La Milizia dell’Immacolata delle Marche, oggi Domenica 14 Maggio 2023, si è riunita c/o la Casa dei Salesiani a Loreto per vivere un forte momento comunitario attraverso il Convegno Regionale dal tema “Con Massimiliano per una Chiesa di Comunione, Partecipazione e Missione”.

Dopo gli arrivi di tutti i partecipanti, ci siamo riuniti per ringraziare il Signore attraverso la preghiera delle Lodi Mattutine.

Prima di iniziare i lavori il Presidente Regionale Giovanni Gentilini saluta tutti i presenti sottolineando l’importanza del Convegno Regionale come occasione per ritrovarsi. Egli ricorda il suo lungo Mandato asserendo che è stato colmo di difficoltà ed ostacoli, ma anche nella prova, insieme al suo Consiglio è andato avanti con fiducia, percorrendo la strada tracciata da Cristo. Giovanni Gentilini rammenta le parole di Padre Kolbe: “Lasciati condurre dallo Spirito Santo. Lasciati condurre nella pazienza, nell’amore, dalla Divina Provvidenza. Lasciati condurre…Nelle cose che non sono di tuo gradimento. Lasciati condurre dalla misericordia divina, dall’Immacolata. Lasciati condurre nella pace, nella pazienza e nell’amore della Divina Misericordia. Lasciati condurre… attraverso l’Immacolata, e allora farai tantissimo bene, renderai a Dio il massimo grado di gloria per mezzo della salvezza delle anime”. 

A questo punto prende la parola p. Francesco Lenti Ministro Provinciale dell’OFM Conv, il quale tratta il tema “La Milizia dell’Immacolata e l’Ordine dei Frati Minori Conventuali”.

Egli inizia la sua relazione ricordando che anche Padre Kolbe, nel suo operato religioso ha vissuto momenti importanti, nei quali si è domandato se fosse il caso di rimettersi in piedi o mandare tutto all’aria. Nel suo tempo dovette combattere molto con gli attacchi da parte della Massoneria, ma San Massimiliano colse il bisogno di rinnovamento. In quel tempo, con 6 confratelli decise di dare risposta al male presente nel mondo, attraverso la fondazione della Milizia dell’Immacolata, questo il 16 Ottobre del 1917 a San Teodoro in Roma. Attraverso di essa Padre Kolbe desiderava affrontare due problematiche emergenti nella società:

  • Rispondere al male inferto dalla Massoneria;
  • Contrastare la fragilità vissuta all’interno dell’Ordine Francescano.

I mezzi utilizzati dalla Milizia dell’Immacolata per giungere al suo obiettivo erano, e sono tuttora, la preghiera, la testimonianza con la vita e l’evangelizzazione.

La MI visse molte difficoltà, ma crebbe sempre di più perché possedeva un grande contenuto spirituale, alla base del quale c’è il desiderio di conformare la volontà dell’uomo a quella di Maria … a quella di Dio.

La nostra missione è quella di avvicinare tutte le anime all’Immacolata e attraverso Lei a Dio … Maria è la nostra forza … la nostra motivazione e il fine ultimo da raggiungere.

Padre Francesco mette in evidenza come la nostra vita spirituale viva dei cali a causa dell’infiaccamento della volontà … della passione e della motivazione. Il cristiano è chiamato a curare la propria vita spirituale per convertirsi partendo al proprio intimo, in modo che la sua vita spirituale dica qualcosa all’altro che incontra, altrimenti non potrà avvicinarlo al cuore di Dio.

Padre Kolbe non si è mai scoraggiato davanti alle prove perché certo che la MI fosse un’opera di Dio.

La fede nasce dall’Ascolto della Parola di Dio, e possiede un valore dinamico: sento la Parola, la faccio mia e di conseguenza agisco in base ad essa.

Alla base dell’atteggiamento di Kolbe vi è proprio l’Ascolto e la Fiducia!

La MI è un’opera di pace che entra nei luoghi attraverso la testimonianza di vita. Essa inizia a diffondersi piano piano vicino alle realtà in cui sono presenti i Frati Minori Conventuali, per poi diffondersi in tutto il mondo. La MI non può essere un cammino devozionale, ma con e dentro la Chiesa.

Nel tempo diventerà un’Associazione Pubblica Internazionale dei Laici. Essa è nata attraverso un’ispirazione di un frate, per poi camminare secondo lo Spirito Santo.

Il milite si affida a Maria rinnovando con questo atto la Consacrazione Battesimale ricevuta da bambino e il suo apostolato è la preghiera intesa come stile di vita.

La MI è chiamata a far riscoprire ad ogni uomo i valori del cuore, percorrendo un cammino sinodale, nel quale il cammino è vissuto in comunione … con spirito di famiglia.

I militi sono chiamati ad essere Madre … una madre attenta e disposta a rallentare il cammino rispettando il passo di tutti.

Giovanni Paolo II ci esortava ad essere sereni, fiduciosi, appassionati della verità, la quale ci dà forza, a vivere con entusiasmo il nostro apostolato con amore e gioia.

Giovanni Gentilini presenta a p. Francesco Lenti i gruppi MI presenti al convegno, in totale sono presenti 70 persone circa che si sono alternate tra mattino e pomeriggio.

Dopo le bellissime riflessioni che p. francesco Lenti ha condiviso con tutti noi, interviene la nostra carissima Carmencita Picaro MPK argomentando la tematica “Con l’Immacolata per rinnovare il mondo”.

Carmencita introduce la sua relazione con delle domande: “In quale mondo ci troviamo a vivere? Che cosa dobbiamo cambiare?”.

In verità abbiamo bisogno di uno slancio nuovo!

I militi aldilà di curare la volontà di fare, dovrebbero rispondere con impegno e responsabilità alla chiamata che hanno ricevuto. Stiamo vivendo una profonda crisi sociale, umana e valoriale, ma in questa crisi ci dobbiamo entrare ed operare con tutte le nostre fragilità. Stiamo osservando un continuo allentamento delle persone dalla Chiesa e pensiamo che il problema sia solo loro, invece il vero problema siamo noi che stiamo ancora dentro, ma mostriamo incapacità di accogliere e tendere la mano al fratello lontano o che si è fermato sul ciglio della Casa del Signore.

All’interno della Chiesa stiamo vivendo due atteggiamenti importanti:

  1. Panteon: l’uomo tende a vivere ogni tipo di esperienza che la vita della Chiesa offre, senza un orientamento preciso. Allora chiediamoci Cosa ho scelto per la mia vita? Il mio spirito dove si trova? La Chiesa ha bisogno di gente che ha deciso!
  2. Far west: qui si trovano le persone per le quali va bene tutto … tutto è concesso … si professa con la parola, ma non si opera coerentemente a ciò che evangelizziamo. La crisi vera siamo noi … è dentro di noi perché non ci siamo liberati del nostro Ego. La comunione con l’altro richiede la rinuncia del nostro Io.

Papa Francesco nelle sue Omelie asserisce che stiamo vivendo un cambiamento d’epoca … Maria per prima è stata quella che ha vissuto un cambio d’epoca e Lei ha scelto noi, oggi, per continuare sulle Sue orme l’operato avviato. Siamo chiamati ad avere un cuore mariano … un cuore capace di elasticità.

Padre Kolbe nel suo Scritto n^ 637 asseriva che la mancanza di elasticità provoca un indebolimento di vita e di vitalità.

Maria è colei che ci guida nei passi all’interno del buio … Lei era una semplice ragazza con i suoi progetti di vita, ma l’impatto con l’incontro con Dio ha rivoluzionato la sua vita, ma Lei si è fidata di Dio e ha pronunciato il suo SI.

I militi ora devono vivere il tempo dell’incarnazione nel quale la Parola di Dio deve passare dalla testa, al cuore fino a sfociare nelle opere quotidiane.

Maria perché ha accettato la chiamata di Dio?

Maria ha accettato perché si è sentita amata da un Dio che aveva stima di Lei. Si è sentita guardata dal Suo amore. Ma è riuscita ad accogliere la Parola di Dio perché aveva una profonda vita interiore caratterizzata dal discernimento dall’intimità con Dio.

La vita interiore è la cavità dove Dio può mettere un seme.

Siamo chiamati a fare verità sulla nostra vita interiore … sulla nostra umanità … dobbiamo conoscerci!

I tre momenti che i militi sono chiamati a vivere in questo tempo sono:

  1. Annunciazione: Maria accetta di essere guidata da un amore speciale e noi siamo chiamati a fare lo stesso;
  2. Scandalo: siamo chiamati ad accogliere la Croce che Dio ci affida senza provare scandalo per questo;
  3. Comunione: Maria è stata con tutti nella Pentecoste: con Pietro che rinnegò se stesso … con Tommaso che era dubbioso … con Giovanni che era un giovane desideroso di imparare tutto sul suo Maestro e con gli altri pieni di paura. Ella teneva insieme una Chiesa fragile e la forza l’ha ricevuta dall’amore che aveva per il servizio alla comunione.

Allora, nella nostra quotidianità siamo chiamati divenire Madri come Lei e essere madre significa che per amore dell’altro dimentichiamo noi stessi.

Finita la prima parte del Convegno, abbiamo vissuto la Celebrazione Eucaristica presieduta da p. Francesco Lenti. Nella sua Omelia basata sul Vangelo odierno preso da Giovanni 14, 15-21 sottolinea che se non prendiamo in mano la nostra vita e non accogliamo la Parola di Dio non andremo avanti. Tutti noi siamo chiamati ad essere concreti amando Dio e operando di conseguenza.

Noi tutti dovremmo imparare ad accogliere l’essenza di ciò che Dio ci vuole trasmettere e, attraverso il Figlio Suo, ci ha indicato la Via, ovvero mettere in pratica i Suoi comandamenti. Gesù ha racchiuso gli stessi in due comandamenti: Amare Dio e il prossimo come noi stessi. L’accoglienza della Parola è determinata da una vita di preghiera, attraverso la quale entriamo in intimità con Dio.

Gesù ha donato la sua vita per noi … Padre Kolbe ha donato la sua vita per un padre di famiglia … noi siamo chiamati a donare la nostra vita quotidianamente ai nostri fratelli.

Il compito che abbiamo è grande e richiede fiducia in Dio, affidiamoci all’Immacolata che per prima si è fidata di Dio.

Terminata la S. Messa ci siamo riuniti per vivere un bellissimo momento di convivialità e fraternità.

Nel pomeriggio abbiamo ripreso i lavori con l’aiuto di Anna Susat la quale ci ha donato delle pillole di riflessione sul senso vero di essere militi oggi, argomentando il tema “Militi dell’Immacolata – missionari nel mondo di oggi”.

Anna Susat mette in evidenza che la Milizia dell’Immacolata non è un movimento devozionale, bensì è uno stile di vita che ha l’obiettivo di sensibilizzare l’uomo ad interessarsi del bene dell’altro. Se noi riusciamo ad aprirci all’altro, possiamo veramente dirci seguaci di Padre Kolbe che ha donato la sua vita per un fratello.

L’apertura all’altro ci apre alla Missionarietà … Dio non ha bisogno di persone devote e chiuse nelle sacrestie o nei gruppi, bensì desidera missionari che sporcano le loro mani nell’operato per il bene del prossimo.

Come adeguare la missione della MI oggi?

Attraverso due modalità:

  1. Nel proprio ambiente di vita;
  2. Nel proprio tempo che è in continuo divenire.

Il Milite deve essere attento ai bisogni del suo tempo e dare delle risposte adeguate, in fondo Padre Kolbe non ci ha lasciato un’opera finita, bensì un progetto da portare avanti rendendolo funzionale per rispondere alle richieste del nostro tempo.

La MI non deve trasmettere concetti teologici, ma la capacità di essere in ascolto e operanti per affrontare le sfide odierne.

Come fare?

  • Cercando di divenire Maria … portare Maria lì dove ci troviamo;
  • Affascinando l’altro assumendo l’atteggiamento di fede ferma avuta da Maria. Pensiamo alle Nozze di Cana in cui Lei dice di fare ciò che Gesù dirà loro.
  • Portare Maria vicino a tutte quelle croci che inchiodano l’uomo nella sofferenza, anche a quello che ci fa sentire in difficoltà perché difficile da amare.

Anna ci augura che per la MI si accenda un’alba nuova e non un tramonto e conclude con una frase di Papa Benedetto XVI “Continuate così a portare nel mondo l’amore di Maria”.

Infine, è intervenuto p. Antonio Vari per condividere con noi la sua esperienza di milite, vissuta nel Nord Italia sotto la guida di p. Quirino Pignalberi cofondatore della Milizia dell’Immacolata nel lontano 16 Ottobre 1917. Egli asserisce che p. Quirico gli suscitava una certa soggezione per cui non chiese mai nulla riguarda la sua amicizia con Padre Kolbe.

  1. Antonio sottolinea che il nostro fondatore desiderava che tutti fossero santi e per esserlo è importante che l’uomo comprenda che non basta a se stesso, ma nella sua vita ha bisogno di Dio … al primo posto ci deve essere sempre Gesù.

Egli ci esorta a prenderci sempre cura del nostro cuore, delle nostre intenzioni e dei nostri pensieri perché tutto nasce da qui.

Oggi viviamo in un mondo materialista che ci fa guardare alle cose e non a Dio che le ha create e donate per grazia ad ognuno di noi … non fissiamo lo sguardo sulla materialità della vita, ma alla nostra intimità con Dio. Chiediamoci sempre se siamo veramente militi e che tipo di militi siamo … è importante che il nostro professare la fede corrisponda alle nostre opere.

La fede si trasmette fin dalla tenera età, molte problematiche nelle famiglie nascono proprio a causa della mancata trasmissione dei valori legati alla fede in Dio.

Noi pensiamo spesso all’eternità, ma questa è già presente oggi … viviamo in una continua eternità … ricordiamocelo … costruiamo ogni giorno la nostra santità.

Buon cammino a tutti.

Il Convegno Regionale è terminato alle 16.30 circa … grazie di cuore a tutti coloro che ci hanno sostenuti in questo lungo tratto del nostro cammino di fede e del nostro servizio.

 

Segretaria Regionale – Simona Sampaolesi

 

 

 

 

 

 

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