La Teologia Fondamentale è una forma di conoscenza che si innerva in tutte le discipline e ha come obiettivo comune la ricerca della Verità.

Don Giovanni si pone la questione: “ Ha senso oggi parlare della maternità di Maria?” La risposta è sì … in modo particolare ha senso proprio nella nostra realtà dove la maternità è svenduta sia a livello prenatale che postnatale.

La Teologia Fondamentale, oggi, possiamo farla partire dalle parole che troviamo nella lettera 1Pietro 3,15siate pronti a rispondere a chi chiede ragione della vostra fede”.

Maria si inserisce proprio qui, in quanto intesa come passaggio che ci conduce al Figlio suo … è la Rivelazione che dà luce alla storia e agli eventi.

Don Giovanni informa che nel nostro lavoro ci muoveremo su due livelli:

  • Sul piano storico-biblico;
  • Sul piano del simbolo.

Quando ci muoviamo nel terreno della Teologia possiamo fare riferimento a tre aspetti:

  • Il concetto, il quale definisce ciò che è;
  • La metafora, la quale ci fa partire dall’infinito per giungere al finito;
  • Il simbolo, per mezzo del quale dal finito andiamo verso l’infinito.

Il simbolo più importante che il cristiano si trova ad esperire è l’Eucarestia. Esso consiste nel mettere insieme la nostra realtà con quella di Dio senza annullare le differenze. Tutto il discorso di fede sulla figura di Maria è caratterizzato da una forte componente simbolica.

Gesù e Maria non possono essere considerati due entità completamente scisse tra loro … Maria ha vissuto dentro di sé Gesù, per tale motivo viene definita Tabernacolo di Cristo.

Attraverso il racconto storico noi possiamo comprendere la figura e il cammino di Maria.

Nel CONCILIO VATICANO II possiamo trovare un ritorno alle fonti bibliche, patristiche e liturgiche, dove si individua la centralità di Maria nel progetto salvifico di Dio per l’umanità. In esso scorgiamo i seguenti punti:

  • Rinnovamento escatologico, nel quale scorgiamo Maria al centro del mistero della Chiesa;
  • Movimento ecumenico nel quale sono raccolte tutte le devozioni popolari;
  • Rinnovamento dell’aspetto dogmatico e apostolico che ci dà una nuova visione di Maria;
  • Teologia fondamentale.

Tra gli scritti più importanti troviamo la Lumen Gentium nella quale vi è la centralità di Maria. Nella lettera n. 65 si asserisce che, le persone cercano la perfezione nel proprio cammino di fede innalzando lo sguardo verso Maria, la quale ha avuto un’intima partecipazione al piano di Salvezza per l’umanità … Lei è un passaggio fondamentale che ci conduce a Dio.

Nella Redemptoris Mater papa Giovanni Paolo II propone una rilettura di Maria, dalla quale si giunge al concetto di Ad Jesum per Mariam, ovvero, a tutto per Cristo, dove:

  • Cristo è inteso come cuore, norma e principio di redenzione;
  • Maria è intesa come passaggio, come colei che facilita la strada per andare verso Dio.

Ricordiamoci che esiste una differenza tra la liturgia Occidentale e quella Orientale, nella prima vi è una devozione verso la figura del Padre, mentre nella seconda è centrale lo Spirito e Maria. Inoltre, in tutto l’AT la parola ci prefigura l’immagine di una donna dalla quale partirà il piano salvifico di Dio, mentre nel NT Maria viene rivelata in modo esplicito con episodi di vita concreti e scritti nella storia.

Nei testi di S. Paolo scritti nel 40 d. C. Maria è menzionata in modo occasionale ed è messa in parallelo con la legge. Dio ha scelto di incarnarsi in una donna secondo la legge, tutto questo perché noi divenissimo figli adottivi del Padre attraverso il Figlio.

Nel Vangelo di Marco risalente al 65 d. C. Maria viene ricordata in due passi:

  • A Nazareth dove Gesù insegna;
  • Maria con i fratelli che vanno da Gesù, divenendo così la figura della prima discepola del Cristo.

I Vangeli di Matteo e Luca sono quelli dell’infanzia di Gesù. Nel primo troviamo la genealogia di Gesù per farci comprendere la sua discendenza, mentre nel secondo scorgiamo notevoli momenti dell’esperienza di Maria come: l’Annunciazione, la gravidanza, il dare un nome al bambino, la visitazione alla cugina Elisabetta.

Questi vangeli ci fanno comprendere che il dono di Dio non è personalistico, ma è per l’altro. Non solo, ma in essi viene messo in evidenza un modo diverso di concepire il tempo, si passa dall’AT dove era inteso come CRONOS (tempo che consuma) al NT nel quale viene concepito come CAROS (tempo che ci orienta verso Dio).

Maria è unita alla sorte del Figlio.

Nel Vangelo di Giovanni Maria è presente in tutto il mistero di Cristo. Ella è la prima discepola di Gesù. Un aspetto interessante è il dialogo senza parole tra Maria sotto la croce e Gesù.

L’importanza di Mari cresce notevolmente nel NT e continua nel cammino della Chiesa, nella Lumen Gentium troviamo scritto “Eccellentissimo modello nella fede e nella carità”. Maria è la discepola di Cristo per antonomasia. Ella ci insegna che anche nel dubbio la nostra fede va mantenuta salda.

Nel cristianesimo la Pasqua è l’evento fondante del credo e, quando si parla di Maria, si mettono insieme due dogmi:

  • Verginità/ Madre;
  • Immacolata/Assunzione.

Maria è Madre del Figlio, sposa dello Spirito Santo e figlia di Dio.

Lo stesso S. Giovanni Crisostomo asseriva che è veramente giusto proclamare Maria come la beatissima, la tutta pura e Madre di Dio.

Si parla di Maria come Icona, la quale è una raffigurazione sacra e significa “ essere simile”.

Nell’iconografia mariana Maria viene raffigurata come umile ed accogliente; donna Orante; come colei che mette tutti sotto il suo manto (In sub tuum presidium); Madre nostra secondo l’esperienza popolare. Maria è la madre della nuova generazione che ci orienta a Dio.

Il Messale Romano pone l’accento su Maria Madre della Chiesa, in quanto noi cristiani non possiamo andare avanti senza che Lei ci accompagni nella storia.

Il concetto di maternità di Maria e della Chiesa hanno la stessa origine e la stessa meta: accoglienza della parola e generazione dei figli adottivi grazie a Cristo.

Don Giovanni pone il quesito “ Maria come ci accompagna?”

Attraverso le apparizioni mariane, le quali:

  • Esprimono l’interesse di una madre verso il destino dei figli;
  • Interviene nei momenti storici dell’umanità per far capire ad essa che senza Dio non si può essere felici;
  • Si rende presente per attualizzare il Vangelo di Gesù;
  • Ella opera solo per Dio e non per portare a sé l’umanità. Chiama ogni uomo all’eternità.

Le apparizioni mariane richiamano a tre caratteristiche:

  • Richiama l’uomo alla conversione;
  • Richiamo materno di Maria verso i figli;
  • Richiamo escatologico perché ci orienta verso la fine dei tempi, non in senso negativo, bensì verso la salvezza promessa da Dio.

Maria è la protagonista del piano di salvezza per l’umanità perché ha il compito di orientarla verso Dio.

Nell’apparizione di Maria a Santa Caterina Labourè dona all’umanità la Medaglia Miracolosa, attraverso la quale ci vuole proteggere dagli attacchi di Satana, il divisore.

Lo stesso San Massimiliano Maria Kolbe afferma che la Medaglia Miracolosa è uno strumento attraverso il quale l’Immacolata elargisce grandi grazie di guarigione e conversione. Essa è l’arma preferenziale della Milizia dell’Immacolata per disporre l’uomo all’accoglienza della grazia di Dio.

Le grazie devono diventare un dono per l’altro e vanno moltiplicate per evangelizzare. La Medaglia Miracolosa diviene il segno visibile della propria donazione all’Immacolata.

Dibattito

  • Padre Mario Assistente M.I. dell’Emilia Romagna pone una domanda su un maggior chiarimento inerente le apparizioni mariane.

Don Giovanni asserisce che, ciò che ci interessa non è tanto l’apparizione bensì l’esperienza che ne facciamo. Il messaggio mariano è PROFETICO e le sue caratteristiche sono:

  • La credibilità, la quale è data dal fatto che le parole contenute nel messaggio non sono disgiunte ai fatti storici. Il contenuto ci serve per crescere nella fede. Noi cristiani non abbiamo bisogno delle apparizioni, ma dell’Eucarestia. Ci dobbiamo chiedere se siamo capaci di vivere nella quotidianità il messaggio ricevuto: nella famiglia, nel lavoro, nella parrocchia.
  • Il senso che diamo all’apparizione, al fenomeno straordinario, in poche parole che cosa andiamo cercando?
  • Una signora della Sardegna racconta la propria esperienza di fede, nella quale ha incontrato Maria che l’ha presa per mano e si è presa cura di lei. Ella aveva bisogno che qualcuno si prendesse cura di lei nei fatti concreti della sua vita. La M.I. le dà la possibilità di evangelizzare ovunque e il suo desidero è che essa possa essere fatta conoscere in ogni luogo.
  • Angelina Frank MPK desidera che don Giovanni approfondisca il concetto di Maria accogliente e come oggi si possa applicare nei nostri tempi difficili. Don Giovanni afferma che Maria è stata accogliente con il suo SI … Lei ha detto sì e ciò ha implicato che dicesse NO a se stessa. La stessa cosa vale per tutti noi. Maria ha detto sì 2000 anni fa in una società prettamente maschilista. Oggi la difficoltà maggiore è nello STARE, Maria accogliente è il simbolo dello stare anche dove non si riesce a comprendere. Maria con il suo sì si è affacciata in un mondo che è altro, ma si è fidata follemente di Dio. Il dono più grande di Maria è la fede. Capire l’accoglienza significa entrare nel credo, entrarci fisicamente, per confrontarci con ciò che professiamo per agire coerentemente nella storia. Per diventare accoglienza dobbiamo abbattere il muro dell’IO.
  • Una signora chiede che cosa significa consustanzialità? Don Giovanni afferma che significa medesima sostanza, della stessa natura divina. Nella consustanzialità abbiamo Dio, lo Spirito e Gesù. Ma anche Maria viene definita donna trinitaria. Maria è santità, senza la sua esperienza non possiamo comprendere il significato di santità, intesa come allontanamento dal male. Attraverso l’Eucarestia noi impariamo ad essere santi.
  • Interviene p. Giuseppe Assistente della M.I. della Sardegna, il quale ringrazia e consiglia di prendere spunto dalla formazione odierna per poi continuare una formazione personale perché siamo veramente tanto ignoranti. Don Giovanni ci consiglia di non fermarci alle parole perché da buoni cristiani siamo chiamati a dare ragione della nostra fede, per cui impegnamoci a comprendere ed incarnare con le opere queste parole. L’esperienza è PREFORMATIVA , cioè ci forma e ci trasforma , ma va compresa per crescere verso la santità.
  • L’Assistente M.I. della Sicilia chiede cosa possiamo dire delle apparizioni di Medjugorje. Don Giovanni afferma che è difficile dare una risposta perché non c’è ancora chiarezza, ma possiamo andare per vedere, in quanto non è ciò che è fuori che ci contamina, bensì ciò che esce da noi. Tutto dipende da come ci rapportiamo con questa realtà … dipende da quello che cerchiamo. Don Giovanni ci racconta un aneddoto su S. Vincenzo De Paoli, il quale durante la consacrazione dell’Eucarestia, abbandona tutto per raggiungere una sorella di fede che aveva bisogno di lui. Tornando in Chiesa disse che ha lasciato l’Eucarestia per incontrare Gesù in questa sorella. Nell’altro noi incontriamo Dio e questa esperienza cambia la nostra prospettiva di vita, il nostro modo di concepire il rispetto, il perdono e l’amore per il prossimo.

La mattinata si chiude con le parole di Padre Mauro De Filippis, il quale asserisce che tutto parte da noi, dal nostro modo di percepire noi stessi come amati, questo ci dispone ad amare le persone che ci circondano, il tutto a partire dal fatto che chi sta in alto da noi, cioè Dio ci dona la grazia del suo amore e del suo sguardo.

 

Simona Sampaolesi – Segretaria Regionale

 

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