Oggi, 3 Dicembre 2015, il gruppo M.I. di Tolentino ha organizzato un incontro di catechesi e formazione c/o la Chiesa della “Santa Famiglia”, guidato da Don Jacopo Foglia, Assistente spirituale locale della M.I. e tenuto da p. Massimo Giustozzo Priore della Basilica di San Nicola – Tolentino.

Sono presenti i gruppi M.I. di Mogliano, Trodica di Morrovalle, San Severino Marche, Treia e Matelica. Inoltre, si sono uniti a loro le Missionarie dell’Immacolata -PK, il Presidente Regionale della M.I. Marche Giovanni Gentilini e la Segretaria Regionale Simona Sampaolesi.

Don Jacopo Foglia ha iniziato questo incontro salutando e ringraziando tutti i presenti, ha annunciato la presenza di p. Massimo e ha introdotto l’inizio della catechesi precisando che l’obiettivo è di dare un senso vero a questo periodo di Avvento … che sia un momento di vera riflessione … che ci entri nel cuore penetrando come una spada in esso, in modo da produrre un cambiamento in noi, in modo da viverlo con un senso profondo e non come tanti eventi che ci scorrono addosso.

Padre Massimo nella sua catechesi ci parla della Misericordia e dell’apertura dell’anno Santo indetto da Papa Francesco, invitandoci a dare un significato profondo a questo momento di grazia, piuttosto che viverlo così … senza comprenderne nemmeno il significato … perché vissuto superficialmente non serve a niente e a nessuno.

Questo anno della Misericordia ci permette di chiedere perdono, per noi e attraverso noi per il nostro prossimo, ma perdono di cosa?! Se poi continuiamo a fare ciò che abbiamo sempre fatto! Da quì l’esigenza di ritornare alla fonte della Misericordia, ovvero, alle viscere della Madre … quelle viscere che hanno dato una carne a Dio, il Quale è divenuto uomo come noi perché noi potessimo divenire come Lui.

L’incarnazione di Cristo attraverso Maria è il primo e vero atto di Misericordia ed è quì che noi dobbiamo sempre tornare per comprendere e dare senso agli eventi della storia personale e comunitaria dell’uomo.

La Misericordia va sperimentata nel cuore perché possa dare frutto … perché possa cambiare il nostro cuore per divenire riflesso di Dio nel mondo, ma se noi non ci lasciamo toccare da essa, non serve a nulla. Spesso viviamo questi momenti giubilari come un periodo intenso caratterizzato dalla confessione e dalla preghiera, ma se non sperimentiamo la Misericordia nella nostra vita, non dà nessun frutto.

Perché noi che ci diciamo cristiani non suggeriamo a chi è lontano da Cristo e dalla Chiesa “confessati”? Io credo perché per primi non abbiamo sperimentato il perdono … non lo abbiamo vissuto veramente dentro di noi … allora ci resta difficile dire all’altro di confessarsi, di avere fiducia dell’amore di Dio quando per primi non ci crediamo … non l’abbiamo sentito dentro di noi. Padre Massimo ci rivela che molte persone si recano da lui per una benedizione, per un aiuto, ma in verità ciò che egli sente è il bisogno profondo di queste persone di un abbraccio d’amore, quell’abbraccio che solo Dio può dare … che noi possiamo veicolare all’altro se per primi lo abbiamo sperimentato.

Padre Massimo per un momento pensa al funerale della nostra connazionale Valeria, morta negli attentati di Parigi, in particolare è rimasto colpito dal profondo silenzio … l’Imam ha pronunciato sempre il nome di Allah, tutti gli altri erano in silenzio, il quale diceva tutto, il quale frapponeva un velo tra loro e Dio. Perché tutta questa sofferenza? Ma dov’è Dio? Cosa fa? Non capisco! Allora torniamo alle viscere della Madre per vedere che Lui si è fatto carne, si è reso bisognoso di tutto e tutti per ricondurci a Lui … per farci sperimentare il Suo amore e così essere capaci di divenire strumenti che veicolano questo stesso amore nel prossimo. Egli è della convinzione che là dove c’è tanta sofferenza, come ad esempio negli ospedali, sia il luogo migliore dove esprimere la forma più intensa dell’amore di Dio, ma noi questi luoghi li evitiamo. Io dico “NO” perché se veramente vogliamo sperimentare la Misericordia di Dio siamo chiamati ad entrare nella sofferenza del mondo nel quale viviamo, del nostro prossimo e della nostra … viverla … immergersi in essa come ha fatto Gesù nella sua passione.

Le nostre vite senza Dio non hanno senso, sono VUOTE, si riempiono inutilmente di falsi idoli che ci danno l’illusione di avere certezze … stabilità … pienezza, invece, Egli dà un senso profondo alle nostre vite e alle nostre storie ed è qui che sperimentiamo la Sua Misericordia … che riusciamo a percepire la bellezza della nostra vita anche in presenza della sofferenza e del dolore.

Padre Massimo utilizza una metafora, siamo come dei costruttori di piccole navi che non riescono a prendere il largo nel mare infinito … siamo uomini che vivono di tanti idoli, di tante formalità religiose, ma non riusciamo a prendere il largo perché non ci immergiamo nell’amore di Dio, non entriamo nella sua logica, non sperimentiamo in prima persona il Suo amore, divenendo incapaci di veicolarlo anche al nostro prossimo. Quando arrivano le persone a chiedere la confessione, dice p. Massimo, mi rendo conto del bisogno di sentire questo amore … di poter squarciare quel velo che si interpone tra loro e Dio. Allora sento che più che fare una confessione, che sarebbe vana, sterile in quel momento, la persona ha bisogno di sentirsi dire “IO TI AMO PER COME SEI”. Dio ci ama così per quello che siamo, con tutte le nostre difficoltà e fragilità, quando capiamo questo e lo sentiamo veramente nel cuore, noi facciamo esperienza di Dio e della Sua Misericordia.

L’amore di Dio va aldilà di tutto, supera ogni cosa anche le differenze razziali e religiose. Pensiamo per un momento alla Madre sotto la croce, Lei ha offerto suo Figlio a TUTTI, non ad alcuni, perché tutti potessimo beneficiare della Sua Salvezza.

La parola TUTTI ci fa male, lo dico per primo, perché ci riconduce alla parabola del Vangelo, quando il padrone della vigna dà lo stesso compenso a chi ha lavorato tutto il giorno e a chi ha lavorato un’ora. Noi ci chiediamo “ma è possibile che io che sono sempre qui a lavorare in Chiesa Gesù mi ama come chi non entra nemmeno in essa?” Io vi dico ASSOLUTAMENTE SI’ … ASSOLUTAMENTE SI’. La logica di Dio è questa, Lui vuole perdonare tutti e ama tutti in euguale misura … allora non c’è più razza, non c’è più religione … Dio va aldilà di tutte le convenzioni e divisioni umane.

Padre Massimo sottolinea come sia difficile seguire Cristo, entrare nella Sua logica, ma dobbiamo impegnarci, lavorare su noi stessi per questo … per essere capaci di fare piccole navi e prendere il largo nell’infinità del mare.

Non perdiamo l’occasione di sperimentare in questo anno giubilare la Misericordia di Dio, perché solo così potremmo cambiare veramente … incamminarci sulla strada che ci conduce ad essere come il Dio incarnato nelle viscere della Madre … e solo così essere nella vita del prossimo un riflesso dell’amore e della Misericordia di Dio … perché è a questo che Dio ci chiama … ad essere come Lui nel rapporto con l’altro contagiandolo con l’amore.

Dio ci vuole tutti salvi! Ci piacerebbe essere salvi solo noi? Che banchetto triste sarebbe se fossimo soli nel Paradiso! Ma il Paradiso siamo chiamati a viverlo già quì sperimentando in prima persona, sulla nostra vita, l’amore misericordioso di Dio.

Allora non buttiamo via questo anno della Misericordia, viviamolo profondamente per dare frutto a un cambiamento autentico.

Apriamo le porte della Misericordia, non solo quelle delle nostre Chiese, ma soprattutto quelle del nostro cuore bisognoso di sentirsi dire “IO TI AMO COME SEI” e trasmettere questo stesso amore a chi incontriamo sul nostro cammino quotidiano, indipendentemente dalle simpatie, dalle delusioni che possano aver unito la nostra vita alla loro … Dio supera tutto … Dio perdona tutto … sperimentiamolo!

 

Le parole di p. Massimo si sono fermate in un silenzio che chiamerei “fertile”, in quanto non è un silenzio vuoto, ma pieno di senso … di movimento come se le piccole navi da noi costruite avessero sganciato l’àncora per iniziare a prendere il largo nel mare infinito dell’amore di Dio.

Buon anno della Misericordia a tutti! Che ognuno di noi possa realmente sentire e sperimentare nella propria vita il perdono di Dio per essere veicolo del Suo amore con i fratelli che incontreremo sui nostri passa.

 

Simona Sampaolesi – Segretaria Regionale M.I. Marche

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