Oggi la Milizia dell’Immacolata delle Marche si è riunita per vivere una giornata di formazione a Loreto c/o la struttura religiosa dei Salesiani.
Il tema dell’incontro è “La Milizia dell’Immacolata nella Chiesa di oggi”, argomentato da p. Franco Bonamano Guardiano e Rettore del Convento di S. Giuseppe da Copertino di Osimo.
Il nostro Assistente Regionale p. Sergiu Chelaru, interviene per sottolineare che, con questo incontro desidera evidenziare che cosa la Milizia dell’Immacolata fa nella realtà della Chiesa dove essa viene ospitata, per svolgere le proprie attività di apostolato… chiediamoci: facciamo cose straordinarie o ordinarie? Egli informa che nelle sue visite ha notato poca volontà da parte dei militi nell’impegnarsi a servire il Gruppo MI di appartenenza, pochi conoscono e seguono gli Statuti che guidano i nostri passi all’interno dell’Associazione. Allora chiediamoci: cosa vuole la Chiesa oggi da noi?
Il Presidente Regionale Giovanni Gentilini riprende le parole del nostro Assistente Regionale sottolineando la tristezza nel vedere certi gruppi manifestare completo disinteresse nel portare avanti le attività pastorali. Ora, prima di iniziare i lavori, egli saluta i gruppi MI partecipanti all’incontro.
In tutto sono presenti circa 65 militi.
A questo punto prende la parola p. Franco Bonamano il quale sottolinea l’importanza e la necessità di un rinnovamento della Milizia dell’Immacolata per rispondere alle richieste del mondo, portando in esso Maria …il suo comportamento…il suo spirito e la sua attenzione.
Padre Kolbe sosteneva con forte convinzione, l’importanza di conoscere ed incontrare Maria intesa come la via principale verso la santità. Egli raccomanda di anteporre allo studio della mariologia l’esperienza nella vita quotidiana seguendo la sua scuola. Ella alza il livello della nostra esistenza fino alla santità. Maria educa tutti i suoi figli per far sì che diventino immagine e riflesso del Figlio nel mondo.
Maria è la guida più esperta per portarci a Gesù. Tanto più ci avviciniamo a Lei tanto più sperimentiamo la presenza di Cristo. Attraverso di Lei possiamo amare Gesù.
Da questa consapevolezza si evincono dei comportamenti che dobbiamo tenere verso Maria:
- Attaccamento totale a Maria;
- Abbandono totale a Lei lasciandoci condurre;
- Donarsi in modo illimitato a Maria.
Divenire Lei è lo scopo ultimo del milite perché attraverso di Lei possiamo avvicinarci a Cristo e alla sua totale volontà su di noi.
L’evangelizzazione è il nostro compito, siamo chiamati a lavorare tutto il giorno e consumarci totalmente per Lei.
Qual è il nostro compito nella Chiesa?
Portare Lei…conquistare ogni uomo attraverso il suo cuore…consumarsi e morire per Lei…questo è il nostro scopo e quello della MI fondata il 16 Ottobre del 1917.
Padre Kolbe fonda la Milizia dell’Immacolata per rispondere al male oscuro del suo tempo e il milite è chiamato ad avere urgenza nell’evangelizzazione e nell’universalità del messaggio diretto ad ogni uomo.
Cosa si aspetta la Chiesa oggi dai militi?
San Massimiliano Maria Kolbe asseriva che il milite è chiamato ad essere impegnato in tutti i campi del sociale.
Allora cosa possiamo fare arrenderci o portare l’Immacolata dalla nostra vita in quella dell’altro?
Il problema dei militi non è tanto di tipo organizzativo, quanto un cammino di conversione personale…tutto dipende dalla nostra testimonianza di vita, altrimenti portiamo solo parole vuote, senza effetto di ritorno.
Una prima indicazione per noi è che il Signore non accetta di rimanere in Chiesa, ma desidera essere portato fuori … nelle nostre case … nella nostra vita quotidiana. Allora essere è milite è imparare che Dio ci fa segno della sua presenza nel quotidiano dell’esistenza umana. Egli si fa presente nelle nostre abitudini, lì dove siamo, in quello che facciamo,
Un punto di riferimento importante per comprendere il ruolo del milite nel mondo lo troviamo nel brano del Vangelo delle Nozze di Cana. Maria entra in scena nella vita pubblica di Gesù proprio in queste nozze dove si rende conto che manca qualcosa nella comunità, non è preoccupata per sé, ma per gli altri che non si sono accorti della precarietà della situazione. Lei guarda, ma non vede soltanto bensì agisce…Maria vede con il cuore … il milite è un credente che vede con il cuore, qui vi è la sede della vista.
Lo sguardo di Maria a Cana è attento…Maria intercede presso il Figlio perché non accetta la situazione, non riesce a sostenere l’indifferenza dell’uomo di fronte alla mancanza.
Esistono tre tipologie di servizio che ci insegna Maria:
- Contemplazione intesa come capacità di vedere oltre le apparenze;
- Tenerezza intesa come capacità di sapersi coinvolgere nelle situazioni altrui;
- Fede intesa come capacità di esporsi, rischiare e compromettersi.
Oggi la Chiesa si aspetta questi tipi di servizi da noi appartenenti alla Milizia dell’Immacolata. Maria si accorge non della fine del vino, ma del fatto che le persone non se ne rendono conto. Ella si accorge degli indifferenti e con il suo atteggiamento va verso di essi.
Oggi ci manca la capacità di vedere ciò che ci manca, Maria è colei che ci incoraggia a riconoscere i mali presenti nei nostri occhi… spesso siamo ammalti di mancata attenzione, vediamo solo gli altri in funzione del nostro io… assegniamo compiti, ma non ci prendiamo la responsabilità di sporcarci le mani.
Lo sguardo permette all’altro di entrare nella nostra vita…nel nostro cuore.
Lo sguardo di Gesù non si ferma di fronte ai difetti dell’altro, ma entra in essi con la fede nella possibilità di redenzione dell’altro… dalla sua fede nasce la fede dell’uomo.
Spesso noi non riusciamo a capire che il prossimo è colui che ci vive accanto, quante volte non diciamo ti voglio bene alle persone che ci stanno accanto.
Maria ci insegna che è necessario purificare il nostro sguardo da ogni impurità, malignità, rabbia per cercare di vedere l’altro come noi vorremmo essere visti.
Maria vive nel presente spingendo lo sguardo verso il futuro, questo perché non basta vedere bensì prevedere, non dobbiamo rispondere, bensì prevenire in modo che la che la domanda non si formi.
Maria intuisce, cioè guarda dentro.
Il milite deve essere necessariamente un folle! Maria è colei che ha perso la testa quando disse il suo sì all’Angelo…. Padre Kolbe ha perso la testa per Gesù e per l’Immacolata, Giuseppe era un folle perché ha accompagnato Maria nel suo cammino misterioso.
Il Signore ci chiede di essere folli al punto di andare oltre i nostri limiti, per far sì che il nostro amore non sia mai abbastanza, ma vada oltre ogni logica. Egli ci chiama a vivere l’amore non solo nell’ordinario, ma anche nello straordinario. Se mi professo cristiano ma non compio azioni vere secondo Cristo, dichiaro il falso.
Il folle è una persona originale. Colui che ama ogni persona aldilà del male ricevuto è un originale e il milite è chiamato ad esserlo.
Il nostro amore non può essere solo chiacchierato, la carità deve essere praticata, siamo chiamati ad amare con i fatti! Chiudersi nell’abitudine ci fa sprofondare verso lo spegnimento del fuoco fino a morire nella cenere. Non basta recitare il Rosario per essere bravi militi.
La Chiesa non ha bisogno di maestri ma di testimoni…il milite è chiamato ad essere testimone…Maria ci insegna ad ascoltare la parola del Figlio e poi a mettersi in moto.
Per poter ravvivare la Milizia dobbiamo partire dal rinnovare noi stessi. Tutte le vocazioni nascono dalla testimonianza di vita che attrae l’attenzione dell’altro.
La mia fede nell’Immacolata può fare veramente miracoli!
Non possiamo fermarci alla devozione, essa deve essere supportata dalla formazione altrimenti si rischia di perdersi…non abbattetevi, non scoraggiatevi mai anche se siete soli, perché prima o poi le cose avranno un nuovo inizio colmo di un nuovo fuoco zelante.
Terminata la relazione di p. Franco Bonamano, ci siamo riuniti in preghiera per la Celebrazione Eucaristica presieduta da p. Sergiu Chelaru.
Successivamente alla pausa pranzo, ci siamo riuniti per vivere un momento di condivisione fraterna, all’inizio della quale il Presidente Regionale ci invita a conoscere gli Statuti della nostra Associazione luce guida per la vita dei nostri gruppi MI.
Nel corso del confronto sorgono alcune domande e riflessioni:
- Siamo tenuti ad obbedire sempre al parroco? Sì, se viviamo all’interno di una parrocchia, il parroco rappresenta il Vescovo e se ci chiede di svolgere le attività in un certo modo, siamo chiamati ad obbedire. Padre Kolbe assegnava molta importanza all’obbedienza, noi militi siamo chiamati a fare la stessa cosa.
- Come possiamo essere attraenti per gli altri al punto da far condividere con noi il cammino nella MI? Per essere attraenti siamo chiamati ad essere testimoni con la nostra vita di ciò che professiamo, per questo è importante conoscere il carisma della nostra Associazione. Inoltre, siamo chiamati ad essere attenti ai cambiamenti della società e dell’uomo per poter approcciare agli stessi in modo efficace.
- Le aspettative verso il milite possiamo concretizzarsi in tre aspetti tra loro articolati: 1) Contemplazione/ascolto intesa come preghiera e adorazione; 2) Tenerezza intesa come carità; 3) fede intesa come spiritualità.
- Tutti siamo chiamati a dare la nostra testimonianza all’interno della comunità di appartenenza- In questo tempo sinodale si sta lavorando su tre aspetti: comunione, partecipazione e missione. Le cose più importanti sono la nostra formazione e la relazione che costruiamo con l’altro. La Chiesa ci chiede tanto come militi e noi cosa gli diamo? Come rispondiamo?
- Tutti i militi devono prendere consapevolezza dell’importanza della formazione, la quale ci offre uno spunto di riflessione e di confronto per crescere e migliorarci. Nella vita di un gruppo è rilevante programmare e fare verifica di ciò che abbiamo fatto, il tutto con criterio e metodo.
Attraverso queste riflessioni si conclude la giornata formativa, per mezzo della quale abbiamo appreso la rilevanza di essere testimoni nel mondo. Il milite è chiamato ad essere il riflesso di Maria nella vita di tutti i giorni, a partire dalle piccole cose, da quelle che spesso consideriamo insignificanti, ma è proprio qui che Dio ci parla. Allora, siamo come Maria attenti … riflessivi … buoni uditori … e pronti ad agire per il bene e la salvezza dell’altro.
Buon cammino a tutti sotto lo sguardo amorevole di Maria
Simona Sampaolesi- Segretaria Regionale MI delle Marche