Oggi, Domenica 17 Aprile 2016 alle ore 09.00, i Gruppi della Milizia dell’Immacolata – Marche, si sono riuniti c/o una sala parrocchiale della Chiesa di Sant’Antonio da Padova a Castelfidardo, per vivere il 4° incontro di Formazione “Educarci a servire: come l’animatore MI è chiamato ad essere testimone della Misericordia di Dio”.
L’incontro ha avuto inizio con un momento di preghiera, in cui in unità abbiamo recitato le Lodi Mattutine. Successivamente, il Presidente Regionale Giovanni Gentilini ha presentato tutti i gruppi che hanno partecipato all’incontro. I gruppi MI presenti sono i seguenti.
In totale hanno partecipato all’incontro 60 persone circa.
A questo punto, il Presidente Regionale ha presentato all’assemblea il relatore Emanuela Sponda, Missionaria dell’Immacolata – Padre Kolbe di Bologna, la quale svilupperà il tema : Animatori M.I. la Misericordia oltre il confine … “Il mio sguardo è continuamente attirato verso nuovi orizzonti”(San Massimiliano Kolbe ). Inoltre, egli precisa che la formazione è importante per tutti noi militi perché siamo chiamati ad essere testimoni autentici della fede che professiamo.
Emanuela, prende la parola ed inizia ad illustrarci la sua relazione.
Ella vuole con tutti noi approfondire come San Massimiliano Maria Kolbe ha vissuto la Misericordia, prima in se stesso e poi come milite che ha operato nel mondo. Egli ci ha parlato della trasformazione interiore di noi stessi, per poi essere autori di quella del nostro prossimo che della realtà circostante. San Massimiliano aveva uno sguardo rivolto verso nuovi orizzonti … è stato un uomo che si interrogava sempre … e utilizzava un linguaggio che lascia trapelare la sua totale apertura di cuore verso l’altro … verso il mondo esterno.
Essere militi significa essere sempre aperti verso l’esterno.
Emanuela ci legge il Vangelo di Giovanni 20, 19-21, nel quale Gesù ci parla del perdono. Lo stesso Papa Francesco ci chiede di essere dei cristiani misericordiosi, ma ci ricorda che spesso lottiamo contro noi stessi e, più precisamente, tra la tendenza a vivere chiusi nel proprio “cenacolo” e la spinta dello Spirito Santo ad andare fuori dallo stesso per incontrare l’altro.
Noi tutti quotidianamente combattiamo tra la paura che ci vuole far vivere ripiegati su noi stessi e Gesù che ci invita ad uscire da noi e fidarci.
Questa battaglia è presente in ogni gruppo ecclesiale, ma la via maestra da seguire per vincere è quella di uscire per testimoniare la forza ristoratrice dell’amore che per primi abbiamo sperimentato nella nostra vita.
Gesù nel Vangelo ci invita ad avere un cuore paziente, aperto al mistero del fratello per aprirsi a lui con generosità e gioia.
San Massimiliano Maria Kolbe ha risposto a questo invito di Cristo mettendo al centro della sua vita e del suo apostolato la relazione.
Molte persone si domandano “qual è il carisma della M.I.?”
Il nostro padre fondatore ha risposto che alla base del carisma della Milizia dell’Immacolata c’è la relazione con Maria e con l’altro. Per cui ogni animatore dovrebbe chiedersi “che relazione ho con l’altro?”. Il nostro carisma si fonda su tre punti cardine:
- La Consacrazione a Maria per divenire totalmente suoi;
- Evangelizzare … questo è il fine della Milizia dell’Immacolata;
- Amare senza limiti e questo lo ha testimoniato padre Kolbe con il suo estremo dono di sé nel campo di concentramento. L’animatore è chiamato a vivere in prima persona la trasformazione di se stesso e per giungere a questo partiamo da tre domande che hanno guidato la vita spirituale di padre Kolbe:
- “Che cosa ne sarà di te?” domanda questa che la mamma pose a Kolbe quando era un bambino. Egli ha cercato di rispondere alla stessa rigirandola all’Immacolata. La risposta l’ha trovata partendo dalla relazione con Maria, sulla quale ha posto e costruito tutte le altre relazioni della sua vita. Padre Kolbe comprende che solo affidandosi completamente a Maria potrà comprendere ciò che dovrà fare della sua vita e, solo Lei, gli darà la forza necessaria per fare la volontà di Dio. Anche noi siamo chiamati a ricollocare al centro della nostra esistenza la potenza di Maria per farla operare attraverso la nostra persona.
- “ Possibile che il male può dominare il mondo e noi non possiamo fare nulla?” La risposta a questa domanda è stata la fondazione della Milizia dell’Immacolata, ed essa sorge da una relazione, più precisamente dalla relazione con la realtà esterna. La Misericordia conduce l’uomo a immedesimarsi nell’altro, ad aprirsi verso di esso, ma nello stesso tempo fa scaturire nell’animo umano tante paure. Noi animatori dobbiamo comprendere che non possiamo imporci agli altri, ma siamo chiamati ad assumere su di noi la realtà dell’altro per condurlo verso la crescita spirituale. San Paolo nella Lettera ai Romani ci esorta all’umiltà, a compiere il bene per vincere il male che c’è in noi e nel mondo e ad amarci vicendevolmente. Noi siamo chiamati ad essere empatici con l’altro … tale atteggiamento crea unità e vicinanza con l’altro. Lo stesso padre Kolbe riesce a farsi tutto in tutti attraverso la capacità di mettersi nei panni del suo fratello. L’empatia ci permette di comprendere l’altro senza giudicarlo, sentendo le sue emozioni e osservando la realtà dal suo punto di vista. A volte però ci facciamo sopraffare dalla paura di avvicinarci alla sofferenza dell’altro e ne prendiamo le dovute distanze, per esempio, cercando di dare sempre delle risposte ad ogni suo problema o difficoltà. San Massimiliano Maria Kolbe ci invita a stare vicino all’altro attraverso la relazione, il servizio nel quale ci dobbiamo mettere ai piedi del più piccolo e non nella posizione di colui che comanda. L’evangelizzatore è un povero che cammina a fianco di un altro povero per giungere alla fonte della vita. La nostra persona, il nostro amore può far uscire il bene che c’è nell’altro e padre Kolbe con questo atteggiamento ha fatto grandi cose nel suo apostolato. Allora, svegliamo il mondo! Il mondo è assopito dalle tante cose che lo costituiscono, ma il bene c’è e noi siamo tenuti a risvegliarlo. L’animatore ha il compito di ridestare il bene degli altri … dobbiamo renderci conto dei nostri meccanismi per comprendere come agiamo e cosa c’è alla base del nostro agire. Dovremmo chiederci “ come ci rapportiamo al male? Ci arrendiamo o rispondiamo con il bene?”. Siamo chiamati ad essere positivi e a consapevolizzare che lì dove operiamo, Dio ci ha chiamati per trasformarci attraverso la promozione della trasformazione dell’altro. Ogni crisi, ogni problema può determinare la nascita di nuovi germogli di vita. Quando il gruppo vive un momento di crisi, invece di abbatterci, chiediamoci che cosa sta operando in esso lo Spirito di Dio. Ricordiamoci che per far funzionare un gruppo è importante che la nostra parola coincida con ciò che facciamo … dobbiamo essere autentici.
- “ Chi sei?” Questa domanda padre Kolbe l’ha ricevuta all’interno del campo di concentramento e lui ha risposto dicendo “Io sono colui che ha scelto di donare la propria vita per gli altri nel sacerdozio”. Nella sua vita padre Kolbe si è lasciato trasformare dal bisogno dell’altro e noi, come militi, siamo chiamati a fare lo stesso. Noi siamo invitati ad essere attenti alla realtà che è in continuo divenire … le persone di oggi cosa ci chiedono? Quali sono i loro bisogni? L’animatore si chiede chi è al centro del suo cuore … si domanda cosa vuole la realtà a lui circostante … decide di donare la sua vita per l’altro. Egli focalizza la sua attenzione sul bene dell’altro, sui suoi bisogni piuttosto che sulle attività da svolgere. L’animatore fonda il suo agire su tre dimensioni fondamentali:
- La relazione con l’Immacolata;
- La relazione con la realtà circostante;
- La relazione con il fratelli.Ricordiamoci sempre che, con lo sguardo con il quale ci rivolgiamo all’altro, egli ci guarderà.Terminata la relazione, Emanuela con l’aiuto del Presidente Regionale Giovanni Gentilini, divide i presenti in 4 gruppi per svolgere un piccolo laboratorio esperienziale, il cui frutto verrà condiviso nella seconda parte della giornata. Il lavoro proposto consiste nel compilare due foglietti: uno color arancio con su disegnato un serpente dove siamo invitati a scrivere le difficoltà e le paure che abbiamo nel nostro essere animatori, un secondo foglietto di colore bianco con su disegnato una scala dove dobbiamo scrivere i nostri desideri. Una volta compilati dovremo parlarne con i membri del nostro gruppo e riassumere le risposte in un cartellone.I gruppi sono stati così stabiliti:
- Gruppo Giallo guidato da Pina Carbini e Cristina Bonifazi;
- Gruppo Azzurro guidato da Marta Tonelli;
- Gruppo Rosa guidato da Rossella Petroselli e Simona Sampaolesi;
- Gruppo Verde guidato da Donatella Coppari.
Alle 13.00 abbiamo vissuto un momento di fraternità, poi abbiamo ripreso i lavori alle 15.00.
Iniziamo con la recita della preghiera alla Vergine dell’Accoglienza.
Il Presidente Regionale Giovanni Gentilini e Emanuela Sponda chiamano i vari referenti del gruppo per esporre il loro lavoro, rispettando il seguente ordine:
- Gruppo Giallo guidato da Pina Carbini e Cristina Bonifazi: espone il lavoro Cristina Bonifazi così riassumendo: Desideri: disponibilità e dono di se stessi, unità e accoglienza dell’altro,apertura all’esterno, essere buoni ascoltatori e coinvolgere tutti senza esclusioni; Paure: di non essere all’altezza del ruolo che si riveste, scoraggiamento, individualismo, la paura del cambiamento e il ripiegamento su se stessi;
- Gruppo Azzurro guidato da Marta Tonelli: espone il lavoro Marta Tonelli così riassumendo: Desideri: riconoscere la paternità di Dio, la quale va testimoniata e vissuta nella propria quotidianità, prendere come modello di vita e di fede Maria; Paure: chiudersi in se stessi bloccando l’azione del Padre nella nostra vita, paura di perdere il tempo per colpa dell’altro, essere tristi per mancata fede, il rischio che la preghiera diventi abitudinaria e meccanica.
- Gruppo Verde guidato da Donatella Coppari : espone il lavoro Donatella Coppari: Desideri: entrare nel cuore dell’altro, unità e compattezza del gruppo, correggersi fraternamente; Paure: non riuscire ad avvicinare l’altro, mancanza di contatti personali, mancanza di incontri, non vergognarsi di essere militi, aderire di più alle iniziative del Centro Regionale.
- Gruppo Rosa guidato da Simona Sampaolesi e Rossella Petroselli: Simona Sampaolesi riferisce che dal lavoro è scaturito:Desideri: conoscenza dell’altro, ascolto, trasformazione, dono di sé, preghiera, in particolare per la conversione; Paure: scoraggiamento, giudizio, paura di non essere all’altezza, difficoltà di testimoniare con coerenza.
Il Presidente Regionale si complimenta con i presenti per la bellezza dei lavori svolti con impegno ed unità fraterna. Mentre, Emanuela Sponda sottolinea alcuni aspetti scaturiti da questi lavori, in primis fa notare come il desiderio ci tira su (ecco perché la scelta dell’immagine della scala), motiva l’animatore a fare, mentre le paure ci insidiano, come il serpente, bloccandoci nell’azione e nell’iniziativa. Inoltre, dai lavori si evince che, le paure sono legate al tema della comunione. Quest’ultima è lo strumento che ci permette di vincere le nostre paure che bloccano la crescita personale e quella del gruppo. La comunione nasce da cose semplici come la condivisione di un momento, la fratellanza, la convivialità. Noi dovremo divenire per l’altro una “piazza”, nella quale egli può fermarsi, riposarsi, entrare ed uscire liberamente … come si sente di fare.
A questo punto, terminata la condivisione dei lavori, sia il Presidente Regionale che Emanuela Sponda invitano i presenti a fare delle proposte per il prossimo anno associativo 2016-2017. Le quali si possono così riassumere:
- Donatella Coppari ,consigliera del gruppo M.I. di Ancona, propone di spiegare le parti che compongono la Santa Messa, domanda che spesso a lei viene rivolta dalle persone;
- Adriano Cecconi, delegato Zonale del Montefeltro, propone di creare una pagina facebook regionale nella quale offrire un vasto spazio di condivisione. Tale proposta verrà presa in esame, anche se sia il Presidente Regionale che il Delegato Zonale Vincenzo Ricco, sono del parere che la tecnologia è un mezzo buono, ma a volte non viene usato diligentemente e va a scapito del contatto diretto con l’altro. Il Consigliere Regionale Luca Capriotti è del parere che prima bisogna comprendere cosa si vuole fare con questo strumento, poi si vedrà come poterlo attualizzare.
Infine, vengono dati alcuni avvisi:
- Vincenzo Ricco ricorda che Domenica 15 Maggio 2016 nell’area del S. Vicino c/o la comunità di San Severino Marche si terrà il Pomeriggio Mariano;
- Mario Borioni informa che quest’anno si faranno due Pellegrinaggi a Medjugorje, uno a Giugno dal 23 al 28 e uno nel mese di Settembre.
Concluso il lavoro pomeridiano ,alle ore 17.00 l’assemblea si trasferisce in Chiesa per partecipare alla Santa Messa presieduta da p. Sergio Cognigni Assistente Regionale, la quale è stata offerta per il matrimonio del Presidente Regionale Giovanni Gentilini e la Segretaria Regionale Simona Sampaolesi.
Oggi nel Vangelo Gesù ci parla del Buon Pastore e p. Sergio Cognigni, nell’omelia, sottolinea tre aspetti presenti in questa lettura:
- Le pecore ascoltano e seguono il pastore;
- Le pecore che vanno dal pastore non verranno perse;
- Gesù e il Padre sono una cosa sola. Dobbiamo essere chiari … dobbiamo crederci veramente! Noi siamo chiamati a dare ogni giorno il nostro ECCOMI …. Questa è la prima parola del milite. Dio è il buon Pastore e desidera che noi lo serviamo lì dove Egli ci chiama. La Milizia dell’Immacolata è una ricchezza per la Chiesa, ma occorre un cammino costante perché divenga una speranza. Chi è il buon Pastore? Egli è colui che dona la vita e con il Suo sangue lava le vesti delle sue pecore. Per questo motivo noi, oggi, siamo chiamati a prendere una decisione o ci facciamo guidare da Cristo o dalle nostre paure … crediamo a Cristo oppure no! Che cosa dobbiamo fare? Essere missionari partendo da noi stessi per poi aprirci all’esterno … verso nuovi orizzonti!
Si conclude anche per questo anno associativo la formazione regionale … auguriamo a tutti che essa possa essere un punto di partenza per uscire da noi stessi e andare fuori fino alle periferie del mondo per portare all’altro Gesù … perché possa incontrandolo sperimentare la Sua potenza trasformatrice. Questo è il dono più bello che possiamo fare ai nostri fratelli.
Simona Sampaolesi – Segretaria Regionale