Non sei soltanto creatura, non sei soltanto figlia adottiva,
ma sei Madre di Dio e non sei Madre soltanto adottiva, ma vera Madre di Dio.
E non si tratta solo di un’ipotesi, di una probabilità,
ma di una certezza, di una certezza totale, di un dogma di fede.
Ma Tu sei ancora Madre di Dio?
Il titolo di Madre non subisce mutazioni.
In eterno Dio ti chiamerà: “Madre mia”… Colui che ha stabilito il quarto comandamento,
Ti venererà in eterno, sempre…
Chi sei, o divina? Egli stesso, il Dio incarnato, amava chiamarsi: “Figlio dell’uomo”.
Ma gli uomini non lo compresero.
Ed anche oggi quanto poche sono le anime che lo comprendono,
e quanto ancora imperfettamente lo comprendono!
Concedimi di lodarTi, o Vergine Santissima. (SK 1305)
La celebrazione eucaristica delle 19, svoltasi all’aperto nel parco intitolato a San Karol Wojtyla, è stata introdotta da questo brano di San Massimiliano Kolbe quasi a voler ripetere quanto accaduto 80 anni fa: il martirio di p. Kolbe, guidato e accompagnato dalla mano materna di Maria, introduceva la grande festa mariana dell’assunzione in cielo della Madonna,
Il canto “non c’è amore più grande” ha guidato l’assemblea durante il momento della comunione eucaristica: il gesto di Kolbe di sacrificarsi per un altro uomo era già stato compiuto 2000 anni fa da Gesù per salvare tutti noi dal peccato e dalla morte.
“Non c’è amore nella vita se non dai la vita tua,
per gli amici e per i nemici, la mia vità io darò”
Al termine della celebrazione, è stato spiegato ai fedeli il segno presente ai piedi dell’altare:
un disegno raffigurante il numero “80” in cui l’8 è composto da due corone di fiori, una rossa ed una bianca e lo 0 è invece rappresentato dalla Medaglia Miracolosa, entrambi segni distintivi della vita e dell’operato di P. Kolbe.
Il disegno è stato poi portato ai piedi della statua di San Massimiliano Kolbe che si trova nell’omonima piazza dietro la Chiesa. Il monumento, anch’esso, festeggia oggi una ricorrenza: 10 anni fa proprio in questa serata veniva mostrato per la prima volta (ancora in gesso) durante la celebrazione presieduta dall’allora vescovo Gervasio Gestori. La statua è stata realizzata dal maestro Pimo Angellotti di Grottammare e rappresenta la figura intera del santo, con il rosario in mano e il cingolo fancescano fatto di filo spinato che prosegue fino all’aureola di santità.
“Gesù è stato il primo ad onorare Maria come Sua madre e noi dobbiamo imitarlo anche in questo. Non riusciremo mai ad uguagliare l’amore con cui Gesù l’amò”; con le parole di San Massimiliano auguriamo a tutti buona festa dell’Assunta.