Oggi, Domenica 24 Novembre 2019 alle ore 09.15 i Gruppi della Milizia dell’Immacolata – Marche , si sono riuniti c/o la sala S. Francesco del Convento – Santuario San Giuseppe da Copertino a Osimo, per vivere l’ 11° Incontro di Formazione: “Riscopriamo l’attualità del carisma kolbiano, splendida via di santità .”

L’incontro ha avuto inizio con un momento di preghiera, in cui in unità abbiamo recitato le Lodi Mattutine. Successivamente, il Presidente Regionale Giovanni Gentilini ha salutato e ringraziato tutti i gruppi presenti all’incontro. Inoltre, ha partecipato alla Formazione anche la Missionaria dell’Immacolata – PK di Bologna Emanuela Sponda.

In totale hanno partecipato all’evento 50 persone circa.

L’incontro è stato guidato dal frate p. Andrea Patanè dei Frati Francescani Missionari del cuore di Gesù e di Maria Immacolato, il quale ha sviluppato il tema “Riscopriamo l’attualità del carisma kolbiano, splendida via di santità .”

Padre Andrea, oggi, intende parlare di santità partendo dalla vita vissuta di Kolbe, precisando che per essere santi basta ricordare poche cose, l’importante è metterle in pratica.

Egli ci informa che Padre Kolbe nel 1920 quando scrisse il suo Regolamento di Vita si basò sul Vangelo, ma la differenza tra lui e noi è che ebbe il coraggio di mettere in pratica ciò che emerse dalle sue riflessioni e dal suo studio personale .

Siamo nell’8 Gennaio del 1894 anno in cui nacque San Massimiliano Maria Kolbe in una terra, la Polonia, che non era più la stessa a causa della guerra e della Chiesa Protestante che desiderava far fuori la Chiesa Cattolica.

Lui nacque in una Polonia che si ritrovò a dover riscoprire la propria identità cattolica.

La casa di Kolbe vive di una attività tessile e un negozietto di alimentari, in un ambiente con segni cattolici. La vita familiare era determinata dalla fede e dalla disciplina. Egli era un bambino pieno di gioia, sveglio e ubbidiente. Per tutta la vita Padre Kolbe espresse gioia ed entusiasmo, in ogni cosa .

Da bimbo ebbe la visione delle due corone, una bianca e una rossa, che segnerà tutta la sua vita spirituale incentrata sulla ricerca della santità e sul desiderio di testimoniare Cristo nella vita.

Kolbe desiderava fare studi classici, ma per volontà della famiglia intraprenderà un cammino di studi economici.

Nel 1907 la sua terra venne visitata dai frati conventuali che daranno un’impronta alla sua vita spirituale. Ed è proprio in questo cammino che nasce il desiderio di servire Maria. In tutta la sua vita Padre Kolbe ha sperimentato la presenza di Maria …  in ogni istante della sua vita.

Egli inizierà a combattere per la sua Maria con la preghiera, in particolare recitando Sub tuum Praesidium.

Padre Kolbe inizia il suo noviziato e nel quale emergono tre aspetti del suo comportamento cristiano:

  • Obbedienza;
  • Preghiera;
  • Consacrazione all’Immacolata.

Nel 1911 fa la sua professione di fede, segnata sempre da un grande zelo e amore per Dio, infatti, egli faceva ogni cosa orientando lo sguardo al suo Creatore.

Nel 1912 sceglie di andare a Roma dove dai suoi scritti troviamo molti aspetti inerenti il suo concetto di santità.

Partiamo dalla domanda: “Qual è il fine dell’uomo?”

Egli scrisse: Rivolgi la tua sete di Gloria alla ricerca della gloria di Dio. Il fine dell’uomo è la gloria di Dio, il fine del religioso è maggiormente rivolto alla Gloria di Dio.

I mezzi per fare questo sono:

  • Intelletto: per conoscere Dio, attraverso la meditazione profonda della Parola del Signore. Egli prendeva una frase e la meditava tutto il giorno. Molto importante la Santa comunione quotidiana.
  • Cuore: per amare;
  • Volontà: servire fedelmente e compiere la volontà di Dio … la mia volontà è uguale alla Volontà di Dio … tutto puoi in colui che ti dà la forza attraverso l’Immacolata. Bisogna liberarsi dal mi va non mi va … mi piace o non mi piace … tutto va fatto con la stessa volontà e zelo per amore di Dio.

Kolbe si chiedeva: “Perché ricadiamo sempre negli stessi errori?”

Non posso vuol dire non voglio … non sono capace allora impara a fare … perché i nostri mezzi non sono fruttuosi? Perché non li mettiamo in pratica con volontà…. Dobbiamo tendere alla perfezione. Importante sono 2 aspetti:

  • Lavoro: al tuo lavoro offriti presto nell’intelligenza e nelle mani, ma il cuore è di Dio;
  • Preghiera: la preghiera e l’umiltà sono il successo di ogni apostolato.

Nel suo diaconato iniziato nel 1917, Padre Kolbe fa un incontro importante nella sua vita: l’incontro con gli scritti di S. Teresa di Lisieux.

Pensiamo che l’Immacolata abbia usato questi due santi per manifestarci ed indicarci la via della piccolezza, dell’abbandono e della confidenza. Entrambi desideravano la santità e amavano Maria.

Padre Kolbe considera S. Teresa come una santa cresciuta nell’amore dell’Immacolata e ne è colpito dall’amore interiore profondo, per questo dirà che l’unico nostro campo di combattimento è il CUORE.

Padre Kolbe impara uno stile da Teresina, ovvero,  Ella considerava Gesù come un aiuto per salire al Cielo e vedremo come per lui Maria diventerà l’ascensore per arrivare alla Santità, là dove come uomo non riesce a salire ad essa.

Santa Teresa era della convinzione che Dio si abbassa verso la propria creatura e l’annovera nella sua famiglia facendola, nel suo abbraccio, figlio.

Gesù non chiede opere grandi, ma solo l’abbandono. La ricerca della massima gloria di Dio, si tinge di amore e calore. Cerca perché lo ami di far gioire Gesù. Da Santa Teresa, Padre Kolbe assimila due insegnamenti:

  • Amore
  • Fiducia smisurata.

Kolbe ha imparato da Teresina  che, ciò che vale è il modo, l’intenzione e l’amore con cui facciamo le cose …  Essere come un fanciullino che con carezze d’amore si acquista la benevolenza del padre. La via di Teresa è la via per comprendere al meglio il cammino di Consacrazione all’Immacolata.

Papa Benedetto XV parlerà di pace e Kolbe resterà commosso dalle sue parole.

In una catechesi in ricordo dell’apparizione della Madonna a Ratisbonne, Kolbe resta colpito da tre aspetti.

  • Maria irradiava misericordia;
  • Ratisbonne ha visto solo le mani, ma in esse vedrà la misericordia di Dio;
  • Tutto di Lei esprimeva l’amore e la misericordia di Dio per l’uomo.

Da questa scintilla nascerà l’ispirazione di fondare la Milizia dell’Immacolata come mezzo di santità dell’uomo … la santità è l’unica via di felicità da parte dell’uomo.

Il 16 Ottobre del 1917 egli fondò la M.I. con 6 suoi confratelli, in una stanza di S. Teodoro e, dopo questa ispirazione tornarono pieni di gioia nelle loro camere.

Dal 1917 al 1922 Padre Kolbe farà degli esercizi di spirituali dalle cui riflessioni avrà origine la Regola di Vita. Le cose da capire per farsi santi sono poche, basta metterle in pratica.

La Regola conteneva questi piccoli suggerimenti:

  • Devo essere santo quanto più possibile;
  • Massima gloria di Dio mediante la salvezza per mezzo dell’Immacolata;
  • Escludi il peccato mortale e quello veniale;
  • Non lascerò passare nessun male senza distruggerlo, né nessun bene senza farlo fruttificare;
  • Noi siamo strumento nelle mani dell’Immacolata;
  • Fa quel che stai facendo non badare a nessuna cosa;
  • Azione sempre tranquilla fatta con amore;
  • Conserva l’ordine e l’ordine conserverà te;
  • Preparazione, azione e conclusione.
  • Ricordati sempre che sei cosa e proprietà assoluta dell’Immacolata. Fa solamente ciò che Ella vuole. Accetta ogni cosa dalla sua mano. Ricorri in tutto a Lei e affida ogni cosa a Lei.
  • Interessati a Lei e lasciale la cura di te e delle tue cose. Riconosci che tutto viene dall’unione con Lei. Lei è la mia morte … la mia eternità.
  • Dedicarsi tutto a Dio e agli altri di conseguenza.

Padre Kolbe consiglia di leggere questo regolamento ogni giorno e verificare attraverso di esso a che punto è il nostro cammino di fede e la nostra fiducia nell’Immacolata.

 

Terminata la catechesi di p. Andrea Patanè, ci siamo recati in Basilica per partecipare alla Celebrazione Eucaristica. Egli nel corso dell’ Omelia, facendo riferimento al Vangelo odierno di Luca 23, 35-43, ci ricorda che il Crocifisso è il libro della sapienza perché guardando ad esso ne saremo trasformati. Gesù ha a cuore il nostro bene e, con il suo gesto, vuole farci comprendere qual è il vero bene da perseguire. Egli sulla croce non ha NIENTE, ma conserva l’unica cosa che conta e dà senso alla nostra vita: L’AMORE e la FIDUCIA sconfinata al Padre e, di conseguenza, all’amore per gli altri.

Il dolore fa uscire da Gesù, ma anche da noi, ciò che si è veramente … da Gesù è uscito solo AMORE.

La vita dell’uomo ha significato solo nella misura in cui resta in relazione con Dio e con i fratelli. Se pensiamo alla Bibbia notiamo come nella Genesi Dio caccia l’uomo peccatore dall’Eden, mentre nel Vangelo Dio accoglie il peccatore in Cielo grazie al dono del Figlio. Allora anche noi, oggi, accogliamo l’altro nel nostro amore.

 

Nel pomeriggio si aprono i lavori con le parole del Presidente Regionale Giovanni Gentilini, il quale ringrazia fortemente p. Andrea per le sue parole e ci ricorda di meditare sulla Regola di Vita che ci ha lasciato Padre Kolbe. Inoltre, per avvicinare le persone al nostro movimento e all’amore di Maria, dobbiamo trasmettere loro l’amore che abbiamo noi per la Milizia dell’Immacolata … manifestare il nostro amore per il carisma il quale va conosciuto …  l’amore e la fiducia che nutriamo per l’Immacolata. Padre Andrea ci suggerisce di leggere due libri significativi per il nostro cammino di fede:

  • “Ven. Quirico Pignalberi e san Massimiliano Kolbe” di Maria Elisabetta Fabrizi e
  • “ Il patto segreto” di Maria Elisabetta Fabrizi.

A questo punto si passa la parola all’Assemblea per dare alle persone la possibilità di esprimere la propria risonanza.

Una milite di Tolentino è rimasta colpita dal legame tra S. Teresina e Padre Kolbe, non solo, ma anche dal fatto che lui pregava sempre Sub tuum Praesidium.

Padre Sergiu Chelaru assistente locale della M.I. di Osimo sottolinea che non dobbiamo stupirci di questo perché Kolbe era un religioso. Inoltre, afferma che noi militi siamo chiamati alla santità e i giorni della formazione vanno riconosciuti come strumento di preparazione per giungere a questa méta. La mamma celeste avrà sicuramente fatto un cammino di formazione nella semplicità e nella costanza, noi siamo chiamati ad imitarla in questo.

Padre Andrea afferma che il cammino di Maria è segnato da due momenti:

  • L’Annuncio dove Lei è divenuta il tempio di Dio;
  • Nel Cenacolo dove Ella scopre la bellezza della condivisione.

Padre Kolbe asseriva che attraverso Maria veniamo riuniti nel suo cuore per giungere a Gesù, il quale ci unisce tutti come Figli che si amano in comunione.

Giovanni Gentilini pone l’accento sul fatto che l’amore, così come il perdono, è un cammino che va alimentato nel tempo…con costanza…pazienza.

Padre Andrea riprendendo l’importanza della formazione sottolinea che questo è stato ribadito anche da Kolbe, tanti suoi pensieri sono nati dall’esercizio spirituale, dalla riflessione, per cui è fondamentale che riprendiamo la lettura e la meditazione. Studiare sì, ma con amore non per senso del dovere perché non porterebbe a nulla.

Un milite di Castelfidardo domanda che cos’è la Santità?

Padre Andrea asserisce che se siamo nella Chiesa la santità è la presenza Dio dentro di noi e il cammino che facciamo è un modo per mettere in pratica la Sua Parola, la quale ci trasforma. Ma ad un ateo questo discorso non lo possiamo fare, però potremmo parlare di vivere un’umanità piena, di vivere sempre per dare gioia a sé e agli altri. Se Dio trova un uomo che si comporta come Lui ci si riversa dentro completamente e probabilmente potrà arrivare la conversione.

Una milite di Mondolfo si pone la questione dei frati che non ci sono più nelle nostre realtà e molti responsabili, oggi, qui non ci sono, allora, dobbiamo pregare nel silenzio … essere accoglienti … essere formati nella Parola per annunciare. Domandiamoci:  apro la Bibbia? Comprendo ciò che leggo? Kolbe che cosa avrebbe fatto come responsabile del gruppo? Nel nostro cammino noi siamo chiamati a sentire su di noi la responsabilità di portare la buona novella.

Padre Andrea sottolinea che spesso diciamo a Dio di farci strumento di Lui, ma a volte siamo scordati perché ci facciamo condizionare da ciò che mi piace e non mi piace, dalla vanità, dall’amor proprio e il cammino di fede ci serve per accordare il nostro cuore con la Sua volontà su di noi. Santa Teresina diceva che basta una comunione fatta bene per diventare santo. Il battezzato anche se vivesse bene anche solo la Domenica cercando poi di mettere in pratica ciò che ha ascoltato durante la settimana, veramente è sulla via della santità. A questo noi militi possiamo aggiungere la conoscenza di Padre Kolbe cercando di vivere tutto nella nostra quotidianità.

La formazione è fondamentale, ma dobbiamo mettere in pratica ciò che abbiamo appreso. Certo che un responsabile ha il DOVERE DI FORMARSI E’ COME SE DIO LO CHIAMA A FAR VEDERE ALL’ALTRO CHI E’ STATO KOLBE … QUAL E’ STATA LA SUA SPIRTUALITA’.

Una milite di Osimo fa notare che alla base di tutto c’è il cammino personale di un cristiano.

Padre Andrea  sottolinea che noi siamo la nostra anima, ma dialogare con la propria anima significa entrare in contatto con la parte più pura di noi e che si domanda “Come vuoi Tu che io viva?”. In Kolbe la corona bianca è la purezza di intenzioni, nell’amore gratuito; la corona rossa è il dovere della testimonianza della carità… donare la vita per l’amore. Padre Kolbe è martire dell’amore perché ha donato la sua vita per l’altro. Kolbe ha vissuto il suo martirio nell’obbedienza perché chiede al Kapò il permesso di morire al posto di un uomo.

Il nostro passato sta nelle mani della misericordia di Dio, nel qui ed ora possiamo recuperare con il fervore che abbiamo il tempo perso.

Il Presidente Regionale pone in evidenza come spesso dalle persone che per il mondo sono imperfette, Dio le utilizza come strumento di salvezza … la Sua potenza supera ogni cosa anche i nostri limiti ed imperfezioni.

Manuela Sponda si chiede se noi che guidiamo i gruppi siamo capaci di portare la leggerezza di cui parla Gesù … quella leggerezza che ci ristora. Noi come possiamo portare un tocco di freschezza nelle nostre realtà per far capire come è bello portare Gesù che ci fa vivere adesso la gioia?

Padre Andrea dice che la prima cosa da fare è riscoprire il vero volto di Gesù Cristo, il quale ci accoglie sempre … un Dio che ci lascia liberi veramente. Gesù viene a dichiararci il suo amore, ma ci lascia liberi di rispondere a questo amore. Molte volte noi pensiamo che Dio ci manda le malattie per farci capire qualcosa, NO non è vero non è la volontà sua … la malattia capita … Lui vuole solo che anche in queste situazioni continuiamo a tenere il cuore aperto. Spesso nella frase Dio ti vede, ci vediamo una minaccia, quando invece indica solo che Lui ci ama come creature. Dio ci libera dai falsi volti che ci sono stati inculcati.

Il Presidente Regionale conclude l’incontro asserendo che noi dobbiamo essere testimoni con la vita … la nostra missione è qui nella realtà in cui dio ci ha calato … nella nostra quotidianità.

 

Buon cammino a tutti sulla strada della santità sotto la protezione di Maria.

 

Segretaria regionale – Simona Sampaolesi