RELAZIONE DEL 1°INCONTRO DI FORMAZIONE DELLA MI
Santuario S. Giuseppe da Copertino – Osimo, 11 Gennaio 2015
Domenica 11 Gennaio 2015 alle ore 10.00, i Gruppi della Milizia dell’Immacolata – Marche , si sono riuniti c/o una sala del Santuario di S. Giuseppe da Copertino di Osimo, per vivere il 1° incontro di Formazione “Educarci a servire: come l’animatore MI è chiamato ad illuminare le tenebre”.
L’incontro ha avuto inizio con un momento di preghiera, in cui in unità abbiamo recitato le Lodi Mattutine. Successivamente, il Presidente Regionale Giovanni Gentilini ha presentato tutti i gruppi che hanno partecipato all’incontro.
In totale hanno partecipato all’incontro 80 persone.
A questo punto, il Presidente Regionale ha presentato il relatore Nicola Farinelli, il quale è un appartenente del Movimento dei Focolarini fondato da Chiara Lubich che, con le sue compagne, si è fatta strumento nelle mani di Dio per realizzare nel mondo l’unità richiesta da Gesù “ che tutti siano uno” (Gv, 17,12); nella Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto Marche Nicola ricopre il ruolo di responsabile locale delle Famiglie Nuove (http://www.famiglienuove.org/it/index.php) ed è Presidente del Centro Famiglia (http://www.centrofamigliasbt.it/default.asp), associazione che opera all’interno della Diocesi a sostegno delle famiglie.
Nicola Farinelli ha sviluppato il tema “Aspetti umani nella dinamica di gruppo: testimone di unità”.
Egli ha aperto la sua relazione citando alcune frasi prese dal nostro Padre fondatore S. Massimiliano Kolbe, il quale come Chiara Lubich, si è fatto strumento nelle mani dell’Immacolata, per portare più cuori possibili a Gesù attraverso Lei. Nicola leggendo questi scritti ha rivisitato tutta la sua esperienza, tutto il suo apostolato condiviso con la moglie, con i fratelli di fede e, oggi, con noi; un cammino in cui tutti, unitamente, siamo strumenti nelle mani di Dio nella realizzazione del Suo progetto d’amore per l’umanità.
La relazione del nostro amico di fede, si articola in tre punti:
1) Chi è l’animatore?
2) Che ruolo ha?
3) Dove si alimenta?
Per quanto concerne il primo punto, Nicola sottolinea che si è animatori non perché si fa parte di un movimento né perché si è responsabili dello stesso, bensì perché prima di tutto se ne vive il carisma. La prima testimonianza che siamo chiamati a dare è quella di essere fedeli al carisma, in unità con gli altri responsabili, nell’amore e nel rispetto reciproco.
Le persone guardando l’animatore devono vedere Gesù. Noi che siamo chiamati da Maria a guidare le persone in questo cammino di fede, prima di tutto dobbiamo:
- Dare un esempio di vita cristiana all’interno della quotidianità nella quale Dio ci vuole presenti;
- Coltivare costantemente la nostra vita spirituale con la preghiera fatta di: 1) meditazione del Vangelo o degli scritti del nostro fondatore, aprendo il cuore a Gesù, parlando con Lui di ciò che queste parole suggeriscono al nostro animo; 2) l’Eucarestia, nutrirsi con il Corpo di Gesù tutti i giorni perché attraverso di esso il nostro cuore possa essere plasmato sulla volontà di Dio; 3) nel nostro caso, recitare il Rosario, ma non come un mantra, bensì come un canto d’amore a Maria che a Sua volta lo fa giungere a Gesù.
- L’animatore deve essere consapevole che non sta lì per se stesso, ma per prendersi cura di persone che Dio gli ha affidato, per cui è chiamato a rispettare il carisma alla base del suo movimento, a non sentirsi in obbligo a possedere tutte le risposte, quanto a saper accogliere con amore le domande, sarà il nostro Padre Celeste che a suo tempo darà una risposta alle stesse.
Nicola ci lascia questa citazione “ Pregare come Angeli, lavorare come facchini”.
Indipendentemente dai nostri carismi, sia che siamo della MI che dei Focolarini, siamo uniti da un unico scopo, lavorare incessantemente con amore nella Vigna di Gesù, fare ciò che Lui ci chiede con umiltà e costanza, pregando che illumini sempre la nostra mente e il nostro cuore.
Passando al secondo punto della relazione, possiamo dire che l’animatore è colui che anima.
A un animatore sono affidate tutte quelle persone che vengono in contatto con la spiritualità del suo movimento, ma prima di tutto è chiamato ad accoglierle con amore. Tutti noi animatori dobbiamo essere una TESTIMONIANZA D’AMORE. Per cui egli:
- Non deve giudicare nessuno, ma è chiamato ad accettare tutti così come sono, per quello che sono, così come Gesù e l’Immacolata ha scelto noi, con tutte le nostre difficoltà, debolezze;
- Le persone vanno ascoltate, hanno un profondo bisogno di essere ascoltate;
- Vanno seguite nel corso del loro cammino di fede, rispettando i loro tempi, i loro slanci o battute di arresto.
Nicola sottolinea l’importanza di farsi uno con l’altro … vivere l’altro … questo è alla base dell’unità. Ci si prende cura delle persone che Gesù ci ha affidato curando la preparazione dei nostri incontri, i quali sono fatti di uno spazio e di un tempo in cui è presente Gesù … è presente Maria. Ecco perché è rilevante preparare l’incontro con cura, facendo attenzione al modo in cui presentiamo l’ambiente nel quale ci vediamo, facendo attenzione al modo in cui accogliamo le persone … esse si accorgono se la nostra gentilezza, il nostro amore è autentico o se è solo una parvenza di educazione. Le persone RESTANO DOVE SI SENTONO AMATE, DOVE C’E’ AMORE, PERCHE’ RICHIAMA LA PRESENZA DI GESU’. Per questo motivo, durante le nostre riunioni è preferibile:
- Dedicare del tempo alla riflessione degli scritti; ma poi portare la propria esperienza;
- Invitare le persone alla riflessione, piuttosto che dare delle risposte preconfezionate, le quali non fanno maturare spiritualmente;
- Evitare le discussioni personali;
- Non sostituirsi mai al gruppo;
- Fare attenzione ai giovani.
Fondamentale è parlare con un linguaggio positivo, dove si cerca di mettere in evidenza gli aspetti di luce di ogni situazione, perché da essa può sorgere la speranza e si può costruire qualcosa.
Nicola accentua l’importanza di condividere ciò che si vive, che si ha avuto in dono, perché solo così ci si può arricchire e si può consolidare tutto quello che si è appreso; in caso contrario tutto va perduto.
Oggi, io credo, stiamo dando una grande testimonianza di questo. Siamo persone provenienti da cammini e carismi diversi, ma profondamente uniti dall’amore e dal desiderio di portare i nostri fratelli verso Gesù, per diventare tutti una sola persona, una sola Chiesa in Lui.
In ultimo, abbiamo analizzato come si può alimentare l’animatore per poter svolgere al meglio il suo mandato. Il suo alimento è la Parola di Dio, gli scritti lasciati dal proprio fondatore e, nel nostro caso, Kolbe ci ha lasciato in dono una spiritualità mariana.
L’Immacolata è al centro di tutto il nostro operato, Lei è la responsabile di noi animatori, così come noi lo siamo delle persone che si avvicinano ai nostri gruppi.
MARIA VA IMITATA, VA VISSUTA.
Lei ci conduce tutti al Suo amatissimo Figlio Gesù, e ci dice di seguirlo perché Lui è il Maestro.
Gesù è il Maestro perché:
- Ci dà l’esempio;
- È pratico e concreto nel dare aiuto al debole;
- Dà la Sua fiducia a tutti … incondizionatamente;
- Lascia ad ognuno la libertà di scelta e decisionale;
- Le persone non le considera una cosa Sua, ma sono del Padre;
- Disciplina;
- È misericordioso;
- Il linguaggio di Gesù è preciso, comprensibile e fondato sulla Verità.
Nicola ci ricorda che Gesù AMA PER PRIMO, AMA TUTTI E AMA SEMPRE .
Se la nostra Mamma Celeste desidera che noi Lo imitiamo, dobbiamo ricordarci che siamo chiamati ad amare tutti … sempre … per primi.
L’animatore è chiamato a fare tutto ciò che può fare, per poi fermarsi ad ammirare le opere di Dio.
Egli non investe in potenza, ma in capacità di SERVIRE.
Un altro aspetto di unità tra il nostro movimento e quello rappresentato dal nostro relatore, il servizio, tutti siamo al servizio gli uni degli altri, con amore, con pazienza, sotto la guida e l’esempio di Maria, per essere modellati a somiglianza del nostro unico Maestro: Gesù.
Terminata la relazione di Nicola Farinelli, le persone presenti sono state suddivise in 4 gruppi:
- Gruppo Rosso guidato da Vincenzo Ricco;
- Gruppo Verde guidato da Luca Capriotti;
- Gruppo Giallo guidato da Giovanni Gentilini;
- Gruppo Blu guidato da Massimo Camaioni.
Questi gruppi, collocati in stanze diverse, dovranno fare un lavoro e delle riflessioni aiutati da una serie di domande. Il frutto di questo lavoro verrà discusso nella seconda parte della giornata.
Alle ore 15.30 inizia la seconda parte dell’incontro di formazione.
Prima di riprendere i lavori svolti nel corso della mattinata, abbiamo recitato il Santo Rosario.
Alle 16.20 il Presidente Regionale Giovanni Gentilini e il Vicepresidente Massimo Camaioni, con l’aiuto di Nicola Farinelli, avviano la sintesi e la discussione in gruppo di ciò che è scaturito dal lavoro del mattino.
Gruppo Rosso (Vincenzo ricco):
i membri di questo gruppo esprimono la necessità di vivere l’esperienza di unità, vissuta oggi, aldilà del contesto di gruppo, ma estenderla con tutti i cristiani, in ogni contesto e situazione. Inoltre, sperimentano il bisogno di vivere l’apostolato, in modo più concreto, non solo con la preghiera. Desiderano impegnarsi per essere più propositivi, senza aspettare la chiamata dell’altro … muoversi e chiamare in prima persona e ,soprattutto, senza rispondere alle provocazioni che spesso vengono mosse verso il cristiano.
Nicola accoglie con entusiasmo questi loro bisogni, ricordando nuovamente di vivere l’unità facendosi uno con l’altro, vivendo l’altro, questo vale anche per l’apostolato in ogni sua forma. Per fare ciò è importante che guardiamo sempre l’aspetto positivo di ogni esperienza vissuta, perché è su questo che possiamo costruire e migliorare, non sulla vana critica; ciò richiede un’apertura verso l’altro , andare verso l’altro, spogliarci di noi stessi. Non dobbiamo mai aver paura di spogliarci di noi stessi, perché solo così possiamo farci uno con l’altro … arricchirci … edificarci.
Gruppo Verde (Luca Capriotti):
questo gruppo è della convinzione che è necessario servire solo per amore, in modo disinteressato, costante e restando fedeli al nostro carisma. Rilevante è l’accoglienza fraterna espressa verso tutti, incondizionatamente … con amore, non solo, ma è importante la preghiera per i fratelli più bisognosi, meglio ancora se loro non sanno delle nostre preghiere.
I responsabili appartenenti a questo gruppo di lavoro hanno evidenziato la necessità di creare degli opuscoli o dei sussidi per poter organizzare i nostri incontri e condividere tra noi le cose che facciamo, i materiali che utilizziamo, per una proficua collaborazione.
Gruppo Giallo (Giovanni Gentilini):
il gruppo è stato particolarmente colpito dalla figura dell’animatore nei termini in cui è stato presentato nella relazione: una persona che fa da anello di congiunzione tra tutti i membri del gruppo e l’attenzione amorevole che ha verso le persone e la cura del luogo nel quale esse si incontrano … questo ricorda tanto l’amorevolezza di Maria…
I responsabili delle comunità più giovani sentono la necessità di essere guidati per comprendere come si può gestire un gruppo … si sentono spaventati sia dall’impegno che dalla responsabilità delle persone che si affidano a loro. Infine, sentono il bisogno di più formazione e di una collaborazione con gli altri animatori … di creare una rete.
Nicola sottolinea l’importanza di collaborare fra i membri dello stesso gruppo. L’animatore non ha tutto sulle sue spalle, ma deve trovare collaborazione tra i membri del suo consiglio e del gruppo di appartenenza … dividendosi i compiti. Non solo, ci ricorda che essere consacrati all’Immacolata, significa come dice Kolbe, vivere la Consacrazione nel quotidiano, quindi nel lavoro, nella famiglia, con le persone che Dio ci ha messo a fianco, nel nostro gruppo MI … questo è bellissimo … racchiude tutto il nostro cammino e il nostro apostolato.
Gruppo Blu (Massimo Camaioni):
questo gruppo mette in evidenza una difficoltà molto comune tra i responsabili, cioè i troppi impegni, le cose da fare che spesso rendono sterile il nostro cammino perché ci fa perdere il senso di quello che siamo, del nostro carisma. Inoltre, esprime il bisogno di conoscere gli altri responsabili e condividere con essi la propria esperienza. Tutti sentono che la cosa più importante è costruire dei legami umani all’interno del gruppo, inoltre, pongono una domanda: di fronte a fasce di età e a livelli di fede eterogenei, presenti in un gruppo, è opportuno creare realtà diverse o usare comunicazioni differenti?
Nicola è dell’opinione che il responsabile, prima di ogni decisione, deve comunicare con gli altri del consiglio, per poi fare la scelta più idonea, mai fare tutto da solo!
Quando in un gruppo ci sono diverse generazioni è appropriato dare vita ad una formazione e una comunicazione diversificata, non è pensabile prendersi cura di un aspetto a discapito di altri. Persone mature nella fede e persone giovani hanno lo stesso diritto di essere seguiti nel cammino di fede, dando ad ognuno il “cibo spirituale” appropriato.
La cosa più importante è mettere al centro del nostro cammino Gesù, solo così possiamo dare il giusto posto a tutte le cose.
In relazione all’espressa difficoltà di alcuni animatori nella gestione dei gruppi, P. Sergio ci dà delle linee guida da seguire:
- Fare due incontri al mese, in uno utilizzare le schede dell’opuscolo che in questo anno associativo il Nazionale ci ha inviato; un altro incontro basato sulla preghiera e l’adorazione servendosi dell’aiuto dei membri del Consiglio Regionale;
- Usare il sito regionale;
- Crearsi un consiglio collaborativo;
Inoltre, p. Sergio ringrazia apertamente Nicola per la sua relazione davvero edificante, ricordando che non c’è divario tra i diversi carismi e in questo caso con Chiara Lubich, in quanto tutti i Santi sono passati per la strada di Maria.
Anche il nostro Presidente Regionale ringrazia Nicola e tutti i partecipanti alla formazione. Inoltre, ci ricorda che il prossimo incontro, probabilmente, lo faremo a Roma nei luoghi significativi di Padre Kolbe e che organizzeremo anche un Pellegrinaggio in Polonia.
Nicola ci ringrazia per l’esperienza che oggi ha vissuto con tutti noi.
Noi gli diciamo grazie perché ci ha donato delle parole edificanti, delle vere pillole di saggezza, frutto della sua esperienza, del suo cammino di fede, sempre condiviso con sua moglie Clara e la sua famiglia.
Ci hanno colpito tanto le parole di Nicola, in particolare quando ci ha esortati ad essere un tutt’uno con l’altro … a vivere l’altro, solo così possiamo veramente condividere la nostra ricchezza interiore e i nostri doni, per farne punti di forza per la nostra crescita spirituale e di quella delle persone che Dio ci affiderà. Il trattenere, il restare trincerati dentro un gruppo senza aprirsi ai fratelli non porta da nessuna parte, se non a perdere tutto, perfino il senso e il significato del carisma che siamo chiamati a testimoniare con la nostra vita.
In questa giornata è stato bellissimo vedere il connubio e la comunione profonda tra due carismi, quello kolbiano dei nostri gruppi e quello di Chiara Lubich dei nostri amici Nicola e Clara; ciò è stato possibile perché entrambi i cammini convergono sulla figura di Gesù il nostro Maestro passando per la strada che la nostra amata Maria ci ha tracciato.
Grazie Nicola per questa esperienza e per le tue parole che sono arrivate al cuore come una carezza e hanno dissetato la nostra anima sempre bisognosa di autenticità e Verità.
Concluso il lavoro pomeridiano, alle ore 17.00 ci siamo trasferiti nella Cripta di S. Giuseppe da Copertino per la celebrazione della S. Messa.
Al termine della stessa, il Consiglio Regionale, ha offerto un lumino a tutti i partecipanti che, i vari responsabili dovevano accendere, come simbolo della nostra chiamata, ovvero, essere testimoni di luce che illumina le tenebre presenti nel mondo.
Finisce così il nostro primo incontro di formazione.
Buon cammino a tutti … con l’augurio di essere veri Apostoli dell’amore.
Segretaria Regionale
Simona Sampaolesi