La Milizia dell’immacolata è un movimento ecclesiale di apostolato, fondato nel 1917 dal frate francescano Massimiliano Kolbe, proclamato Santo e Martire nel 1982. “Consacrarsi a Maria vuol dire accogliere il dono di
Gesù morente, cioè la sua Madre come nostra Madre, e comportarsi come San Giovanni che accolse Maria nella sua casa, e cioè nella sua esistenza, per vivere con Lei” (dagli Scritti di Kolbe n. 1329).
I gruppi della Milizia delle Marche, che nell’ottobre 2017 avevano partecipato al Convegno internazionale di Roma per il Centenario della fondazione della Milizia, il 14 gennaio di quest’anno si sono incontrati ad Osimo, presso i Frati minori Conventuali di San Giuseppe da Copertino. Più di cento “militi” provenienti da Ancona, Osimo, Jesi, Macine, Filottrano, Marina di Montemarciano, Castelferretti, Carpegna, Trodica, Mogliano, Marotta – Mondolfo, Tolentino, San Severino, Pesaro, San Benedetto, Fermo …., e un gruppo di Foligno accompagnato da padre Sergio Cognigni, sono stati accolti con gioia dai nuovi responsabili del Movimento, padre Raffaele Di Muro, Presidente Internazionale, docente di Teologia spirituale, e
padre Mauro Valentini, Assistente regionale Marche, parroco di Mogliano (Mc).
In apertura il presidente regionale Giovanni Gentilini ha sottolineato che “la Medaglia miracolosa, tanto desiderata, non ha effetti magici” e che “la preghiera del Rosario non basta …: per vivere da “militi” ci vogliono le opere”. Attualissimo il tema del convegno, “Kolbe e gli interrogativi dell’uomo di oggi”, se si pensa che Papa Giovanni Paolo II ha nominato “Patrono del nostro difficile secolo” il frate francescano polacco che per tutta la vita (1984-1941), suggellata dal martirio nel lager di Auschwitz, ha dato ardente testimonianza di fede e di amore per rispondere alla strategia dell’odio: “solo l’amore crea!”. Con un’analisi ampia e documentata sulla base degli Scritti (pubblicati di recente in due volumi), padre Raffaele ha illustrato la biografia e la missione di p. Kolbe nel contesto drammatico del suo tempo, rievocando il soggiorno a Roma dove il giovane frate fonda la Milizia nel 1917, mentre la massoneria con “manifestazioni e processioni blasfeme vuole sovvertire i valori morali e distruggere la Chiesa”. Al suo ritorno in Polonia, nel 1819, con slancio apostolico Massimiliano si impegna per far conoscere il Movimento e la spiritualità mariana attraverso i più moderni mezzi di comunicazione.
Il presidente Di Muro, che nel 2017 ha visitato tutte le realtà della Milizia nel mondo, offre spunti di riflessione ai militi delle Marche: .La nostra fede rischia di essere disincarnata … Kolbe ci invita a guardare in profondità l’ambiente in cui viviamo, per l’inculturazione della fede come lui ha fatto in Polonia e in Giappone, due realtà molto diverse”. Lucida e realistica la diagnosi dei mali del nostro tempo: dall’indifferenza verso i poveri, gli emarginati, i profughi …, al relativismo etico e culturale di una società “fluida e senza valori”. Dall’individualismo dove non esiste “il noi” ma “l’io”, alla rottura con il passato, con “le radici cristiane dell’Europa”, con la tradizione francescana in cui era radicato Massimiliano. Oggi c’e solo “l’edonismo del
momento presente”. L’esperienza del prof. Di Muro in Lussemburgo insegna: .Chiese vuote, pochi sacerdoti, pochi fedeli, altissima percentuale di suicidi, in una nazione ricchissima dove ci sono più banche che case.. Ma una luce di speranza viene dalla Milizia che e “universale e trasversale”, presente e operante in 53 Paesi, e rivela il dinamismo dello Spirito. Ci sono militi in ogni settore della vita sociale, militi impegnati in politica. Nella sede di Roma, a San Teodoro, che e il centro del Coordinamento internazionale, l’Hotel Kolbe ospita capi di Stato che si incontrano, dialogano e visitano la Mostra di Kolbe. In Spagna i militi vanno ai semafori delle strade per distribuire i volantini della Milizia. In Brasile molte sono le trasmissioni radiofoniche e televisive sul Movimento. Bisogna comunicare con tutti, sull’esempio di Kolbe che dialogava con cristiani, buddhisti, scintoisti, non-credenti, e non dobbiamo meravigliarci se “oggi molti
protestanti stanno scoprendo la bellezza dell’Immacolata”.
Nel primo pomeriggio, dopo un piacevole incontro conviviale nel refettorio dei frati, fra i militi e il relatore si
e aperto un vivace dialogo, con la comunicazione di idee, esperienze e progetti, segni di vitalità della Milizia nelle Marche. Quale l’identikit del “milite”? È creativo, coraggioso, ascolta la Parola alla luce dello Spirito,
prega e annuncia il Vangelo affidandosi a Maria e cooperando alla Sua missione per la salvezza del mondo. Il presidente ha concluso definendo la Milizia “un’unica Famiglia mondiale, che evangelizza in comunione,
non in competizione”.

Spegni il cellulare …

La Giornata si e conclusa nella basilica di San Giuseppe da Copertino dove i militi sono confluiti per partecipare alla Santa Messa, celebrata dall’Assistente regionale, padre Mauro Valentini. Con il canto del salmo 39 risuona in basilica il “Si” dei “militi” alla vocazione missionaria: “Eccomi, Signore, io vengo per fare la tua volontà”. Padre Mauro nell’omelia invita i fedeli a riflettere sulla “vocazione” del giovane Samuele (1Sam 3,3-10.19), che non conosceva ancora il Signore e, chiamato più volte nel silenzio della notte da una voce misteriosa, con l’aiuto del sacerdote Elia risponderà: “Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta!”. Da Samuele a Giovanni Battista che, mentre si trovava insieme a due suoi discepoli, vede passare
Gesù e fissando lo sguardo su di Lui, dice “Ecco l’Agnello di Dio!”. Per i due discepoli questa Parola e la chiamata a seguire Gesù.
La domanda “Dove abiti?”- spiega il celebrante – in realtà equivale a “Chi sei?”. Gesù e amore. All’invito “Venite e vedrete” i due vanno con Lui e rimangono con Lui. L’incontro era avvenuto alle “quattro del pomeriggio” (Gv 1,35-42). Padre Mauro propone ai fedeli un breve esame di coscienza, con parole incisive: ricordo il momento in cui ho incontrato Gesù? Che giorno era? Quale esperienza ho fatto? Come mi ha guardato Gesù? E conclude: .Per conoscere veramente il Signore, bisogna “rimanere” con Lui.
C’e luce e pace dentro quando si sta in silenzio, in intimità con Gesù. Oggi il mondo e cosi frenetico e chiassoso, che la voce di Dio non la sentiamo. Se Dio ti chiama, spegni il cellulare! Tutta la tua giornata può diventare preghiera!..

Maria Crisafulli

Consacrarsi all’Immacolata

Il nuovo Assistente della regione Marche, padre Mauro Valentini, la sera del 12 gennaio ha
incontrato i gruppi della Milizia di Jesi e della Vallesina, nella parrocchia “San Massimiliano Kolbe” di Jesi, alla presenza del parroco, don Franco Rossetti e del diacono-delegato per la Milizia, Giancarlo Sabbatini. Dopo l’invocazione allo Spirito Santo, “l’amico carissimo”, leggendo il racconto evangelico della guarigione
del paralitico (Mc 2,1-12), padre Mauro ha affermato: .Oggi c’e come “una paralisi del cuore”, manca l’ umanità! Il perdono, per la mentalità del mondo, e una sconfitta… Fatevi un bel regalo: perdonatevi! Dobbiamo usare misericordia e gli altri si meraviglieranno …,
noi dobbiamo condurli a Dio. La santificazione e opera dell’Immacolata, Sposa dello Spirito Santo, Mediatrice di ogni grazia, ed e ognuno di noi il luogo teologico della consacrazione, dove entra la grazia. Imitare Maria, la donna orante in attesa, la donna disponibile al servizio …; la donna che custodisce e medita tutto nel suo cuore; la madre che educa il Figlio; la donna che intercede alle nozze di Cana, quando si accorge che manca “la gioia”; la donna che segue il Figlio fino alla Croce e che prega con i discepoli di Gesù nel Cenacolo …
.. Alla relazione di padre Valentini, non priva di umorismo e di vivacità espressiva, hanno fatto seguito alcuni interventi dei militi di Marina di Montemarciano, Castelferretti, Jesi, Macine …, e sono emerse esperienze e
iniziative di preghiera, di catechesi, di missione. Padre Mauro ha concluso la serata con un forte messaggio di fiducia e di speranza: .La preghiera e respiro dell’anima, dialogo d’amore, lode, richiesta di aiuto …. Conoscerci, stimarci, dialogare e poi … annunciare!.. Un bel programma per essere testimoni della fede e
far conoscere la bellezza della consacrazione all’Immacolata.

m.c.