La Milizia dell’Immacolata dell’Italia ha organizzato un weekend di Formazione a Roma dal 21 al 23 Aprile 2023.
In questo tempo di riflessione approfondiremo il tema “Carisma: la Bellezza che non conosce disfacimento”.
Oggi Venerdì 21 Aprile ci siamo riuniti per vivere insieme la preghiera dei Vespri, poi dopo un momento di convivialità, ci siamo recati in Chiesa per l’Adorazione Eucaristica, guidata da p. Salvatore Pulizzotto, il quale ci invita a vivere questi giorni in piena comunione tra noi e, spiritualmente, con tutti coloro che per vari motivi non sono potuti venire.
Papa Francesco ci rammenta: “Il viaggio della fede trova slancio e compimento solo alla presenza di Dio, per questo non dimentichiamo l’Adorazione, per favore … “.
Insieme abbiamo meditato attraverso le parole di San Massimiliano Maria Kolbe, il quale ci ricorda che non c’è amore più grande di dare in dono la propria vita per i fratelli.
Nel tempo del Covid-19 le persone si sono abituate a vivere anche la S. Messa online, non cibandosi più del Corpo di Cristo, per questo siamo chiamati a suscitare nel nostro fratello il desiderio di cibarsi concretamente dell’Eucarestia, perché nutrendoci del Corpo di Gesù, il Suo Sangue e il Suo Corpo scorre nel nostro sangue, divenendo Tabernacolo e Tempio del Signore … la nostra anima diviene unita con la Sua.
Nel giorno di Sabato 22 Aprile abbiamo iniziato con la Celebrazione Eucaristica e le Lodi Mattutine, il tutto guidato da p. Tarciso Centis Assistente della Milizia dell’Immacolata del Nord. Egli partendo dal Vangelo di Giovanni 6, 16-21 asserisce che la Chiesa sta vivendo quello che visse Gesù al suo tempo. Ogni evento è eterno perché divino sia esso glorioso, luminoso o doloroso. Il mistero luminoso è rappresentato dalla Chiesa che cresce sempre di più nella sua organizzazione complessa; è un mistero doloroso la paura, le difficoltà, le tempeste che gli stessi Apostoli si trovarono a vivere. Nel mondo odierno la nostra tempesta è rappresentata dalla dissacrazione dei valori, la quale può essere affrontata attraverso due colonne portanti della nostra fede:
- L’Eucarestia;
- L’Immacolata intesa come il nostro porto sicuro.
La Chiesa, che siamo noi, la Milizia dell’Immacolata si poggiano sulla forza di queste due colonne. Noi militi siamo carne di Maria … siamo la sua presenza nel mondo. Attraverso la Consacrazione a Maria è come se Ella si transustanzia in noi. Allora, lasciamo condurre da Lei … lasciamoci condurre dallo Spirito Santo anche nelle situazioni che non sono di nostro gradimento.
Dopo questo momento intenso di spiritualità, siamo andati nella sala conferenze per iniziare i lavori.
La Presidente Nazionale Margherita Perchinelli saluta tutti i presenti sottolineando che siamo nel tempo di Pasqua, tempo in cui meditiamo la Resurrezione di Cristo e i doni dello Spirito Santo, allora, chiediamo a Maria di aiutarci ad essere testimoni con la nostra vita di questo grande mistero. Ella ci informa che, a partire da questo anno, per tre anni la Formazione approfondirà tre passi importanti:
- Carisma:
- Testimonianza;
- Evangelizzazione.
Ora prende la parola Padre Emanuele Rimoli OFM Conv. Il quale argomenterà il tema “Carisma: La Bellezza che non conosce disfacimento. Tradurre l’Intuizione sull’Immacolata”.
Egli inizia asserendo che la Chiesa ha un orizzonte più profondo rispetto alle nostre singole spiritualità, in quanto se non fosse così amplia tutto verrebbe reso sterile, fine a sé stesso.
La Santità è la bellezza che non conosce disfacimento. L’obiettivo del credente è quello di provare a tradurre questa intuizione sull’Immacolata nella vita ordinaria di ognuno di noi.
L’espressione “guadagnare il mondo all’Immacolata” non significa nulla, non perché sia falsa, ma in quanto rischia di essere un mero slogan. Nessuna cosa riguardante la fede può essere ridotta ad uno slogan. In esso vi è una profondità legata all’esperienza, ma detta così riduce la portata del suo significato rischiando di ferire l’altro.
La Santità oggi non interessa più, perché carica di un significato pesante che non si riesce a gestire e sostenere. Sembra difficile comprenderne il senso pratico nell’ordinarietà della nostra vita quotidiana. Si tratta di riscoprire la strada per raggiungere il modo di vivere concretamente la Santità. Noi cerchiamo la vita eterna, ma non nel senso di non avere più davanti a noi lo scadere del tempo, ma eterna in quanto presente nell’amore di Dio, una vita che non si fa limitare da niente. Pensiamo a Padre Kolbe all’interno del campo di concentramento, non si è fatto limitare da niente e nessuno nel suo portare l’amore dell’Immacolata all’altro.
Qual è il tesoro dietro alla parola Santità?
I Santi si chiedevano come fosse possibile vivere la Santità concretamente nella vita quotidiana. Ebbene la risposta è vivere la propria vita perennemente in comunione con Dio e con i fratelli.
Lo Spirito Santo è la terza persona della Trinità … è infinito come Dio per cui non può essere ridotto ad uno stato di benessere, cioè a qualcosa che mi fa stare bene! Esso lavora dentro il mio cuore perché possa uscire in me, trapelare in me, l’immagine di Dio.
La Santità passa attraverso la nostra umanità anche in quegli aspetti che non ci piacciono.
La Santità è Chiesa.
La Vita tipica della Chiesa è data dalla presenza dello Spirito Santo che si manifesta in ogni ambito della nostra vita.
La Santità è possibile e concreta.
La Santità è possibile perché vuol dire prendere e vivere con responsabilità la vita e il tempo che Dio ci ha donato. Essa è entrare nel discorso dell’amabilità e la possibilità di vivere senza vergogna di noi stessi.
La mondanità è vivere le cose della vita con una mentalità diversa … con la modalità di Cristo. Se l’uomo desidera vivere con la benedizione di Dio deve fare come Gesù, ovvero, sottomettersi a tutti. Essere salvati significa riconoscere il proprio peccato senza farlo pesare all’altro … vedere come la Misericordia di Dio opera nella mia vita e nella mia miseria umana.
La porta di accesso è cogliere come dovrebbe essere il clima in cui poter vivere i rapporti, si tratta di vivere l’obbedienza reciproca.
L’obbedienza reciproca è un clima di fiducia che rivela:
- L’immagine del Dio che prego;
- L’immagine dell’uomo che penso;
- L’immagine dell’uomo che penso di essere.
Come vivere i rapporti alla luce di questo?
I rapporti rivelano che la nostra umanità è il luogo dove Dio preferisce rivelarsi. La questione principale nelle relazioni con l’altro è l’obbedienza in pacatezza ed umiltà.
L’obbedienza vissuta nell’ordinarietà della vita quotidiana è quella che ci trasforma da dentro. Maria ha vissuto la sua umanità in totale obbedienza a Dio.
San Paolo diceva che tutti siamo predestinati ad essere immacolati e santi nell’amore.
L’anelito di fondo è un cuore totalmente remissivo al Vangelo. Il vero miracolo è il perdono dei peccati. La Santità di Dio è già in noi, ma la condizione per poterla vivere è far cadere gli stupidi ideali e romanticismi. Riconoscere che il Vangelo ci conduce a riscoprire le radici della nostra fede e del Vangelo, ma per fare questo è necessario:
- La pazienza;
- La conoscenza.
Terminata la relazione ci siamo divisi in 5 gruppi per svolgere dei laboratori di approfondimento, il cui elaborato verrà discusso nel pomeriggio.
Dopo la pausa, ci siamo riuniti in sala conferenze dove ogni responsabile dei gruppi danno un feedback dell’approfondimento argomentato. In particolare è emerso che, la Missione è di tutti, riguarda tutti e il cristiano è responsabile di dare testimonianza nel concreto della sua vita quotidiana.
La Santità è disporre di quell’amore che dona dignità all’essere umano.
Il servizio rappresenta il canale preferenziale per vivere la Santità.
La Santità è la presenza di Dio nell’uomo, la quale si esprime principalmente attraverso l’ascolto della Parola e il servizio verso i fratelli. Da questo nasce la comunione e in essa si rivela la presenza di Dio.
San Paolo asseriva “non vivo io, ma è Cristo che vive in me”.
La Santità attraversa la nostra imperfezione umana, Dio si manifesta attraverso di essa.
La Santità è un ideale che l’uomo cerca di realizzare nella propria vita. Santa Teresa di Calcutta asseriva che la Santità si fonda su due aspetti:
- Fondamenta: esse indicano l’umiltà di capire la nostra natura umana;
- Copertura: la quale indica la carità che si esprime con la compassione e la carità fraterna.
La carità fraterna si fonda:
- Sull’ascolto della Parola:
- sull’ascolto dell’altro;
- sulla conoscenza;
- sulla preghiera.
Padre Emanuele, partendo dai nostri lavori, afferma che la Santità è della Chiesa a partire da Maria membro eminente della Chiesa nonché membro della stessa come discepola del Figlio suo.
Molto importante è l’aspetto del servizio cristiano, il quale è uno strumento di verifica della veridicità delle nostre parole. Il servizio verifica la coerenza della nostra fede che professiamo con la parola e quello che realmente facciamo nella nostra vita quotidiana.
Galati 2, 20 “non vivo io, ma è Cristo che vive in me” è il punto di partenza del cristiano, ma non il suo obiettivo, altrimenti non potremmo fare nulla! Per un cristiano la gloria sta, non nella fama, bensì nel vivere secondo il modo di Gesù. Come disse S. Francesco d’Assisi “l’uomo vale tanto quanto vale di fronte a Dio, e nulla di più”. Il rischio è quello di confondere l’umiltà con lo sminuirsi per gestire il senso di inadeguatezza che proviamo di fronte all’altro.
Precedentemente abbiamo parlato dell’obbedienza reciproca, la quale viene nutrita da tre punti nodali:
- Disponibilità: la quale non è il fare tante cose, ma lasciare un vero spazio dentro di noi alla Misericordia di Dio, il quale accoglie tutti e tutto di ognuno di noi. La nostra disponibilità cresce nel momento in cui riveliamo l’immagine di Cristo in noi. Il Vangelo è per tutti ed è la struttura del nostro cuore;
- Benevolenza: che non vuol dire essere buono, ma avere uno sguardo benevolo verso la realtà e le cose della fede, senza pregiudizio alcuno. Corrisponde al non mettere limiti alla libertà delle nostre vite. Tutto questo si può trasformare in pazienza, tenerezza e mancato giudizio dell’altro.
- Solidarietà: significa imparare a vivere condividendo i sentimenti di Dio per il bene di tutti gli uomini. Attraverso la condivisione si può acquisire di essere peccatori, godendo così di un Dio Misericordioso.
Il Dio Misericordioso non è quello della “pacca sulla spalla”, ma è colui che trasforma la nostra durezza in una possibilità di incontro autentico:
- Con me stesso;
- Con Dio;
- Con l’altro.
Nel girono di Domenica 23 Aprile dopo aver recitato le Lodi Mattutine, ci siamo riuniti in aula dove la Presidente Nazionale Margherita Perchinelli ci ha salutati e ringraziati sia per la nostra presenza qui a Roma che per averla sostenuta nel corso del suo Mandato, ormai giunto quasi al termine.
Ella ci informa che il 18 Novembre 2023 si terranno a Roma le votazioni per il rinnovo del Consiglio Nazionale e, si raccomanda, di affidare il nuovo Mandato a militi appassionati, corresponsabili e capaci di vivere in piena comunione con fratelli.
Margherita Perchinelli invita tutti noi e i nostri gruppi MI ad abbonarsi e sostenere il Cavaliere dell’Immacolata, ringraziando coloro che già lo stanno facendo.
Infine, ci augura di divenire sempre più uno strumento d’amore nelle mani dell’Immacolata e di essere aperti alla novità dello Spirito Santo.
A questo punto prende la parola p. Salvino Pulizzotto Assistente Nazionale della MI Italia, il quale riprende le fila del discorso argomentato ieri da p. Emanuele Romoli, sottolineando che la bellezza che non conosce disfacimento è la Santità, alla quale siamo chiamati anche noi attraverso lo Spirito Santo. Attraverso l’Immacolata e lo Spirito Santo, Padre Kolbe ha operato grandi cose anche all’interno di un campo di concentramento, per amore della Madre di Dio.
Il milite dell’Immacolata è chiamato ad avere un cuore grande aperto a tutti, perché la Salvezza è per tutti.
Il Signore accoglie tutto e tutti!
Noi militi siamo sollecitati dallo Spirito ad acquisire uno sguardo benevolo sul mondo e sul nostro fratello, in quanto peccatori perdonati dalla Misericordia di Dio.
Tutto viene concepito e vissuto per far risplendere l’amore di Dio attraverso noi che per primi ne siamo stati toccati e guariti.
Naturalmente, la nostra crescita spirituale è determinata anche dalla conoscenza per mezzo dello studio continuo, per maturare in modo completo e totale come persone.
La nostra umanità diviene il luogo privilegiato dove Dio si rivela, anche se siamo macchiati dal peccato. Inoltre, siamo chiamati a sviluppare un amore remissivo per vivere pienamente la volontà del Signore.
Ricordiamoci sempre che Maria è un membro emblematico della Chiesa … Maria è l’Immacolata … Maria è la Madre di Dio.
In ultimo prende la parola p. Tarciso Centis Assistente spirituale della MI del Nord, il quale sottolinea che Maria è l’Immacolata, ma anche noi siamo predestinati ad esse Santi e immacolati come Lei.
Maria è Immacolata perché come futura Madre di Gesù già dal concepimento è stata preservata dal peccato, noi diveniamo immacolati dopo il concepimento attraverso il Battesimo e Padre Kolbe ci ha indicato la strada per divenire Santi: la Consacrazione.
Maria ha cantato il Magnificat per la grazia di essere stata preservata dal peccato, noi lo gridiamo più forte perché salvati dalla Misericordia di Dio.
Al termine dell’incontro abbiamo partecipato alla Celebrazione Eucaristica presieduta da p. Salvino Pulizzotto Assistente Nazionale.
Oggi il Vangelo preso da Luca 24,13-35 ci parla dei discepoli di Emmaus, nel quale Gesù ci viene presentato in tutta la sua umiltà, umanità e pazienza. In esso il Signore assume un comportamento umile perché non si erge a maestro, pur essendolo.
Egli si mostra un buon maestro ponendosi accanto ai discepoli camminando con loro, fingendo di non sapere ciò che fosse accaduto per non manifestarsi ancora. In breve tempo si sarebbe manifestato e lo avrebbero riconosciuto nello spezzare il pane, per poi dileguarsi.
Quanto dobbiamo imparare da Gesù?!
Cristo si unisce nel cammino ai discepoli, stando loro accanto, essi si sentivano stanchi, delusi tristi … quante volte lo ha fatto con noi in momenti difficili del nostro cammino di fede.
Noi militi tante volte siamo chiamati a camminare accanto all’altro, divenendo un compagno di viaggio … quante volte abbiamo posto degli ostacoli per non farci prossimo a differenza di Gesù che manifestò sempre umiltà, semplicità e carità.
Cristo si pone accanto ai discepoli assumendo lo stesso passo per sostenerli nella delusione … povero tra i poveri!
Chiediamo a Gesù la grazia di guardare Lui … rispecchiarci in Lui per farci prossimo, metterci accanto al fratello lungo il cammino.
Noi militi dovremmo essere portatori di ascolto, dolcezza, tenerezza, femminilità come la Madre di Dio … l’Immacolata.
Chiediamo questo dono a Dio per ognuno di noi.
Buon cammino a tutti sotto la guida di Maria per divenire spazio in cui possa riflettersi la bellezza di Dio … la bellezza di Maria …quella che non viene sottoposta al disfacimento: la Santità a cui tutti siamo stati chiamati.
Viva l’Immacolata … viva la Madre di Dio.
Simona Sampaolesi-Segretaria Regionale