RELAZIONE DEL NOSTRO VIAGGIO NEL SOGNO DI S. MASSIMILIANO KOLBE
Il Centro Regionale della MI – Marche ha organizzato un Pellegrinaggio a Roma sulle orme di San Massimiliano Maria Kolbe, per riscoprire le radici della nostra fede mariana.
La proposta ha avuto, da parte dei vari gruppi MI delle Marche, un’eccellente risposta.
In totale hanno partecipato 76 persone.
Tra i partecipanti è stata presente anche Emanuela Sponda Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe di Bologna, la quale con i suoi momenti di preghiera ha nutrito la nostra anima.
Una volta giunti alla città di Roma ci ha accolti p. Raffaele Di Muro, Assistente Internazionale della Milizia dell’Immacolata, che ci ha accompagnato durante tutti gli appuntamenti di questi due giorni.
La prima tappa è stata ai Giardini Vaticani, ai Musei VAticani ed alla Cappella Sistina.
La visita ai Giardini Vaticani è stata un’esperienza meravigliosa. All’interno di essi abbiamo potuto constatare la presenza inequivocabile di Maria, alla quale i vari Papi nel corso dei secoli hanno manifestato una particolare devozione. Durante il nostro percorso ci siamo fermati ai piedi della piccola Lourdes dove abbiamo pregato affidando alla Madonna le nostre più intime intenzioni.
All’interno dei Giardini abbiamo riscontrato una traccia indelebile dell’amore che la Chiesa rivolge alla Sua Madre Celeste.
Successivamente, mentre all’esterno pioveva copiosamente, siamo transitati all’interno di alcune sale dei Musei Vaticani fino ad arrivare alla Cappella Sistina, la quale è resa bellissima dagli affreschi di Michelangelo. L’artista ha rappresentato momenti significativi della storia dell’umanità nel suo rapporto con Dio … tutti gli affreschi contengono dei messaggi che sono per l’uomo un ponte verso la salvezza. Tutti i dipinti rappresentano figure umane nude perché, come disse Michelangelo, “La nostra anima si presenterà nuda davanti a Dio …” e rappresentare un corpo nudo ha lo scopo di far comprendere all’uomo che di fronte a Dio non ci saranno maschere né nascondimento … tutte le nostre opere e preghiere saranno giudicate da Dio e attraverso di esse potremmo avere la salvezza o la condanna.
Terminato il “viaggio” in questi luoghi indescrivibili per la loro bellezza, nel pomeriggio ci siamo recati in direzione della Chiesa di S. Andrea delle Fratte che, per noi militi, ha un richiamo particolare verso le radici della nostra fede. In essa, infatti, sono avvenuti due importantissimi fatti:
- Il 20 Gennaio del 1842 è avvenuta la conversione di Ratisboune, il quale era un uomo ateo, ma entrando in questa Chiesa ebbe l’apparizione della Madonna. Egli disse “La vedevo ma non mi parlava, ma capivo tutto” ; in seguito a tale esperienza si convertì e nel tempo divenne un sacerdote;
- Il 29 Aprile 1918 S. Massimiliano Maria Kolbe vi celebrò la sua prima S. Messa.
Una volta giunti in questa Chiesa, abbiamo partecipato alla recita dei Vespri e alla Celebrazione della Santa Messa, presieduta da p. Raffaele Di Muro.
Durante l’omelia p. Raffaele ci ha ricordato che nel nostro percorso di fede spesso incontriamo la fatica, la tempesta ma, come ci insegnano i discepoli, se ci affidiamo a Gesù possiamo affrontare tutto con una profonda pace nel cuore. Quando ci troviamo nella tempesta dobbiamo chiamare Gesù perché Lui è pronto a donarci la pace. Nel corso della nostra vita Gesù non ci promette che non avremo ostacoli, ma ci garantisce la sua presenza … sempre! Presso l’altare della Chiesa di S. Andrea delle Fratte Ratisbonne e Kolbe hanno trovato la pace in Cristo attraverso la mediazione di Maria.
Quando Ratisbonne entrò in questa Chiesa era in uno stato di agitazione interiore, di assenza di Dio, ma qui gli apparve la Vergine che gli fece scoprire l’amore di Cristo, trovando così la pace.
L’Immacolata interviene anche in S. Massimiliano Maria Kolbe, il quale stette in questa Chiesa dal 1912 al 1919 sperimentando la presenza di Maria nella sua vita. A Roma Kolbe si chiede “Che cosa posso fare?” e l’Immacolata gli dona la pace e gli fa comprendere che cosa vuole da lui … da lì a poco avrà l’ispirazione di fondare la MI. Egli ci vuole trasmettere che Maria si prende cura di noi e nella tempesta Lei ci sta vicino e ci sostiene. Noi che cosa possiamo fare? AFFIDARCI TOTALMENTE A LEI.
Gesù ci vuole donare una vita nuova e Maria ci tiene per mano per introdurci in essa. Questo Kolbe lo ha sperimentato, tanto che, morirà cantando, affidandosi a Gesù attraverso le mani di Maria; egli morirà con gli occhi rivolti verso il cielo con il cuore nella pace.
P. Raffaele ci ha detto che se noi ci abituiamo a cercare Cristo, Lui ci donerà sempre la sua pace, e non ci saranno tempeste che possano sconvolgere la nostra vita. Il nostro fondatore ci insegna che questo può divenire possibile se noi viviamo la nostra vita riflettendo l’amore di Dio per noi e pregando incessantemente.
Ratisbonne e S. Massimiliano Maria Kolbe sono dei MIRACOLI D’AMORE e anche noi potremo sperimentare questo miracolo se ci affidiamo a Maria, se facciamo della nostra esistenza un atto di affidamento a Dio tramite le mani dell’Immacolata.
Una volta terminato questo momento intenso di preghiera, ci siamo recati al Salesianum, dove abbiamo alloggiato. Alla sera abbiamo vissuto un momento di fraternità con l’estrazione della lotteria e, in seguito, con la recita del Santo Rosario.
Il giorno seguente, siamo andati al Convento di San Teodoro, luogo in cui S. Massimiliano Maria Kolbe è vissuto dal 1912 al 1919 svolgendo tutta la sua formazione spirituale per divenire un sacerdote.
P. Raffaele ci ha introdotti nella Cappella dove il nostro Santo il 1° Novembre del 1914 ha fatto la sua ordinazione solenne come sacerdote. San Massimiliano Maria Kolbe arrivò in questo luogo nel 1912 per preparasi a diventare un sacerdote, qui respirò un’aria di internazionalità, in quanto incontrò molti frati di diversa provenienza.
Egli quando arrivò a Roma trovò un ambiente fortemente anticlericale. Di fronte a questo clima la Chiesa aveva assunto un comportamento di difesa e, per tale motivo, Kolbe ricevette una formazione “militare” e molto disciplinata proprio per essere capace di difendere la Chiesa dagli attacchi che subiva. La sua giornata si scandiva tra preghiera e studio, nel pomeriggio gli era concesso di fare una passeggiata, ed è in tale situazione che parlando con gli altri frati, propose loro di fondare la MI. Questa formazione così rigida gli venne impartita dai gesuiti, i quali avevano una spiritualità molte forte. Da questa formazione così rigida ebbe origine il nome di Milizia dell’Immacolata e del Cavaliere, in quanto il milite doveva essere un soldato pronto a difendere la Chiesa. Il 17 Ottobre del 1917 san Massimiliano Maria Kolbe insieme a sei confratelli fondò la Milizia dell’Immacolata.
San Teodoro è un luogo rilevante per la vita di Kolbe, per due motivi:
- Per la sua formazione spirituale;
- Per la realizzazione del suo sogno.
Quando nel 1919 Padre Kolbe lasciò il Convento, il suo padre formatore nella relazione fnale scrisse di lui “Santo giovane”.
Dopo la presentazione di p. Raffaele, la Missionaria Emanuela Sponda ci ha condotto nella Cella dell’Amore, dove S. Massimiliano Maria Kolbe, insieme ai suoi confratelli ha dato vita al sogno di realizzare la Milizia dell’Immacolata. I suoi sei fratelli di fede che hanno fondato con lui la MI furono: Fra’Antonio Maria Mansi, p. Antonio Maria Glowinski, fra’ Girolamo Biasi, p. Quirico Pignalberi, p. Enrico Granada e p. Pietro Pal. I primi due confratelli morirono nel 1920 e Kolbe li definì come i primi intercessori nel cielo.
La notte del 16 Ottobre del 1917, in questa cella diedero vita al Patto di Alleanza con l’Immacolata, il quale era articolato in tre punti salienti:
- Lo scopo era quello di santificare e convertire il cuore degli uomini;
- Il mezzo per fare questo è la distribuzione della Medaglia Miracolosa;
- La condizione per realizzare tutto questo è il totale affidamento all’Immacolata.
Emanuela ci ha ricordato che il progetto prende vita dalla disponibilità incondizionata di Kolbe a Maria.
In questo luogo santo tutti insieme abbiamo rinnovato la nostra Consacrazione all’Immacolata e il Presidente Regionale Giovanni Gentilini ci ha letto il Testamento di Kolbe, nel quale egli ci ricorda che dopo la sua morte, noi come suoi eredi, siamo chiamati a portare avanti la MI.
Emanuela e p. Raffaele ci hanno fatto il dono di condurci sulla terrazza del Convento dalla quale si può vedere uno scorcio di Roma molto bello … è come dare uno sguardo al mondo … un’apertura verso altre realtà, rivivendo la stessa sensazione che Kolbe visse guardando dalla finestra della Cella dell’Amore.
In seguito, p. Raffaele ci ha condotto nella stanza dove si trova l’expo di Kolbe, una mostra permanente dove vengono rappresentate le tappe fondamentali della vita del nostro Santo Fondatore. La mostra è stata intitolata “S. Massimiliano Maria Kolbe: una luce nel buio” e si articola in sette tappe salienti:
- Va e ripara la mia Chiesa: qui si ricorda come Kolbe colpito dalla storia di S. Francesco d’Assisi decide di entrare in seminario nel 1910 per dedicarsi alla vita religiosa;
- Coronare un sogno: tutto parte quando da ragazzino Kolbe ha la visione dell’Immacolata che gli offre due corone, una bianca che indica una vita di purezza e una rossa che indica il martirio, quando gli chiede quale vuole, lui risponde ENTRAMBE;
- Sono un sacerdote cattolico: frase che Kolbe dirà nel campo di Aschwiz nel momento in cui sceglie di donare la propria vita per salvare quella di un padre di famiglia;
- Voglio essere un Santo: questo era il grande desiderio di Kolbe diventare Santo nelle mani dell’Immacolata;
- Fino agli estremi confini: Kolbe desidera far conoscere l’Immacolata a tutti gli uomini fino agli estremi confini della terra, da qui il suo amore per la stampa come mezzo di diffusione e la nascita del Cavaliere dell’Immacolata;
- Solo l’amore crea: frase che noi militi conosciamo bene e che ci ricorda il dono che Kolbe ha fatto della sua vita per la causa dell’Immacolata, fino al martirio per amore dei fratelli;
- Sotto la luce dell’Immacolata: ricordandoci che noi siamo nelle mani di Maria degli strumenti che possono essere utilizzati da Lei come vuole e illimitatamente.
Terminata la visita all’expo, ci siamo trasferiti nuovamente in Cappella per la Celebrazione della Santa Messa sempre presieduta da p. Raffaele.
Nel corso della sua omelia, p. Raffaele ci ha raccontato come S. Massimiliano Maria Kolbe spesso ha vissuto momenti di sofferenza e di tempesta, ma affidandosi nelle mani dell’Immacolata è riuscito sempre ad affrontarle senza farsi annientare. Nel Convento di S. Teodoro egli sperimentò più volte cosa significhi abbandonarsi a Lei. In particolare ci rammenta un episodio in cui Kolbe, a causa di una cancrena al dito, rischiò di non poter essere ordinato sacerdote; poi disse al medico che lo curava di bagnargli il dito con l’acqua di Lourdes e il dito guarì completamente. Questo a dimostrazione che, se ci si abbandona all’Immacolata, Lei ci condurrà fuori da ogni dolore e sofferenza … qualunque cosa accada Lei avrà cura di noi.
Anche la nascita della MI dimostra come Maria intervenga a suo favore; molti erano perplessi al progetto di Kolbe, ma poi nel tempo diversi confratelli decisero di entrarvi a farne parte.
Tante situazioni di sofferenza e di difficoltà il Santo riuscì a scioglierle mettendole ai piedi dell’Immacolata.
S. Massimiliano Maria Kolbe, qui a Roma, comprese quanto si può fare se ci si abbandona nelle mani dell’Immacolata. Il suo amore per Maria è un’esperienza concreta … egli viene definito il folle dell’Immacolata perché la sua vita non è stata un vivere teoricamente il rapporto con Lei, bensì visse la sua vita costantemente in comunione con Dio attraverso Maria.
Gesù nel Vangelo dice ai discepoli di “Passare all’altra riva …”, cioè siamo chiamati a cambiare la nostra vita, questo ci spaventa … ma con la forza che ci dà l’Immacolata tutto si supera, tutto si può realizzare. Attraverso Lei si può raggiungere nuove mète … nuovi progetti d’amore ai quali Dio ci chiama.
P. Raffaele ha augurato a tutti noi militi delle Marche di “passare all’altra riva” rispondendo alla chiamata di Cristo che ci rivolge attraverso l’Immacolata … alla chiamata di un nuovo apostolato più grande … più forte. Ci invita a chiedere a Dio la capacità di leggere i segni dei tempi per dare vita a nuove forme di apostolato … di realizzare il nostro grande sogno d’amore a cui Cristo ci chiama attraverso l’aiuto e la guida della nostra Madre Celeste.
Al termine della Santa Messa, il Presidente Regionale Giovanni Gentilini ha presentato i responsabili e i militi presenti e li ha invitati ad andare sull’altare dove p. Raffaele ha consegnato ad ognuno un dono: un braccialetto con la Medaglia Miracolosa e il libro “La sofferenza in San Massimiliano Kolbe” scritto da p. Raffaele Di Muro.
Infine, ci siamo congedati da p. Raffaele per ritornare al Salesianum per il pranzo e, subito dopo, siamo partiti in direzione delle nostre case.
Il Consiglio Regionale ringrazia tutti per aver partecipato a questo Pellegrinaggio nella Roma di S. Massimiliano Kolbe alla scoperta delle radici della nostra associazione religiosa e della nostra fede.
Auguriamo ad ognuno di voi di divenire un Miracolo d’Amore nelle mani di Maria all’interno della vostra realtà quotidiana … un miracolo che con la sua luce possa illuminare la vita e il cammino delle persone che incontriamo in questo difficile tempo che stiamo vivendo … ricordandoci sempre che, abbandonandoci nelle sue mani, ogni tempesta, ogni sofferenza può essere superata con la pace nel cuore e che attraverso Lei possiamo realizzare grandi cose … non mettiamo limiti … Lei ci condurrà per mano.
SEGRETARIA REGIONALE
Simona Sampaolesi