Oggi, Giovedì 14 Luglio 2016, la Milizia dell’Immacolata delle Marche ha vissuto un momento molto intenso di preghiera c/o la Santa Casa di Loreto, per ricordare il nostro Padre fondatore San Massimiliano Maria Kolbe, il quale nel 1919 celebrò la Santa Eucarestia nel Santuario lauretano.
Lo scorso anno associativo questa iniziativa è stata promossa dal gruppo M.I. di Ancona a livello zonale, ma poi vista la partecipazione affettuosa di tutti i militi marchigiani, il Centro Regionale ha reso la stessa un appuntamento annuale e un’iniziativa della M.I. Marche come conclusione dell’anno sociale.
La Santa Messa è stata celebrata dall’Arcivescovo di Loreto Mons. Giovanni Tonucci insieme a p. Sergio Cognigni (Assistente Regionale della MI-Marche), p. Paolo Bocci (Assistente M.I. di Osimo), un rappresentante dei Frati Minori Cappuccini della Santa Casa e dal Diacono Mario Borioni (milite del gruppo M.I. di San Severino Marche).
Sono stati presenti all’incontro circa 300 militi provenienti dalle diverse zone della regione Marche.
Durante l’omelia Monsignor Giovanni Tonucci ci ha donato delle parole toccanti e colme di speranza .
Egli ci ha fatto notare che il Vangelo del giorno (Matteo 11, 28-30) è breve, ma intenso. Quando Gesù attraverso di esso ci dice “ … Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi …” sembra che ci interroghi singolarmente. Ognuno di noi si sente quotidianamente stanco e appesantito da diverse situazioni e ci fa piacere che Lui ci chiami a sé … ci chieda di andare da Lui.
Ma nella seconda parte di questo Vangelo il Signore dice “… Prendete il mio giogo sopra di voi …”cioè ci fa comprendere che andare con Lui richiede una responsabilità, un peso da portare e questo, spesso, arresta il nostro cammino.
Il nostro egoismo ci induce a chiuderci in noi stessi, convinti che la prova che siamo chiamati a portare su di noi è la peggiore di tutte.
Quante volte soffriamo e poi guardandoci intorno ci rendiamo conto di quanto dolore c’è nella vita del nostro prossimo, per cui iniziamo a comprendere quanto in verità siamo fortunati.
San Paolo ci ricorda che Dio non permette mai che noi affrontiamo delle prove aldilà delle nostre capacità di sostenerle.
Ora il nostro pensiero si rivolge a San Massimiliano Maria Kolbe, un frate con una salute precaria, ma con tanti progetti, i quali lo hanno messo nella condizione di creare delle situazioni che favorissero l’annuncio del Vangelo.
Egli ci insegna che anche i miseri possono fare grandi cose!
San Massimiliano Maria Kolbe è stato beatificato come confessore, poi santificato come confessore e martire dell’amore. Nel bunker della morte, nonostante la sua salute precaria, è riuscito a resistere fino alla fine, per sostenere i suoi compagni e fratelli. Sicuramente possiamo applicare a lui le parole di Gesù “… il mio giogo è leggero …”.
Egli pregava sempre e manifestava, in ogni circostanza che si prestava a vivere, la letizia certo che stava mettendo in atto la volontà di Dio.
San Massimiliano Maria Kolbe ci insegna che, il giogo che il Signore ci consegna è leggero e sostenibile, per cui smettiamo di lamentarci e viviamo tutto con desiderio e amore convinti che stiamo facendo la volontà di Dio.
Il Padre Celeste ci ha amati per primo insegnandoci cosa vuol dire donare tutto di sé, allora, anche noi cerchiamo di donare la nostra sofferenza, qualunque essa sia, per il nostro bene e per quello dei nostri fratelli … per tutta l’umanità.
Al termine della celebrazione Eucaristica, p. Sergio Cognigni, il nostro Assistente spirituale ha ringraziato l’Arcivescovo per le sue bellissime parole e ha sottolineato come noi militi, specialmente in questo momento della storia dell’umanità segnata da una profonda confusione spirituale, siamo chiamati ad essere testimoni dell’amore di Cristo.
Non dobbiamo chiuderci pensando che non siamo capaci o all’altezza della sua chiamata, ma semplicemente come Maria dire ECCOMI e fare la volontà di Dio ovunque Egli ci chiami.
L’Arcivescovo Mons. Giovanni Tonucci ci ricorda che la benedizione che ci dà è il sigillo dell’impegno che ci siamo assunti consacrandoci a Maria, allora, con responsabilità portiamolo avanti sicuri, come Padre Kolbe, che stiamo facendo la volontà del Padre.
In seguito alla celebrazione Eucaristica abbiamo vissuto un momento di fraternità insieme, per rafforzare il nostro legame e l’unione in questo bellissimo cammino di fede.
Ognuno di noi è stato chiamato ad assolvere un compito, con i suoi limiti e le sue capacità, unito nell’amore con il proprio fratello, perché insieme con Maria possiamo realizzare il piano di Salvezza che Dio ha stabilito all’inizio dei tempi.
Allora coraggio … sempre uniti camminiamo con Maria!
Segretaria Regionale
Simona Sampaolesi