Oggi, Domenica 8 Aprile 2018 alle ore 09.15 i Gruppi della Milizia dell’Immacolata delle Marche , si sono riuniti c/o una sala della Casa di Spiritualità dei Salesiani a Loreto, per vivere l’8° incontro di Formazione: “Evangelizzare in comunione”
L’incontro ha avuto inizio con un momento di preghiera, in cui in unità abbiamo recitato le Lodi Mattutine e la Consacrazione quotidiana all’Immacolata. Successivamente, il Presidente Regionale Giovanni Gentilini ha salutato e ringraziato tutti i gruppi presenti all’incontro.
Inoltre, sono partecipi alla Formazione anche il gruppo M.I. di Foligno insieme a p. Sergio Cognigni attuale Assistente M.I. dell’Umbria.
In totale hanno partecipato all’evento 90 persone circa.
In apertura della giornata interviene il Presidente Regionale Giovanni Gentilini informando l’assemblea delle variazioni che sono state apportate nel programma odierno, poi presenta e passa la parola al nostro relatore il Presidente Internazionale della M.I. p. Raffaele Di Muro, il quale ha sviluppato il tema “La strategia missionaria di San Massimiliano Kolbe”.
Egli introduce il discorso ricordando che S. Massimiliano Maria Kolbe focalizzava la sua attenzione su ciò che si viveva al momento nella società del tempo, ed è a partire da questo che ha fondato la Milizia dell’Immacolata. Tutto ciò per comprendere che le finalità del nostro apostolato cambiano con il cambiare dei tempi e degli aspetti sociali del nostro secolo. Noi militi siamo chiamati a rispondere alle provocazioni del nostro tempo.
Allora poniamoci le seguenti questioni: Come possiamo rispondere? Qual è la strategia missionaria che ci offre San Massimiliano Maria Kolbe?
Padre Raffaele Di Muro ci presenta la relazione programmatica della Milizia dell’ Immacolata, nata sulla base delle idee proposte da un gruppo di militi provenienti da tutto il mondo, i quali si sono riuniti nel corso dei festeggiamenti del Centenario della fondazione della M.I. In essa possiamo individuare degli aspetti portanti della missionarietà di Padre Kolbe:
1) Annunciare a tutto il mondo la salvezza del Signore … ovunque proclamava il Gesù risorto … Kolbe era attento a questo dato evangelico e tutto il mondo deve conoscere questo annuncio perché Egli è morto e risorto per noi. Massimiliano non si pone limiti, per esempio in Giappone ha cercato di trasmettere questa verità incontrando non poche difficoltà, dato che essa non era e non è una società cristiana, ma non si è arreso mai nonostante gli ostacoli incontrati sul suo cammino. Cristo è il nostro salvatore … è Lui il salvatore del mondo.
2) Padre Kolbe rivela un percorso mariano per la santificazione … Maria è il modello della fede … Lei è la madre di Cristo e di tutta l’umanità e per questo diviene il punto di orientamento nel cammino di ogni cristiano.

A questo punto domandiamoci: come applicare questi aspetti di missionarietà kolbiana? Com’era la società da lui incontrata?
Innanzi tutto ricordiamoci che Padre Kolbe lavorava in ambienti come la Polonia colpita dalla guerra e dal nazismo che voleva soffocare la fede; in Italia dove trovò una Nazione colpita dalla Massoneria;
in Giappone dove riesce a parlare con le altre religioni mettendosi in ascolto prima ancora che fare delle proposte.
San Massimiliano Kolbe trasmetteva il messaggio cristiano rispettando la spiritualità presente nell’ambiente in cui operava come apostolo di Maria … anche noi oggi siamo chiamati a fare lo stesso, ma dobbiamo essere aperti all’opera dello Spirito Santo … docili allo Spirito e a quello che Lui ci suggerisce.
San Massimiliano Kolbe ha dato vita alle sue opere partendo da un ascolto profondo della società presente nel suo tempo, per poi abbandonarsi alla guida dello Spirito Santo per comprendere come poter agire per trasmettere in modo incisivo il messaggio evangelico.
Basti pensare a come è nato il Cavaliere : dall’ ascolto di un’esigenza del suo tempo nel quale la semplice omelia raggiungeva solo i cristiani, mentre la stampa raggiungeva tutti … insistentemente … Padre Kolbe è attentissimo alla sua società e agiva in base a ciò che lo Spirito Santo gli suggeriva.
Dove colpì lo Spirito Santo?
Là dove il nazismo stava distruggendo tutto … Kolbe capisce che le attività tipografiche verranno annullate, ma in questo momento Niepokalanow è chiamata a diventare una casa di accoglienza per i rifugiati .. per cui comprende che questa è l’opera che lo Spirito Santo gli sta suggerendo di attuare.
In seguito, il campo di concentramento diventerà il suo ambiente di apostolato, per tutti i tre mesi che si trovò al suo interno e prima di morire diede il messaggio cristiano a tutti, anche a coloro che non erano della sua stessa religione.
In questo periodo è uscito un film “Le due corone” dove vengono intervistate le persone che hanno vissuto l’esperienza di del campo di concentramento ad Auschwitz e tra queste una racconta che S. Massimiliano Kolbe parlava a tutti della speranza, la quale era l’unica cosa che avrebbe donato loro la salvezza.
Il milite dovunque va … dovunque Dio lo invia è campo di missione e questa è una strategia, ma c’è un presupposto che necessita di essere soddisfatto, il nostro cuore deve essere il primo campo di evangelizzazione … il milite deve per prima cosa credere in quello che fa … deve amare la sua missione. Non dobbiamo fare cose estreme, ma ascoltare e testimoniare il messaggio salvifico nella realtà e nella situazione concreta dove ci troviamo.
I militi devono essere aperti … la missione che portiamo avanti è in continua evoluzione non è mai la stessa per cui dobbiamo essere docili alla guida dello Spirito Santo, il quale ci suggerisce il modo migliore di svolgere la stessa, in qualunque luogo ci troviamo.
Siamo chiamati a dare un messaggio di evangelizzazione che fa bene al cuore … in una società come quella di oggi, noi siamo chiamati a trasmettere il nostro motto “solo l’amore crea”, il quale è l’unico che può dare vera speranza. Non possiamo stare fermi, dobbiamo stare dentro alle nostre realtà e trasformarle con il nostro amore e la nostra azione.
Il milite è chiamato ad ESSERE MOLTO ATTENTO A QUELLO CHE LA CHIESA STA VIVENDO … A QUELLO CHE LA SOCIETA’ STA VIVENDO … PER ESSERE TESTIMONE AUTENTICO DELL’AMORE DI DIO.
La preghiera è il fondamento di tutta la nostra missione. La M.I. prega molto ma non basta, deve dare spazio alla missione. Non può esserci solo il Rosario … le devozioni … è necessaria l’azione.
La preghiera non è fine a se stessa ma è la base del nostro cammino … della nostra missione.
La preghiera è il sostegno di ogni attività missionaria … San Massimiliano Kolbe affermava che essa è ciò che dà la pace nei cuori … è la condizione necessaria per rigenerare l’anima dell’uomo … Santa Teresina con la preghiera, senza uscire dal monastero è divenuta patrona delle missioni.
Noi dobbiamo vivere la nostra preghiera come base … come sostegno dell’attività evangelica della M.I. di tutto il mondo.
La comunione è molto importante nella vita della Milizia dell’Immacolata.
La missione diventa il cuore della vita ecclesiale e la M.I. dà sostegno attraverso la sua missione alla Chiesa. Noi non siamo molto visibili … ma questo non è importante, mentre è rilevante dare il nostro contributo nella società e nella realtà dove siamo inseriti.
La M.I. deve essere incisiva nella missione che svolge all’interno della società in cui vive … nel silenzio … in fondo la nascita della M.I. … la morte del nostro fondatore è avvenuta nel silenzio.
Il pregare deve avere come obiettivo la missionarietà.
Oggi in molte società la M.I. sta nascendo, ad esempio in Turchia, in Libia popolazioni queste fortemente islamiche, così come l’Africa dove si vive una grande persecuzione verso i cristiani.
La nostra missione è parlare al cuore della realtà nella quale viviamo sostenuti dalla preghiera.
L’elemento della testimonianza era importante per Kolbe , il quale è fortemente congiunto all’aspetto della comunione intesa come unione delle anime che lavorano per la stessa missione.
L’unione fra le anime aumenta l’efficacia dei nostro sforzi. L’esistenza della Sede Centrale è il punto di coordinamento di questa comunione delle anime … è la base del dialogo tra i militi di tutto il mondo.
Noi dobbiamo lavorare molto sulla comunione. S. Massimiliano Kolbe ci invita a lavorare tutto il giorno, senza sosta anche se esso non viene riconosciuto o apprezzato.
La M.I. non è solo preghiera … è missione … è un’anima missionaria.
Noi abbiamo una grande gioia ed è quella di camminare dentro una tradizione che Padre Kolbe ci ha consegnato prima di morire, ma non camminiamo passivamente ma cercando di renderla nuova … attiva. Sentiamo di vivere la missione seguendo lo stile di Kolbe basato sulla comunione … sul dialogo, facendo attenzione alla società in cui viviamo e cercando di essere docili all’azione dello Spirito Santo.

CONDIVISIONE

Il Presidente Regionale Giovanni Gentilini prima di iniziare la condivisione informa che il 28-29 Aprile a Roma si terrà la memoria dei 100 anni dell’Ordinazione Sacerdotale di Padre Kolbe. Noi militi della Regione Marche possiamo ricordare questo evento andando a Roma o facendo qualcosa all’interno della nostra realtà di appartenenza.
Sabato 5 Maggio c/o il Seraphicum si terrà la Cattedra Kolbiana: Il dialogo interreligioso interpella la M.I., una riflessione a partire da Kolbe.
Infine, ricorda l’incontro del 22 Aprile per la Formazione dei Formatori, il quale si terrà nel pomeriggio alle 15 c/o la sede del gruppo M.I. di Trodica di Morrovalle.
Terminate le comunicazioni, si apre la condivisione, interviene Maria Antonietta Solofra del gruppo M.I. di Ancona, la quale sottolinea che è stata attratta dalla copertina del Cavaliere dove si vedeva p. Raffaele Di Muro, dietro una transenna, con il Santo Padre che si salutavano, lei lo ha percepito come un semplice pellegrino … Egli la ringrazia asserendo che lui è un pellegrino come lo fu Maria che quando seguiva Gesù stava sempre nelle retrovie.
La parola passa a Maddalena milite del gruppo M.I. di Filottrano , la quale desidera proporre nella parrocchia la recita della Novena allo Spirito Santo come sostegno della nostra evangelizzazione. Padre Raffaele Di Muro è d’accordo perché Maria è la sposa dello Spirito Santo, in quanto si è fatta plasmare dalla Sua opera e anche noi dovremmo riscoprirlo.
A questo punto interviene Pina Carbini milite del gruppo M.I. di Montemarciano , la quale asserisce che dobbiamo chiedere, per fare comunione, la guida dello Spirito Santo, ma siamo chiamati ad accogliere anche chi viene da altri cammini per arricchirci. Padre Raffaele Di Muro afferma che Kolbe fu ispirato anche dalla spiritualità di altre persone provenienti da cammini diversi … egli è conosciuto proprio per il suo continuo dialogo interreligioso. Un altro aspetto della M.I. è accogliere ciò che di buono c’è vicino a noi per avere altre idee … per crescere nella nostra spiritualità e missionarietà. Noi abbiamo una nostra identità, ma dobbiamo essere attenti a ciò che viene dall’altro.
La milite Loretta del gruppo M.I. di Macine chiede che rapporti abbiamo con Radio Maria perché può essere un buon veicolo di apostolato, il Presidente Internazionale afferma che è abbastanza buono infatti, come radio parla tantissimo di Maria seguendo la linea di Medjugorje, ma parlano di Lei sempre e in generale facendo riferimento alla Milizia dell’Immacolata.
Prende la parola Simona Sampaolesi Segretaria Regionale , la quale chiede che cosa dire ai militi che aspettano qualcun che dica loro come essere missionari, insegnando la tecnica precisa per essere tali.
Padre Raffaele Di Muro afferma che ci sono tanti modi per essere dei missionari oggi: ci sono insegnanti che creano delle mostre per ricordare la Shoah … invitare persone sole o fare loro visita … regalare un viaggio in Polonia ad un giovane alla ricerca di Dio … S. Massimiliano Kolbe è un personaggio storico che colpisce dritto al cuore quando lo si conosce. La gente è fondamentalmente buona che a volte basta un sorriso per colpirla al cuore … si può fare una visita ai carcerati o alle persone malate … si può donare la Medaglia Miracolosa in diverse circostanze.
Kolbe ci lascia liberi di agire … Il Presidente Internazionale si domanda” come me lo immagino oggi Kolbe?” Lo immagino in Sicilia ad accogliere coloro che sbarcano dal viaggio della speranza … lo immagino in Brasile per sostenere le persone all’interno delle controversie politiche e nella povertà … l’importante è attivarsi … non vivere la nostra fede in modo passivo … anche se interveniamo in modo semplice.
Interviene nuovamente Maddalena del gruppo M.I. di Filottrano , la quale propone in un pellegrinaggio a Serrone dove Padre Kolbe è vissuto quando ancora non era un sacerdote. Padre Raffaele Di Muro afferma che ben vengano queste iniziative.
Prende la parola Maurizia Schifano del gruppo M.I. di Mogliano , la quale desidera fare una testimonianza, ella dice che per il periodo della Quaresima hanno fatto una casella postale dove le persone richiedevano una visita domiciliare … hanno fatto anche 2 cenacoli per le persone che non possono più partecipare agli incontri della M.I.
Padre Raffaele Di Muro ricorda che in alcuni paesi hanno fatto una colletta per i giovani che volevano partecipare alla giornata della Gioventù … sono doni belli da fare … bella la testimonianza di Maurizia, la cui missione sembra semplice, ma è stata molto significativa.
Interviene Adriano Cecconi Delegato zonale del Montefeltro ricorda che lui, insieme ai militi del posto, offrono la Medaglia Miracolosa ai catechisti, agli insegnanti di religione, agli anziani negli ospizi, ai bambini e ne distribuiscono tante, poi sarà la Madonna ad agire a suo tempo con tutti e in tutti. Padre. Raffaele Di Muro informa che a Roma distribuiscono la Medaglia Miracolosa con una piccola catechesi che spiega il significato dalla stessa.
Egli sottolinea che tutte queste azioni sono semplici, ma giungono al cuore delle persone.

SANTA MESSA

Nell’Omelia p. Raffaele Di Muro sottolinea che il Signore ci offre molti segni della Sua Misericordia:
1) Il dono della pace, spesso vediamo i suoi discepoli tormentati dal non comprendere le parole di Gesù, ma Egli dona la pace con la Sua presenza. Cristo si fa vedere Risorto dalle donne che gli sono sempre state accanto fino alla morte e sono le prime che vedono e credono, ma Lui si fa vedere anche da Tommaso, il quale ha avuto difficoltà a credere. Bellissimo è notare come Gesù cammina al fianco di ognuno … teneramente … aiutando a comprendere il mistero della Sua morte e resurrezione.
2) La riconciliazione … il perdono dei nostri peccati … questo è un dono della Sua Misericordia.
Che cos’è la Misericordia per S. Massimiliano Kolbe?
Per il nostro fondatore il sacerdozio è un dono della Misericordia di Dio, motivo per cui Padre Kolbe celebrerà la S. Messa anche nel campo di concentramento per trasmettere all’altro l’amore di Cristo attraverso la mensa Eucaristica.
Espressione della Misericordia di Dio per Padre Kolbe è Maria , la quale è un dono per l’umanità bisognosa di una Madre e Gesù ce l’ha donata proprio sotto la Croce.
Anche noi militi siamo un segno della Misericordia di Dio e ogni nostro gesto è l’espressione della stessa.
La nostra missione è essere un segno della Misericordia di Dio lì dove Egli ci chiama a vivere … ad essere suoi testimoni.
Padre Raffaele Di Muro asserisce che esistono due atteggiamenti del cuore che ci possono aiutare a credere nella Risurrezione di Cristo e nella Misericordia divina, la quale si manifesta nella nostra vita:
1) L’ascolto;
2) L’amore.

La nostra Consacrazione all’Immacolata non passa inosservata … non abbiamo bisogno di fare chissà quali opere, essa incide nella realtà nella quale siamo inseriti, l’importante è che ci crediamo …. Se ci crediamo veramente essa incide inevitabilmente in ogni persona che incontriamo … in ogni ambiente nel quale ci troveremo.
Nel pomeriggio, dopo la pausa pranzo, ci siamo nuovamente riuniti per tirare le conclusioni della formazione vissuta nel corso della mattinata.
Il Presidente Regionale Giovanni Gentilini ringrazia tutti per la costanza con la quale hanno seguito e partecipato agli incontri formativi in questi 4 anni di Mandato. Il suo desiderio è che in futuro possiamo riprendere in mano l’organizzazione della Giornata della Memoria, per cercare di viverla al meglio e con maggiore riflessione.
Egli ci ricorda che, il Centro Regionale, ha a disposizione sia la Mostra di Padre Kolbe che la Reliquia, la quale ci è stata donata da p. Raffaele Di Muro, ed entrambe non vanno tenute in un magazzino, ma utilizzate per fare incontri di preghiera, catechesi, per diffondere la conoscenza del nostro carisma.
Il Presidente Regionale, inoltre, ci ricorda l’importanza della formazione permanente, lo stesso assistente nazionale p. Mauro De Filippis sottolinea quanto sia rilevante che un milite non termini la sua formazione con la consacrazione, bensì inizi il suo cammino proprio attraverso la stessa.
Egli, tornando alle strategie missionarie, sostiene che ci sono diversi ambiti nei quali noi militi possiamo vivere la nostra missione, ma dobbiamo ricordarci che siamo chiamati ad essere costanti e preparati per operare nelle realtà da noi desiderate … ricordiamoci sempre che dobbiamo essere credibili se vogliamo realmente giungere al cuore dell’altro.
Prima di chiudere questa giornata di profonda comunione tra noi ci siamo riuniti in cappella per recitare la Coroncina della Divina Misericordia, affidando a Gesù la nostra missione perché possa essere veramente un segno della Sua Misericordia nel mondo.

Buon cammino a tutti uniti sotto il manto di Maria!

Segretaria regionale
Simona Sampaolesi

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