Oggi, Domenica 17 Gennaio 2016 alle ore 9.00, i Gruppi della Milizia dell’Immacolata – Marche , si sono riuniti c/o una sala parrocchiale della Chiesa di Sant’Antonio da Padova a Castelfidardo, per vivere il 3° incontro di Formazione “Educarci a servire: come l’animatore MI è chiamato ad essere testimone della Misericordia di Dio”.

L’incontro ha avuto inizio con un momento di preghiera, in cui in unità abbiamo recitato le Lodi Mattutine.

Il Presidente Regionale Giovanni Gentilini ha presentato il relatore Nicola Farinelli, il quale è un appartenente del Movimento dei Focolarini fondato da Chiara Lubich.

Nicola Farinelli ha sviluppato il tema “I rapporti personali e la comunicazione nella dinamica dei gruppi: testimone di unità”.

In apertura dei lavori p. Sergio Cognigni, Assistente spirituale della M.I.- Marche, ringrazia tutti i presenti per la loro disponibilità a partecipare a questi incontri formativi e, rileva, l’importanza di lavorare insieme e di essere sempre più maturi spiritualmente, nel camminare in modo autonomo.

A questo punto il Presidente Regionale, spiega come si articolerà la giornata di formazione. In seguito, ringrazia e presenta tutti i gruppi M.I. partecipanti all’incontro.

In totale hanno partecipato all’incontro 75 persone.

Egli precisa che questi momenti formativi sono diretti a far crescere i militi, e in modo particolare i responsabili dei gruppi, nel portare avanti il loro servizio nel modo più consono alla realtà in cui sono inseriti.

Dall’8 Dicembre 2015 si è aperto l’anno della Misericordia, nel quale ognuno di noi è chiamato a testimoniare la stessa all’interno dei propri gruppi e nella vita quotidiana nella quale ci troviamo ad operare.

Il nostro padre fondatore S. Massimiliano Maria Kolbe ci ricorda che siamo capaci di essere veri testimoni dell’amore di Dio attraverso l’abbandono fiducioso all’Immacolata. Sicuramente, nel nostro servizio, verremo contrastati dagli attacchi di Satana, il quale ci confonderà la mente con la fretta dei nostri tempi, la tentazione di impegnarci in mille attività, ma Lei ci aiuterà a vincerlo, dobbiamo solo riporre la nostra fede totalmente in Lei e in Cristo Gesù.

Il Presidente Regionale, attraverso il passo del Vangelo di Matteo cap.25, 1-13, ci ricorda che siamo chiamati a vigilare durante il nostro servizio per Dio attraverso la preghiera e il totale affidamento a Maria.

Terminato il discorso introduttivo del Presidente Regionale, prende la parola Massimo Camaioni Vicepresidente Regionale, il quale precisa che l’incontro di oggi è un approfondimento dell’intervento che Nicola Farinelli aveva già presentato nella formazione precedente. Egli evidenzia il fatto che, la formazione ci serve perché come responsabili non dobbiamo crescere solo nella conoscenza, ma anche nell’aspetto umano, in quanto abbiamo a che fare con persone che portano in sé un bisogno, una sofferenza, una speranza … tutto va colto nella sua interezza … una buona capacità comunicativa ci consente di poter accogliere l’altro e di raggiungerlo per aiutarlo a crescere nella fede e nella spiritualità.

A questo punto, Nicola Farinelli, prende la parola ed inizia ad illustrarci la sua relazione.

Egli afferma che il lavoro si dividerà in due momenti:

  • La relazione effettiva da lui elaborata;
  • La visione di un filmato inerente Chiara Lubich attraverso il quale ci verrà presentato il passaggio dalla comunicazione all’unità.

Nicola è un focolarino, ma in questo contesto ci invita a comprendere il carisma dell’unità, il quale è della Chiesa e di tutte le sue membra, non di un movimento in particolare.

Egli ci ricorda che sia San Massimiliano Maria Kolbe che Chiara Lubich sono stati due grandi comunicatori e, nelle loro grandi opere di apostolato evidenziano come la comunicazione sia un grande strumento di unità, ma alla base di tutto c’è l’uomo e la sua relazione con l’altro.

Dobbiamo porci delle domande: Come comunichiamo tra noi? Nel nostro gruppo? Come dobbiamo comunicare per arrivare all’unità?

Ognuno di noi ha l’esigenza di comunicare, ma riscontra delle difficoltà nel farlo per mancanza di tempo o per altre problematiche. Ma perché vi sia una comunicazione efficace è importante che ci sia un dialogo. Esso è volto a far sì che, in una relazione avvenga un incontro autentico tra le persone coinvolte. Per esserci un dialogo ci devono essere i seguenti elementi:

  • ASCOLTO: il quale richiede un’effettiva attenzione alla realtà dell’altro. Quindi siamo chiamati a chiederci “come mi metto in ascolto dell’altro?”. Posso ascoltare se:
  • Ascolto per capire;
  • Metto da parte le mie opinioni;
  • Non interrompo l’altro che parla;
  • Controllo la mia impazienza.

Esistono dall’altra parte alcune modalità che mettono in luce un mancato ascolto:

  • So già dove l’altro vuole arrivare;
  • Ascolto solo per dare dei consigli;
  • Presunzione di conoscere bene l’altro.

Nicola ci porta un esempio di un religioso luterano, il quale asseriva che il primo servizio è l’ascolto dell’altro. Il rapporto con Dio parte dall’ascolto della Sua parola, così come il rapporto con l’altro parte dall’ascoltare ciò che ha da dire. Il pericolo è che l’uomo che non ascolta il suo fratello finisca per non ascoltare più neanche Dio, ciò è la causa della sua morte spirituale. In questa morte l’uomo non ha più tempo né per l’altro né per Dio, ma solo per se stesso.

  • ACCETTAZIONE: si accetta l’altro in quanto realtà diversa dalla mia. Qui la diversità viene percepita come una ricchezza-risorsa, non come un ostacolo nella comunicazione con l’altro. Siamo chiamati ad evitare di:
  • Portare l’altro a pensare come noi;
  • Ad agire come noi.

Quando avviene questo arriviamo a una chiusura della comunicazione.

  • DISPONIBILITA’ AL CAMBIAMENTO: il dialogo è una porta aperta al cambiamento, se non credo questo, se non esco da me stesso e dalla mia posizione resto distante dall’altro. Il cambiamento include la capacità di entrare nella cultura dell’altro, nel suo modo di fare e pensare, non dobbiamo cadere nei pregiudizi.
  • SINCERITA’: il dialogo può essere turbato dalla:
  • Menzogna, bugia;
  • Ognuno deve avere la certezza che quello che viene dall’altro sia vero, autentico.
  • FIDUCIA: nel dialogo siamo chiamati a:
  • Aprirci con fiducia;
  • Affidare all’altro la propria realtà. Ma qui dobbiamo chiederci” Si può comunicare tutto al gruppo (tristezza, gioia, delusioni, idee, bisogni)?”. Ogni cosa va comunicata nel modo e nel momento opportuno, noi siamo chiamati a dare il positivo al gruppo, ciò che lo fa maturare spiritualmente non ciò che lo contrista.

Nel gruppo è importante condividere insieme le proprie esperienze spirituali, per amore dell’altro … condivisone intesa come un dono all’altro e non come un vanto personale. Dobbiamo fare attenzione ai buoni motivi che ci spingono a non comunicare con l’altro:

  • L’altro non può capire;
  • Se glielo dico si può dispiacere.

Nicola sottolinea che il dialogo è il fondamento della comunicazione, mentre il fondamento del dialogo è l’ascolto. Ascoltare vuol dire:

  • Dare fiducia all’altro;
  • Non interromperlo;
  • Cogliere l’implicito, il “non detto” che nasconde ciò che veramente vuole dire;
  • Fare attenzione alla comunicazione non verbale;
  • Mostrare interesse-pazienza.

Goethe affermava che “… se parlare è un bisogno, ascoltare è un talento …”

La vera comunicazione si costruisce nel tempo attraverso:

– la condivisione;

– il desiderio di conoscere e migliorare se stessi;

– il desiderio di superare le incomprensioni e i conflitti che in una relazione possono nascere.

Si può concludere questa parte asserendo questo: comunicare per amare, amare per comunicare.

 

Terminata la prima parte della relazione, Nicola ci fa vedere un video riguardante una conferenza tenuta da Chiara Lubich, nella quale ella dona il suo carisma a circa 200 persone presenti in aula.

Chiara Lubich durante la sua conferenza pone la seguente domanda “Chi è che fa l’unità?”

L’unità la fa Dio … è l’ideale di Gesù … e la Chiesa crea l’unità tra i fedeli e tra loro e Dio.

L’unità è opera di Dio.

Gesù ci insegna che per fare unità dobbiamo guardare i nostri fratelli con gli occhi di Dio, in questo modo possiamo creare una fratellanza universale, la quale ci libera dalla schiavitù della divisione … essa ci fa spalancare il cuore e rompere gli argini dello stesso verso tutti … indistintamente.

Se siamo tutti fratelli dobbiamo amare tutti, bisogna amare il prossimo, ma quale prossimo? Quello che mi passa avanti nel momento presente.

Qualcuno si potrebbe chiedere “Com’è l’amore cristiano?”. Esso ci chiede l’umiltà, tendere all’esempio evangelico, servire il nostro fratello … servire tutti. Allora possiamo domandarci “Come devo servire?”Gesù ci insegna a servire concretamente … farsi uno con gli altri, vivere l’altro, i suoi sentimenti, i suoi pesi, le sue gioie. Farsi uno per amore esige la morte di noi stessi, ma Cristo è in noi e noi viviamo così in Lui e attraverso Lui.

San Paolo ci esortava a farci tutto in tutti.

Questo modo di agire conquista l’altro, il quale si sente amato e di tale amore desidera a sua volta amare. Facendo così diveniamo due cuori uniti e dove due o più persone sono unite lì c’è Cristo.

L’unità è la presenza di Cristo in mezzo a noi, la quale ci dona i suoi frutti:

  • Pace;
  • Gioia;

Dove c’è unità c’è lo Spirito di Gesù. Come sperimentiamo la presenza di Gesù? Egli ci lasciò detto che sarebbe restato con noi … la sua presenza la sperimentiamo:

  • Nella Chiesa;
  • Nel sofferente;
  • Nell’Eucaristia;
  • Nell’unità.

Chiara Lubich sottolinea che il mondo, oggi, guarda al testimone, cioè a colui che mette in pratica più che predicare, basti guardare Madre Teresa di Calcutta.

Si chiude con queste parole la parte dell’ascolto per aprirci ai lavori di gruppo, ma prima p. Sergio Cognigni ci ricorda che San Massimiliano Maria Kolbe diceva “Solo l’amore crea …” I militi sono chiamati a testimoniare l’amore nel mondo per portare il seme della conversione, ma per fare questo dobbiamo metterci in ascolto dell’altro, partendo proprio dalle persone che Dio ci ha affidato all’interno dei nostri gruppi. Sicuramente, Satana ci attaccherà, ma non facciamoci imbrogliare! Dobbiamo ascoltare l’altro … ascoltare anche ciò che non riesce a dire, ma l’ascolto è un dono di Dio e come tale va richiesto con la preghiera.

 

Il Presidente Regionale divide le persone presenti in 4 gruppi – lavoro:

  • Gruppo Giallo guidato da Massimo Camaioni;
  • Gruppo Giallo Bis guidato da Luca Capriotti e Cristina Bonifazi;
  • Gruppo Rosa guidato da Vincenzo Ricco;
  • Gruppo Rosa Bis guidato da Rossella Petroselli e Simona Sampaolesi.

Questi gruppi, collocati in stanze diverse, dovranno fare un lavoro e delle riflessioni aiutati dalle seguenti domande:

  1. Come viviamo nei nostri gruppi l’ascolto?
  2. Riusciamo a condividere i nostri sentimenti, idee, ecc..? In che modo?
  3. Nel confronto ci confrontiamo o discutiamo?
  4. Chiara Lubich ci ha presentato il valore dell’unità, come ne facciamo concretamente esperienza nei nostri gruppi?

 

Il frutto di questo lavoro verrà discusso nella seconda parte della giornata.

 

Alle ore 15.00 inizia la seconda parte dell’incontro di formazione.

Il Presidente Regionale Giovanni Gentilini e l’Assistente Regionale p. Sergio Cognigni chiamano i vari referenti dei gruppi per esporre il loro lavoro, rispettando il seguente ordine:

  • Gruppo Giallo guidato da Massimo Camaioni: Massimo Camaioni delinea che nel suo gruppo le persone sostengono che, coloro che riescono ad accogliere l’altro si rivelano più capaci nello stabilire rapporti umani. I gruppi nuovi si sono rivelati più versatili nell’accogliere l’altro. Comunque, si è evidenziata la necessità di fare più comunione all’interno dei gruppi, in quanto la vita spirituale che sperimentiamo in essi deve incidere anche sulla quotidianità che viviamo al di fuori degli incontri. Molti sono riusciti a vivere la comunione attraverso mezzi di comunicazione, le visite domiciliari, ecc. Si è rilevata l’importanza di conoscersi meglio nel gruppo, credere di più nello stare insieme senza preoccuparsi del numero di persone che frequentano gli incontri.
  • Gruppo Giallo Bis guidato da Luca Capriotti e Cristina Bonifazi: Donatella Coppari sottolinea che la fretta è un elemento tipico del nostro tempo, il quale chiude le porte alla comunicazione, la quale chiede tempo. L’ascolto dell’altro se è autentico conduce al cambiamento. All’interno di un gruppo, la condivisione deve essere concreta, si deve esprimere con la vicinanza all’altro nel bene e nel male. Importante è l’ascolto tra i membri del gruppo, soprattutto, ascoltare le situazioni più difficili, come ci diceva S. Francesco d’ Assisi “… siamo chiamati a trattare il nostro fratello come una madre tratta un figlio …”. Nel rapporto con l’altro è necessario fare attenzione ai dettagli, ai piccoli gesti di attenzione, come una semplice carezza.
  • Gruppo Rosa guidato da Vincenzo Ricco : Vincenzo Ricco riferisce che, nei gruppi si dedica molto ascolto alle catechesi, ma poco tempo viene dedicato alla condivisione tra i membri dello stesso. A volte si preferisce riempire il tempo degli incontri con fugaci Rosari, per poi salutarsi, piuttosto che confrontarsi con la sofferenza o il bisogno dell’altro. Egli sottolinea che l’unità nel gruppo si vive anche partecipando alle iniziative o attività (come questa formazione) promosse dal movimento stesso al quale si appartiene.
  • Gruppo Rosa Bis guidato da Rossella Petroselli e Simona Sampaolesi : Simona Sampaolesi riferisce che dal lavoro è scaturita l’esperienza comune di un poco ascolto all’interno dei gruppi, per diverse motivazioni come la mancanza di tempo, la concentrazione nella preghiera o adorazione, ma in particolare perché siamo poco educati ad ascoltare. Nei gruppi c’è timore ad aprirsi, in quanto a volte siamo condizionati dai nostri pregiudizi. Comunque, è importante che la condivisione che si vive nel gruppo venga rispettata e non diventi motivo di pettegolezzi, inoltre, è importante pregare lo Spirito Santo prima di condividere, in quanto Esso ci guida su ciò che è rilevante affrontare in quel dato momento. L’unità va vissuta all’interno della parrocchia con gli altri gruppi presenti in essa, in quanto tutti serviamo e lo facciamo non per avere un “grazie” dall’altro, bensì solo da Cristo che abita in noi. Indipendentemente dal gruppo di appartenenza, l’ascolto è fondamentale, in quanto chi ha avuto un dono è chiamato a condividerlo con l’altro per amore. Inoltre, la preghiera richiede la lettura del Vangelo che non è semplice meditazione, ma un vivere la parola nella propria quotidianità. Tutti rivelano la necessità di vivere la comunione del gruppo al di fuori degli incontri, per esempio attraverso l’uso degli strumenti tecnologici.

 

Terminata la sintesi dei lavori svolti durante la mattinata, il Presidente Regionale Giovanni Gentilini ci dà delle comunicazioni riguardanti sia il Centro Nazionale che quello Regionale. Possiamo così riassumerli:

  • Il Cavaliere dell’Immacolata verrà rinnovato nella sua forma e nei suoi contenuti, per cui ci invita a rinnovare il nostro abbonamento al costo di €.20,00;
  • Da alcuni gruppi della nostra regione è arrivata una critica sul formato di “un anno con Maria”, la quale è stata accolta e condivisa dal Centro Nazionale per cui dal prossimo anno verrà modificato;
  • Il Centro Nazionale ritornerà a Roma e, momentaneamente, verrà collocato al Seraphicum. A Bologna il materiale cartaceo non verrà trasferito, tra cui il libro “Gli Scritti”, per cui siamo invitati ad acquistarlo a prezzo scontato, così come ad Ancona ci sono ancora copie di “Come un idrovolante” da acquistare a buon prezzo. Libri questi che sono importanti da conoscere per un responsabile dei gruppi M.I.;
  • Il logo del Centro Internazionale e Nazionale è stato modificato, mentre quello nostro per il momento resterà lo stesso;
  • Il 15-16 Ottobre 2016 ci sarà La giornata Nazionale della M.I. a San Giovanni Rotondo;
  • Il 5-6 Febbraio ci saranno le votazioni per il nuovo Presidente Internazionale, dato che sono passati tre mesi dalla morte del precedente Raffaella Aguzzoni. A questo proposito si ricorda a tutti i gruppi che devono rinnovare il proprio consiglio a farlo al più presto.

A questo punto p. Sergio Cognigni interviene per rispondere ad alcune lamentele riguardanti le medaglie miracolose, le quali hanno stelle a sei punte invece che cinque. Egli ricorda che le medaglie una volta benedette non fa più differenza se ci sono stelle a cinque o sei punte, non dobbiamo cadere in queste mere superstizioni o timori infondati sulla massoneria.

Fatta questa dovuta precisazione, il Presidente Regionale ci ricorda alcuni impegni Regionali:

  • Il 2° incontro di formazione 2016 si terrà il 17 Aprile 2016 sempre a Castelfidardo e verrà sostenuto da Emanuela Sponda – MPK;
  • Il 27-28 Febbraio 2016 il Consiglio Regionale organizzerà un week-end di spiritualità a Loreto, il quale è per i consiglieri regionali e per coloro che sono interessati. Si prendono un massimo di 30 persone e si prenota tramite la segreteria regionale;
  • A Giugno ci sarà un Pellegrinaggio Regionale a Roma di un giorno, per manifestare il nostro sostegno alle intenzioni del Papa e per vivere insieme l’anno giubilare. La data verrà fissata e comunicata più avanti;
  • Il 14 Luglio a Loreto è diventato un incontro regionale in conclusione del nostro anno sociale. Ci sarà la recita del s. Rosario e la S. Messa, poi un momento di convivialità da vivere tutti insieme;
  • Per quanto concerne i Pomeriggi Mariani per ora lo ha fissato solo la zona del S. Vicino per il 3 Aprile 2016 a Treia, le altre zone sono invitate a comunicare presto le loro date.

 

Terminate le comunicazioni, p. Sergio Cognigni ricorda e invita i militi a partecipare alla celebrazione del matrimonio di Giovanni e Simona che si terrà l’8 Maggio a S. Giuseppe da Copertino alle ore 11.30, per poi vivere un breve momento di convivialità insieme.

Inoltre, invita i gruppi che vogliono attivare un corso di formazione in preparazione alla Consacrazione, a contattare Simona Sampaolesi per stabilire un calendario di incontri, non solo, ma precisa che il Centro Regionale se c’è bisogno andrà a tenere le catechesi, ma i gruppi sono chiamati ad individuare nelle loro realtà se vi sono persone adatte a divenire un futuro relatore, sempre comunicandolo prima al Consiglio regionale e all’Assistente Regionale in particolare.

 

Concluso il lavoro pomeridiano, alle ore 17.00 ci siamo trasferiti in Chiesa per la celebrazione della S. Messa.

Finisce così il nostro primo incontro di formazione.

Buon cammino a tutti … con l’augurio di essere veri Apostoli dell’amore e della Misericordia di Dio a partire, come disse Chiara Lubich, dal prossimo che ci passa accanto nel momento presente, per accoglierlo ed amarlo con il cuore di Cristo.

 

 

Segretaria Regionale

Simona Sampaolesi

 

 

 

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