Il Consiglio Nazionale della Milizia dell’Immacolata ha indetto la Giornata Nazionale della M.I. in apertura dell’Anno associativo 2019-2020.

In queste due giornate tutte le Regioni dell’Italia si sono riunite per vivere in comunione momenti di preghiera e formazione. Ma è stata un’occasione per i militi delle Marche di trascorrere dei momenti insieme per condividere la conoscenza della città di Siena, per incontrare fratelli appartenenti alla M.I. delle altre Regioni d’Italia.

La Milizia dell’Immacolata delle Marche si è messa in cammino con 34 militi provenienti dalle diverse aree zonali della regione.

Sabato 19 Ottobre 2019 ci siamo recati all’Abbazia di Monteoliveto, un monastero benedettino  immerso nella natura e circondato da meravigliosi olivi. In questo silenzioso luogo abbiamo cercato di scoprire la storia di S. Benedetto, la sua spiritualità e i suoi luoghi, ma abbiamo avuto l’onore di partecipare alla S. Messa concelebrata dall’Assistente locale p. Sergiu Chelaru che ci ha accompagnati in questi due giorni. Egli nell’Omelia ha sottolineato che il luogo benedettino ci indica dov’è Dio … spesso noi siamo attenti a tante cose e dettagli senza andare mai aldilà di ciò che viviamo … non fissiamo il traguardo che tutti siamo chiamati a raggiungere. Il nostro vivere è un cammino che dovrebbe essere percorso con Maria … perché? Perché lei è la madre di Gesù e nessuno lo può conoscere come Maria che lo ha custodito nel suo grembo. Padre Kolbe ci consiglia di farci guidare sempre da Maria … sempre … a volte capiterà che nonostante camminiamo con lei umanamente non riusciamo ad uniformarci alla volontà di Dio, ma S. Massimiliano Kolbe ci incita a non perderci d’animo, ad affidarci a Lei e allo Spirito Santo per giungere alla santità.

Allora, lasciamoci prendere per mano da Lei con fiducia! Solo così potremmo essere veri testimoni di Cristo nel mondo.

Una volta lasciato questo bellissimo angolo di paradiso, ci siamo recati nella città di Siena dove abbiamo visitato il Duomo e altre parti della città senese importanti sia dal punto di vista storico che spirituale.

Nella serata, invece, come organizzato dal Centro Nazionale , abbiamo assistito al Musical su S. Massimiliano Kolbe “ Fare della vita un dono” di Daniele Ricci, messo in scena da ragazzi di Barletta. In questo spettacolo sono passati tre messaggi salienti della spiritualità kolbiana:

  • Amare l’Immacolata attraverso l’obbedienza, la quale richiede di rinunciare a se stessi, a parti di sé per amore di Lei;
  • Affidamento all’Immacolata come unico mezzo per raggiungere la santità;
  • Donare tutto di sé con la certezza che Maria non solo accoglierà questo dono, ma farà grandi cose attraverso di noi … le nostre imperfezioni … i nostri limiti umani, perché Lei è più forte di ogni cosa … ostacolo … limite.

 

Domenica 20 Ottobre 2019 ci siamo ritrovati tutti nella Basilica di S. Francesco, luogo dove si trovano le 200 Particole che rappresentano un Miracolo Eucaristico. Qui abbiamo vissuto un momento di preghiera scandito dalla recita delle Lodi Mattutine e dall’Adorazione Eucaristica guidata dal’Arcivescovo Mons. Augusto Paolo Lojudice.

Al termine, abbiamo ascoltato la catechesi del Teologo Don Enrico Grassini, il quale ha argomentato il suo intervento sul rapporto esistente tra Padre Kolbe e l’Eucarestia.

Egli ha introdotto il discorso asserendo che non ha una conoscenza del nostro movimento, ma tra di noi esiste un legame: l’amore per Maria.

Don Enrico Grassini pone la questione su quale potrebbe essere l’associazione tra Padre Kolbe e l’Eucarestia. Quest’ultima è una sfida continua alla nostra razionalità … è un pungolo che ci fa riflettere su cosa sarebbe la nostra vita senza il dono eucaristico.

Il legame tra il nostro fondatore e l’Eucarestia è il sacrificio, sacrificare è rinunciare a qualcosa a cui teniamo per un bene maggiore. Quando parliamo di Kolbe si apre una triangolazione: Sacrificio – S. Massimiliano Kolbe – Eucarestia … l’esempio che ci lascia questo Santo si allarga ad una totalità dell’esistenza umana.

Il termine Martirio ha subito un cambiamento epocale dal momento della sua canonizzazione, avvenuta il 10 Ottobre 1982 per mezzo di papa s. Giovanni Paolo II, il quale iniziò la sua Omelia attraverso il passo del Vangelo di Gv Cap. 11 vers. 13 “ Nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici”. Egli parlò di un martirio d’amore, glorificando l’amore con la nostra vita.

Cosa ha rivoluzionato Kolbe?

Inizialmente il martirio veniva inteso come morire per amore della fede, mentre Padre Kolbe è morte per l’amore verso l’altro.

Nel Vangelo di Luca Cap. 6 vers. 31 Gesù ci parla della Regola Aurea e ci fa comprendere che la nostra vita è un dono e proprio per questo il Padre di lascia liberi di scegliere. Il giudizio finale è la conseguenza delle nostre azioni e la misura di esso è l’amore che abbiamo manifestato verso l’altro. Quello che scegliamo ora determinerà la nostra eternità.

La fede salva l’uomo, ma sono le opere che rendono giustizia alla nostra fede … esse fanno comprendere la verità o l’ipocrisia che sta alla base della stessa.

Le azioni rendono giustizia alla verità o all’ipocrisia della nostra fede, il punto che fa la differenza è la libertà o la schiavitù.

Padre Kolbe è martire non a causa della sua fede, ma grazie alla fede che concretizzò con un atto di amore per l’altro.

Egli scelse il martirio con un atto libero … consapevole … volontario!

Il legame tra l’Eucarestia e il martirio è il sacrificio. Quest’ultimo assume un significato e un senso solo a partire dall’Eucarestia.

Allora, che legame esiste tra il sacrificio dell’Eucarestia e quello di Kolbe?

Il martirio è una conseguenza dell’Eucarestia … chi celebra l’Eucarestia è votato al martirio attraverso il sacrificio.

Ognuno di noi non può esimersi dalla testimonianza a costo di rimetterci la faccia!

L’unione tra l’uomo e Dio avviene attraverso la comunione del sacrificio.

Nella cultura cristiana è Dio che offre il sacrificio donando suo Figlio, mentre l’uomo attraverso l’Eucarestia, che ricorda e rivive questo sacrificio, modella la sua vita per rispondere alla volontà del Padre.

Nel Vangelo di Luca Cap. 2 vers. 35 leggiamo la profezia di Simeone, il quale annuncia a Maria che il suo cuore sarà trafitto da una spada. Maria è stata sempre associata in tutto e per tutto al sacrificio del Figlio.

Lei viene considerata l’Agnella senza macchia. Lo stesso S. Bernardo da Chiaravalle parlò del Martirio di Maria, in quanto la sua anima venne trafitta dal dolore … un dolore che superò quello fisico del Figlio. In Maria operò l’amore e Padre Kolbe nel suo martirio venne ispirato dal dolore e sacrificio dell’Immacolata.

Anche noi militi siamo chiamati al sacrificio, di cosa? Del nostro orgoglio … delle nostre presunzioni … delle nostre ragioni.

Impegnamoci nel nostro cammino perché Gesù tornando trovi la fede!

Interviene p. Mauro De Filippis Delfico Assistente Nazionale M.I., il quale asserisce che tutta la fede di Padre Kolbe è un’esplosione di carità.

Terminata questa bellissima catechesi, ci siamo preparati silenziosamente alla S. Messa presieduta da p. Mauro De Filippis Delfico Assistente Nazionale M.I.

Oggi il Vangelo di Luca Cap. 18, 1-8 ci parla dell’importanza della preghiera. La Parola di Gesù è pane di vita che entra nel nostro cuore come una spada a due tagli cambiando, educando, ammonendo l’animo umano. P. Mauro De Filippis Delfico asserisce che la preghiera deve essere costante nella vita di un cristiano perché il vero testimone è una persona di preghiera.

Padre Kolbe ha glorificato Dio con la vita e il milite?

Gesù ci insegna che nella preghiera non dobbiamo produrre tante parole, bensì la nostra vita deve essere una preghiera di lode a Dio … ha più valore un istante di intimità con il Signore che 1000 Salmi cantati nella lontananza del cuore da Lui.

La preghiera è un NO alle cose che rispondono al “si è fatto sempre così!”.

La preghiera è il respiro della fede … non si prega per cambiare la volontà di Dio, ma per cambiare il cuore dell’uomo … non si prega per ottenere, ma per essere trasformati.

Una persona diviene ciò che prega … ciò che ama … ciò che contempla con gli occhi. Allora, quali sono i segni della fede?

Essi sono l’apertura che consente la contemplazione dell’amato: Gesù!

Quando preghiamo spesso lo facciamo senza fede, per questo essa diventa pesante.

Nello Scritto N. 993 Padre Kolbe incita i suoi fratelli a pregare molto e bene per far entrare nel loro cuore sempre di più l’Immacolata.

La preghiera ci avvicina sempre di più a Dio e ci permette di compiere opere di vita eterna.

Nel corso della celebrazione Eucaristica è stato consegnato il Mandato, il quale in questo Anno Sociale ci invita a riscoprire le radici del nostro carisma kolbiano, per questo ad ogni milite presente è stata affidata la Regola di Vita, sulla quale dobbiamo porre la nostra attenzione e meditare lungo il nostro cammino di fede.

I militi delle Marche hanno concluso questa intensa giornata con la visita della casa di S. Caterina da Siena e la Chiesa di S. Domenico nella quale è deposta la testa della Santa … Ella è per noi un insegnamento di abbandono totale a Cristo … un dono di sé voluto, consapevole e pieno d’amore.

 

 

Buon cammino di santità sulle orme di Kolbe e sotto la protezione di Maria

Simona Sampaolesi – Segretaria Regionale

 

 

 

Allegati a questo articolo