora della nostra morte: sono i due momenti principali della vita il momento presente e il momento della morte. Guardate la vita di Gesù, trent’anni di nascondimento, tre anni di vita pubblica ma per redimere il mondo sono state necessarie le tre ore di agonia. Guardate la vita di Giovanni Paolo II, ha girato il mondo, ma poi il mondo è venuto a lui ma come sono state dolorose, mi riferisco agli ultimi anni e soprattutto le sue ultime giornate, da quando quella Domenica delle Palme si è affacciato per l’ultima volta a quanto poi direi da tutto il mondo è accorso alla sua sepoltura. Ecco i due momenti principali della vita che Maria Santissima ci assista ora e nel momento della morte. 

Termino con un pensiero di Giovanni XXIII espresso in occasione della consacrazione dell’Italia nel 1959, la Vergine Santa non viene e lotta che per il Figlio Suo, per cui una consacrazione a Lei significa consacrazione fervente irrevocabile, generosa al Divin Salvatore, al Suo gregge, alla Sua Chiesa. Alla fine farete il rinnovo della consacrazione a Maria, che ognuno di noi si proponga di viverla in pienezza, con sincerità ogni giorno in maniera da poter uscire da questa Basilica dicendo: “Totus Tuum o Maria”. 

 

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