Oggi, Domenica 14 Gennaio 2018 alle ore 09.15 i Gruppi della Milizia dell’Immacolata – Marche , si sono riuniti c/o una sala del Convento – Santuario San Giuseppe da Copertino a Osimo, per vivere il 7° incontro di Formazione: “Evangelizzare in comunione”
L’incontro ha avuto inizio con un momento di preghiera, in cui in unità abbiamo recitato le Lodi Mattutine. Successivamente, il Presidente Regionale Giovanni Gentilini ha salutato e ringraziato tutti i gruppi M.I. delle Marche presenti all’incontro.
Inoltre, sono partecipi alla Formazione anche le Missionarie dell’Immacolata – PK di Bologna rappresentate da Emanuela Sponda, il gruppo M.I. di Foligno insieme a p. Sergio Cognigni attuale Assistente M.I. dell’Umbria.
In totale hanno partecipato all’evento 140 persone circa.
In apertura della giornata interviene il Presidente Regionale Giovanni Gentilini informando l’assemblea delle variazioni che sono state apportate nel programma odierno, infatti, non ci saranno i laboratori, ma uno scambio di idee, pensieri e di informazioni tra il relatore, il Direttivo e i militi presenti.
L’Assistente p. Mauro Valentini ringrazia la presenza di p. Raffaele Di Muro e sottolinea l’importanza dell’argomento che verrà trattato in questo incontro.
Il Presidente Internazionale della M.I. p. Raffaele Di Muro ha sviluppato il tema “Kolbe e gli interrogativi dell’uomo di oggi”.
(ripresa integrale degli interventi del Presidente Internazionale . Raffaele Di Muro e dell’Assistente Provinciale p. Mauro Valentini)
Egli sottolinea che prima di rispondere ai quesiti dell’uomo di oggi è importante valutare lo stile di San Massimiliano Kolbe.
In base al pensiero del nostro fondatore, la prima cosa importante da fare è quella di vedere la realtà che viviamo … un primo insegnamento di Kolbe è capire che cosa ci offre o ci propone la realtà che viviamo … che cosa c’è di buono in essa … ciò per evitare che la nostra risposta sia inadeguata alle situazioni.
San Massimiliano Kolbe è interessato ,in modo quasi maniacale, allo studio dell’ambiente all’interno del quale vive.
Dall’ultimo viaggio fatto negli ambienti di Padre Kolbe, come il Giappone e la Polonia, p. Raffaele Di Muro si è reso conto come le realtà delle due Città dell’Immacolata siano molto diverse tra loro, questo perché Padre Kolbe, prima di fondarle, ha studiato l’ambiente nel quale si trovava, per tale motivo, in Polonia troviamo una città basata sulla missionarietà, mentre in Giappone abbiamo un centro spirituale. Tante scelte fatte da Padre Kolbe sono considerate un riflesso del contesto nel quale si trovava inserito, per esempio, la scelta di portare la barba lunga è stata determinata dal fatto che nella società essa indicava un segno di saggezza.
Nella scelta di Padre Kolbe di fondare la Milizia dell’Immacolata vi era un’influenza dettata da una situazione sociale molto particolare, infatti, in Polonia regnava un periodo di conflitti che venivano vissuti in modo patriottico da tutti, incluso lui e la sua famiglia.
Padre Kolbe dà una risposta d’amore di fronte agli eventi forti del suo tempo.
Nella chiusura di Niepokalanow si comprende che il suo modo di fare era arrivato al segno, cioè aveva colpito il cuore del nemico … in qualche modo lo aveva toccato, indipendentemente dalle reazioni provocate.
La risposta d’amore di Padre Kolbe non è solo frutto dello Spirito Santo, ma anche dello studio profondo della realtà a lui circostante.
Che cosa fa San Massimiliano Kolbe prima di fondare la Milizia dell’Immacolata?
Egli si rende conto che nella società di Roma regna la Massoneria, la quale compie delle azioni che sono offensive verso la Chiesa. In questo periodo c’è un anticlericalismo e i Papi del tempo erano prigionieri in S. Pietro. San Massimiliano vive la durezza di questo tempo e va a trovare il Papa per chiedere di cosa ha bisogno la Chiesa del suo tempo. Il Papa Pio XI è colui che incise in particolare sulla sua formazione e inclinazione alla missionarietà.
La M.I. nasce come reazione alla Massoneria, questo per sottolineare come San Massimiliano Kolbe è attento a cosa accade attorno a lui, anche noi siamo chiamati ad essere accorti di fronte a ciò che sta avvenendo dentro le nostre realtà per dare risposte adeguate alle richieste dell’uomo.
San Massimiliano Kolbe studia anche la situazione dell’organizzazione del suo Ordine.
Egli fonda quindi la M.I. anche per aggirare le difficoltà presenti nel suo Ordine, il quale rischiava di chiudere.
La Chiesa stava vivendo un periodo dormiente e aveva bisogno di uno scrollo, motivo per cui si è voluta costituire la Milizia dell’Immacolata.
Dopo la sua nascita dal 1917 in poi c’è stata una crescita della Chiesa.
San Massimiliano Kolbe ci invita a non chiudere gli occhi di fronte alla realtà che ci troviamo di fronte, ma a comprenderla per poter dare una risposta adeguata.
Un altro problema che Padre Kolbe voleva affrontare era il modernismo, cioè una teoria che cercava di minare la teologia cristiana.
Egli era un grande comunicatore e amava fare apostolato con tutti i mezzi leciti, come la radio per poter raggiungere più persone possibili … il missionario deve arrivare ovunque.
Tutta la sua attività è frutto dello Spirito Santo, ma anche dello studio della società del suo tempo.
Noi come possiamo applicare il suo stile? Ricordiamo che il suo stile è determinato da:
– prestare molta attenzione all’ascolto della voce di Dio;
– capacità di cogliere le richieste del tempo;
– creatività
Quali sono le problematiche del tempo odierno?
Papa Francesco sottolinea la nostra disattenzione alle povertà presente nella nostra società: emarginazione, solitudine, diversità, ecc.
Esiste il problema del relativismo, cioè una superficialità in cui non ci sono più valori imperanti, tutto è relativo … tutto è possibile.
La nostra società odierna è impregnata dall’ individualismo, in cui non esiste più il noi, ma il dominio di sé … non conta la volontà del noi, ma quella dell’individuo.
Un altro problema è l’eliminazione della tradizione … non esiste più un passato … una storia … mentre San Massimiliano Kolbe poneva attenzione a ciò che vi era prima di lui ed era radicato nella tradizione, dalla quale ha preso anche la sua devozione a Maria. Per l’uomo odierno esiste solo il qui ed ora … l’oggi, tutto il resto non esiste.
Oggi c’è un trionfo dei sensi, non c’è l’attenzione per lo spirituale, ciò che conte è la bellezza esteriore … l’esaltazione dei sensi.
Un altro fenomeno è il consumismo che devasta la nostra società.
San Massimiliano Kolbe cosa ci direbbe di fare come militi?
Egli dice che la M.I. è universale, ma deve essere soprattutto trasversale, cioè è chiamata ad essere presente in tutti i settori della società: politica, lavoro, famiglia, ecc.
P. Raffaele Di Muro ci invita a non perdere lo spirito missionario, ma ad impegnarci per essere presenti in ogni contesto sociale.
Prima di intervenire nel contesto in cui viviamo, ci consiglia di conoscerlo e di partecipare agli incontri della M.I., nei quali veniamo formati per essere pronti a dare risposte adeguate al tempo che viviamo.
Cerchiamo di non essere ingenui e di coniugare le due dimensioni, quella del sociale con quella delle risposte che la M.I. può effettivamente offrire.
Una domanda che possiamo porci è “Che risposte dà la Milizia dell’Immacolata delle Marche alle esigenze del tempo?”.
San Massimiliano Kolbe basava tutto il suo lavoro sul dialogo … era padre di tutti.
P. Raffaele Di Muro sottolinea che la mancanza più grande della M.I. è il non dialogare con l’altro … in questo siamo molto indietro.
Alla fine del Centenario egli afferma che San Massimiliano Kolbe non sarebbe contento di noi perché abbiamo ridotto la M.I. solo ad un incontro di preghiera del Rosario, mentre dobbiamo essere missionari.
Riscopriamo il spirito missionario per essere più incisivi nel nostro tempo … per essere capaci di far sentire la nostra presenza nella società offrendo risposte adeguate agli interrogativi posti dall’uomo moderno.
Dopo una breve pausa, il Presidente Regionale Giovanni Gentilini comunica che, a causa di problemi organizzativi e per il desiderio di stare insieme a p. Raffaele Di Muro, si è deciso di annullare i laboratori di gruppi.
Egli inoltre sottolinea l’importanza di conoscere il nostro fondatore San Massimiliano Kolbe e di portare la nostra Medaglia Miracolosa con fiducia e non come un feticcio.
A questo punto riprende la parola p. Raffaele Di Muro, il quale cerca di rispondere al quesito di attirare i giovani nel nostro movimento. Egli fa l’esempio della Croazia dove i giovani sono stati inclusi nella preparazione dei musical, oppure, in molti gruppi M.I. si attivano iniziative nel sociale come il volontariato, la costituzione di un coro, ecc., questo perché i giovani si sentono attratti da queste realtà.
Un’altra attenzione dei giovani è diretta all’aiuto alle persone di strada … agli ultimi … agli emarginati.
Molti conoscono Padre Kolbe proprio attraverso queste attività e, solo in seguito ad esse, decidono di divenire militi.
P. Raffaele Di Muro precisa che nel dialogo con l’altro dobbiamo comunque mantenere il nostro credo, il nostro amore per Maria … siamo chiamati a testimoniare ciò che siamo e ciò in cui crediamo, con rispetto.
Dobbiamo far conoscere il nostro DNA mariano … il nostro DNA kolbiano.
Il Presidente Internazionale ci informa sugli Scritti Giuridici di Padre Kolbe, il quale teneva molto all’organizzazione, in quanto un movimento ben organizzato continua a vivere.
Le norme fanno vivere un’associazione, ma anche cambiando le persone presenti in essa,a seconda delle situazioni del momento (la perdita di una persona, il cambiamento di un incarico, ecc.).
Attraverso l’organizzazione la Milizia dell’Immacolata è divenuta molto forte nel territorio polacco, giapponese e nella Romania. Anche in Italia è forte l’organizzazione, soprattutto, grazie ai Consigli Regionali.
Noi in Italia abbiamo gli Statuti Generali e Nazionali che ci consentono di mandare avanti l’associazione, per farla vivere nel tempo.
Essi che cosa prevedono?
In primo luogo prevedono la presenza di una sede centrale, che per noi è situata a S. Teodoro a Roma, questa ci fa sentire famiglia in tutto il mondo.
La Milizia dell’Immacolata è chiamata a percepirsi una famiglia nel mondo … purtroppo in questo non siamo ancora maturi … facciamo fatica ad uscire dalle nostre realtà.
Gli statuti ci invitano a lavorare insieme per lo stesso obiettivo … dobbiamo sentirci nel mondo come una famiglia che cammina insieme.
La Milizia dell’Immacolata senza un’organizzazione alla base nel tempo rischierà di morire … di scomparire.
Possiamo avere bellissime attività, ma se non siamo insieme … se non siamo una famiglia unita non valgono a niente.
San Massimiliano Kolbe asseriva che se la M.I. non cammina insieme rischia di fare un lavoro a vuoto … non raggiungerà nessun obiettivo.
Lo Statuto deve essere per noi un modo per sentirci una famiglia in tutto il mondo.
Un altro aspetto degli Statuti è che in esso è previsto un ricambio, cioè le persone che svolgono un incarico lo possono fare massimo per 2 mandati, poi si deve cambiare.
Un altro elemento è che i frati devono essere Assistenti della M.I. e non Presidenti della stessa.
Il ricambio è necessario perché il movimento ha bisogno di freschezza … di nuove idee.
Gli Statuti prevedono che il Consigliere sia una persona attiva … che sia coinvolto nelle attività … questo anche per non sovraccaricare di lavoro un’unica persona appartenente al Consiglio Direttivo.
La prima conseguenza di questi Statuti è che in gran parte del territorio cambierà il Presidente, questo ci ricorda che Padre Kolbe non si impossessò mai delle sue opere … la M.I. non è di una persona … è di una famiglia … dove non c’è ricambio c’è morte.
Quando una persona lascia un incarico farà il milite e la sua ricchezza esperienziale verrà utilizzata in altro modo.
Il ricambio porta freschezza e ricchezza spirituale.
Gli Statuti prevedono la rivalorizzazione dei tre livelli della M.I. … tutti sono importanti e sono chiamati a vivere in comunione.
rilevante è la sede locale del gruppo, che è il cuore dell’organizzazione.
P. Raffaele Di Muro ci invita a lavorare in comunione attraverso varie attività: formazione, missione, preghiera o altro. Il lavoro locale è preziosissimo, il volto della M.I. si manifesta proprio attraverso il centro locale.
Per lavorare in comunione occorre un buon discernimento, una preghiera costante, ma non dimentichiamo la struttura che ci deve essere alla base di un’associazione, essa rappresenta le fondamenta della stessa.
Possiamo concludere con lo slogan: “Kolbe tradizione ed evoluzione”, questo per far comprendere a tutti che la tradizione ci permette di essere più incisivi nella realtà in cui viviamo.
Una signora di Jesi chiede se p. Raffaele Di Muro è sia Presidente che Assistente, inoltre, se è previsto una comunione della M.I. con altri gruppi di preghiera.
Egli risponde alla prima asserendo che questa è una situazione anomala che nel 2019 avrà fine.
Per quanto concerne la seconda domanda egli suggerisce di non fare doppie appartenenze perché non è facile portare avanti più cammini, ma è bene comunque vivere in comunione con gli altri movimenti.
La Responsabile della M.I. di Carpegna Carla Bernardini afferma che questi incontri sono molto arricchenti e informa che nella sua realtà hanno aderito alla proposta di “ Un solo corpo un solo spirito” dove i diversi movimenti parrocchiali si sono riuniti in preghiera ognuno con la propria spiritualità. Inoltre, sottolinea che è molto bello l’invito alla missionarietà, ma è importante anche la preghiera, infatti, attraverso di essa Padre Kolbe ha costruito il suo rapporto con Maria e ha fondato la Milizia dell’Immacolata.
P. Raffaele Di Muro afferma che la preghiera rappresenta la base della vita di un cristiano, mentre l’apostolato ne è una conseguenza.
Interviene p. Sergio Cognigni Assistente M.I. dell’Umbria, il quale afferma che dobbiamo portare le persone a consacrarsi a Maria, aiutare tutti a riscoprire nella Consacrazione all’Immacolata la strada verso la santità. Il nostro scopo è quello di portare tutti in Paradiso senza fermarci al numero dei gruppi o delle persone che riusciamo a costituire e a far divenire M.I.2.
Prende la parola Cinzia Castellani Responsabile della M.I.di Marina di Montemarciano, la quale sottolinea l’importanza di non perdere i contatti con i militi della M.I.1 per essere sempre uniti e in comunione con tutti i fratelli.
P. Mauro Valentini ci pone la domanda “ Tornando ai nostri gruppi da domani cosa cambia?”.
Nelle nostre realtà prima di intervenire per portare dei cambiamenti siamo chiamati a:
– osservare ciò che abbiamo intorno;
– riflettere in comunione per comprendere cosa fare;
– giudicare;
– agire concretamente.
Con queste parole si chiude la prima parte della giornata.
Dopo la pausa pranzo, il Presidente Regionale Giovanni Gentilini ricorda che il 4 Febbraio verrà organizzato l’incontro di Formazione per i formatori. Le nuove argomentazioni che verranno trattate nel corso della preparazione alla Consacrazione sono le seguenti:
1) Introduzione al cammino di fede: Consacrazione Battesimale e Consacrazione all’Immacolata;
2) Maria donna della Fede nella Bibbia, nel magistero della Chiesa e nella devozione popolare;
3) Maria l’Immacolata Concezione nel piano della salvezza e nelle apparizioni;
4) San Massimiliano Kolbe profeta dei nostri difficili tempi;
5) Il carisma di S. Massimiliano Kolbe nella dottrina sociale della Chiesa;
6) La Milizia dell’Immacolata e la Medaglia Miracolosa ;
7) La Preghiera e la preparazione alla Consacrazione .
Il Centro Regionale per organizzare i corsi di formazione in preparazione alla Consacrazione è stato aiutato dai Delegati Zonali presenti nelle diverse Aree, i quali vanno contattati dai Presidenti locali per qualunque cosa essi desiderino organizzare (formazione, catechesi, iniziative, ecc.).
I Delegati Zonali sono i primi che devono essere contattati e fanno da intermediari con il Presidente ed Assistente Regionale.
L’organizzazione delle varie attività ed iniziative è importante per far sì che le cose vadano bene e che come associazione cresciamo.
Un aspetto fondamentale è quello di riconoscere i Delegati Zonali e la loro funzione.
Interviene p. Mauro Valentini ricordando che, quando si passa da un carisma ad una associazione è necessario mettere delle regole, le quali possono starci strette, ma ci consentono di raggiungere la meta, altrimenti ci disperderemo con il rischio di non essere credibili.
Si apre l’argomento sulla Formazione per la Consacrazione all’Immacolata.
La Formazione nei prossimi mesi sarà attivata nei seguenti gruppi M.I.:
– Tolentino;
– Filottrano.
– Jesi.
Il Consiglio Regionale ha deciso che di Consacrazioni ne avverranno 2 per ogni Area, la cui coordinazione spetta al Delegato Zonale.
Riguardo le catechesi, si è deciso, che gli argomenti propri della M.I. (Kolbe, le Apparizioni e la Medaglia Miracolosa) verranno trattati da relatori della Milizia dell’Immacolata o dal Consiglio Regionale; mentre la preparazione al Rito della Consacrazione la può fare il Delegato Zonale.
Il Presidente Regionale invita a non rendere statica la Milizia dell’Immacolata, ma è bello poter conoscere le altre realtà appartenenti alla nostra associazione.
P. Mauro Valentini sottolinea che la scelta del luogo della Consacrazione può rispondere all’invito di muoversi per conoscere le realtà limitrofe. In armonia con il Delegato Zonale si può organizzare momenti di vita comunitaria, soprattutto, tra i gruppi appartenenti alla stessa Area Zonale. Egli afferma che evangelizzare in comunione significa camminare insieme sulla base del Vangelo, la Parola di Gesù, inoltre ci ricorda che come seguaci di Cristo siamo sempre sotto attacco, non saremo esenti dalle prove.
Il Vicepresidente di San Severino Antonio Alaia pone la questione sugli argomenti per la Formazione in preparazione alla Consacrazione, tra i quali alcuni sono molto corposi, per cui sarebbe opportuno farli in due momenti diversi.
Il Presidente Regionale risponde che durante la Formazione si trasmette a grandi linee i concetti fondamentali della M.I., poi nella Formazione continua che avverrà nel proprio centro locale essi verranno sviscerati.
La Presidente locale di Mogliano Maurizia Schifano sottolinea che per chi appartiene alla M.I.1 questa infarinatura è poco, forse se si approfondisce di più molti potrebbero desiderare di far parte della M.I.2.
Il Presidente Regionale Giovanni Gentilini accoglie questa provocazione, asserendo che per le forze attuali non possiamo dare che un’infarinatura, ma ora con i nuovi possibili formatori la preparazione potrà essere più approfondita per consentire un discernimento più profondo.
P. Mauro Valentini asserisce che la preparazione per il cammino di fede è fondamentale, magari in futuro si potranno aumentare gli incontri, ma le persone già militi possono approfondire le argomentazioni grazie ad una formazione continua, permanente. La preparazione per la Consacrazione va svolta da persone che conoscono la nostra associazione e va vissuta con serietà e responsabilità.
Egli ricorda che la rigenerazione della M.I. passa attraverso la rigenerazione dei militi, la quale conduce ad un cammino di santità … la rigenerazione è una grazia e Maria è la dispensatrice di tutte le grazie.
La Missionaria Maria Laura sostiene che il mondo oggi ci pone molti quesiti e noi dobbiamo dare ragione del nostro credere offrendo risposte coerenti e credibili, per questo la formazione del cristiano è continua … dura tutta la vita. Il nostro Assistente Regionale ci rammenta le parole di S. Pietro che ci esortava a dare ragione del nostro credere.
Una signora del gruppo M.I. di Fermo fa notare che quando si è consacrata vi erano presenti molte persone appartenenti ad altri movimenti, poi dopo il Rito non si sono più fatti vedere … lei afferma che solo la Milizia dell’Immacolata offre questa possibilità di Consacrasi a Maria.
P. Mauro Valentini afferma che noi siamo consacrati a Maria e tutto di noi deve parlare di Lei … bisogna trasmettere amabilità.
La Presidente di Tolentino Annarita Cespi sostiene che le catechesi di Formazione possono essere sufficienti anche se sono solo 7 perché quando la chiamata è di Maria c’è anche continuazione e interesse a intraprendere un cammino … se la chiamata c’è la persona rimane comunque.
La Presidente di Carpegna Carla Bernardini conferma le parole di Annarita Cespi, in quanto lei stessa non ha fatto nessuna preparazione, ma è 20 anni che porta avanti la causa di San Massimiliano Kolbe, la Formazione è avvenuta dopo strada facendo.
L’Assistente regionale sottolinea che la Formazione serve per mettere le fondamenta, sulle quali permettere di far lavorare la grazia attraverso l’azione dello Spirito Santo.
Il Presidente locale di Trodica di Morrovalle Esildo Rossetti sottolinea che nella sua realtà ci sono troppi ma e troppi se e questo non va bene per la Madonnina, ma bisogna capire come fare per poter organizzare i corsi di preparazione alla Consacrazione, inoltre nella Formazione dei formatori non è sufficiente uno o due incontri per rendere capaci le persone ad argomentare le varie tematiche precedentemente citate.
Il Presidente Regionale afferma che quando vi saranno nuovi formatori le possibilità di fare più corsi nella stessa Area Zonale aumenteranno, invece, per quanto concerne la Formazione dei formatori sicuramente non si svilupperà solo in un incontro.
La Vicepresidente del gruppo M.I. di Filottrano Clara Pisacane si chiede se non sia opportuno fare degli argomenti per capire quanto in realtà la persona è convinta di fare la consacrazione … per renderla consapevole del cammino che ha iniziato ad intraprendere. La questione è quella di interpellarsi sulla quantità e/o sulla qualità delle catechesi proposte.
P. Mauro Valentini sostiene che quando veniamo chiamati dobbiamo dare una risposta, ma la vera questione è che la fede è in calo … gli uomini non hanno tempo di pensare a Dio … di dare una risposta alla Sua chiamata.
Una milite di Osimo Giovanna Burattini afferma che il nostro sì sincero verrà sempre sostenuto da Maria … dal suo sì umile … dobbiamo essere il riflesso di questo sì dato da Maria alla chiamata di Dio.
Alle 16.00 ci siamo trasferiti tutti in Basilica per partecipare alla celebrazione Eucaristica presieduta da p. Mauro Valentini. Oggi si è letto il Vangelo di Giovanni cap.1, 35-42 nel quale possiamo cogliere il tema centrale, la vocazione. Essa ci chiama all’azione.
P. Mauro Valentini sottolinea che Dio ci chiama a servirlo per poi inviarci.
Nella prima lettura presa dal libro di 1Samuele cap.3b-10.19 Dio chiama il giovane di notte. Perché? Semplicemente perché nella notte c’è il silenzio e in esso si può ascoltare la voce del Signore. In un mondo immerso nel caos come il nostro, spesso non si riesce a percepire la presenza di Dio né nella Liturgia né nella preghiera e tanto meno nel nostro fratello.
Egli afferma che nella vita di fede c’è bisogno di discernimento e per averlo abbiamo necessità di una guida. A volte noi non riusciamo a riconoscere il Signore negli eventi della nostra vita, questo perché non ne abbiamo fatto esperienza, la quale fa sorgere in noi la passione che ci spinge all’annuncio.
Dio ci chiama ad essere suoi servi. Il termine servo non ha un significato negativo, bensì indica una persona che con umiltà e disponibilità si mette a disposizione di Dio nella realizzazione del Suo progetto. Per essere suoi servi non dobbiamo mai distogliere lo sguardo da Gesù … dalla sua persona … dal suo esempio. Ma per conoscere Cristo siamo chiamati a trascorrere del tempo con Lui e darci tempo per ascoltare la Sua Parola … per farla maturare dentro di noi e viverla con le opere.
Segretaria Regionale
Simona Sampaolesi