Convengo Regionale MI-  6 giugno 2004

'Santa Maria di Loreto' Pozzetto  Via Croce, 36 Ancona

 Relazione: P.Egidio Monzani (Ass.te Naz.le MI)

Tema: "Senza l'Immacolata l'odio distrugge…Con l'Immacolata l'amore ricrea…'

 1° parte

Noi militi dobbiamo convincerci di essere delle persone estremamente preziose. Non siamo le 'cenerentole' dentro la Chiesa o i 'fratelli minori' rispetto alle altre realtà ecclesiali, siamo delle persone ‘privilegiate’. Questo privilegio deve darci più coraggio, più entusiasmo e più carica che in questo momento non abbiamo, la Milizia è un dono grande che Dio ha fatto alla Chiesa e all'umanità.Nella Milizia si venera l'Immacolata e lo vediamo in Massimiliano Kolbe, nostro fratello e patrono, questo ‘dono’ veramente straordinario all'umanità che è l’Immacolata. Noi siamo i primi depositari di questa realtà che dovrebbe 'scuotere' le nostre pigrizie, i nostri sensi di inferiorità, i nostri complessi e farci capire, ragionare e darci più forza e vitalità in questo Movimento, ma soprattutto dovremmo sentire tutta l'energia spirituale che San Massimiliano ha profuso all'umanità attraverso l'Immacolata. 

 Apriamo questa giornata con due temi che sembrano il rovescio di una medaglia:"Senza l'Immacolata l'odio distrugge.. “ e poi avremo: “Con l'Immacolata l'amore ricrea..'.

Sarà un discorso che dovrò fare in due momenti, per cui se il primo approccio sarà limitato, poi la riflessione dovrà essere completata e vorrei proprio farvi sentire la forza di questa provocazione: “Senza l'Immacolata… ma che cosa vuol dire? Dobbiamo considerare ciò che rappresenta l'Immacolata Concezione dentro la storia e nella vita dell'uomo, cioè ‘Immacolata Concezione’ come il privilegio dato ad una creatura da parte di Dio, un privilegio che Lei non tiene gelosamente per se, ma vuole coinvolgere e far partecipi tutti i suoi figli, per cui se i figli si fanno coinvolgere dall'Immacolata: l'amore vince e crea e la storia cambia. Attraverso l'Immacolata la storia è cambiata: dal peccato verso la salvezza e la redenzione; la storia di oggi è una storia che cambia e noi abbiamo delle grosse responsabilità, cioè abbiamo la 'leva' per alzare le sorti del mondo, abbiamo la 'chiave' per aprire questa porta che oggi sembra arrugginita, bloccata, blindata, una porta che impedisce di vedere che aldilà c'è una storia di amore, di felicità, di serenità, di altruismo, di gioia e di positivo, invece noi siamo ‘bloccati’, dobbiamo metterci di fronte al fatto che non si tratta semplicemente di accettare questa proposizione come un assoluto. "Senza l'Immacolata…”, significa senza una immagine dell'uomo nella storia che Dio ci ha messo dentro  e rifiutandoLa noi ci ‘crogioliamo’ nel senso della 'non vita’, del 'non amore’, dell'odio e quindi della disperazione, “Con l'Immacolata..”, invece, tutto cambia.

La proposizione di questo tema è molto significativa e impegnativa, perché ci obbliga a costruirci un progetto, ci obbliga a risvegliarci da questo ‘sopore’, ci obbliga a risvegliare la Milizia stessa e quindi è non è più il solo ad ascoltare, è un qualche cosa che dovrebbe far dire a ciascuno di noi: 'Cosa dobbiamo fare?' e non deve essere il 'fare' e basta, ma anche l'essere presente ed essere coscienti nel sentire che, a noi privilegiati militi, viene concessa questa opportunità: di portare dentro la storia dell'uomo ‘qualche cosa’ che l'uomo non ha più e di cui ha un immenso bisogno. Con l'Immacolata tutta la storia si ricrea, incominciando da noi: questo dovrebbe essere un ‘tracciato’ su cui costruire un progetto comunitario. Sento molto il limite della nostra Milizia, girando nei vari gruppi, ci sono delle persone di buona volontà, ci sono dei progetti a ‘corto respiro’: i gruppi si trovano, recitano il Rosario, fanno una lettura su P. Kolbe poi tutto finisce lì. La varietà dell'Italia diventa frammentarietà perché i militi della Sicilia hanno un loro cammino, in Calabria non hanno niente, la Sardegna ha un altro progetto e nelle Marche un altro, e se messi assieme si può dire: ‘Che bello’, ma è come un ‘puzzle’ dove i pezzi sono belli ma se non si trova il modo di metterli insieme si rischia di fare confusione. Abbiamo bisogno di uscire da questo stato 'confusionale' e incominciare in modo più organico in cui i militi si possano identificare, riconoscere e soprattutto portino avanti questo progetto insieme. Il progetto di questa giornata, non è soltanto un ritrovarci insieme che è molto bello o nel pregare che è una cosa stupenda, o nell’ascoltare, ma è nel progettare e ripartire con la voglia di darci un 'volto' e un 'cammino', di sentire che possiamo veramente farlo, perchè da parte di Dio abbiamo questa responsabilità e questa vocazione.

“Senza l'Immacolata…”, potrei parlarvi della guerra o degli omicidi che si consumano in continuo e di tutte le espressioni dell'odio perché viviamo dentro il tempo dell'odio, invece voglio citarvi una lettera, trovata su internet, tratta da un quotidiano, con questo titolo: 'Triste il paese che ha bisogno di eroi', (con tutto rispetto per questi eroi).

Questo scrivente si domandava: «Ma perché in Italia abbiamo un disperato bisogno di eroi?, perché questi eroi sono tutti morti, vittime della violenza?- sono domande molto serie e un po' mortificanti- perché un povero cuoco che viene ucciso diventa un eroe?, perché un altro giovane e che va in Iraq viene ucciso e diventa un eroe?.

E perché quella suora che da 40 anni è in missione, dedica tutta la sua vita ai poveri, nessuno la riconosce?  perché tante persone che servono i poveri e si sacrificano nel silenzio non riceveranno mai un riconoscimento? Il motivo è forse, perché ‘non sono morti..»’. In queste provocazioni c’è una cultura che ci sta avvolgendo tutti: ‘una cultura di morte’, c’è un condizionamento nel nostro modo di vivere che sta facendo calare un velo di tristezza e così abbiamo ‘tristi eroi morti’. La gente che ha bisogno di eroi non è altro che figli di questa tristezza, di questa lunga morte che diventa veramente preoccupante e l’avvertiamo, non soltanto quando si verificano tragedie imminenti, ma è una tristezza che sta calando sul volto delle persone. Avete mai fatto questa considerazione. Quando viaggiate vi trovate di fronte delle persone, guardatele bene in faccia: ne troverete ben poche felici, tutti hanno un velo di tristezza. la gente non sa più sorridere e fa fatica a vivere.

- Pensate ai nostri bambini che potrebbero essere le persone più risplendenti perché ancora non sono state contaminate dalla nostra cultura di questo mondo, anche loro faticano a sorridere, si annoiano facilmente, non sono sereni e molto spesso portano le conseguenze delle nevrastenie degli adulti. Sono il ‘coagulo’ delle frustrazioni dei genitori.

- Pensate alle giovani coppie sposate: una volta il romanticismo era nel fidanzamento, nell'amore di un cuore solo, ma oggi la vita li obbliga a vivere quasi come ‘separati’, dalla mattina alla sera nel mondo del lavoro che li costringe a lavorare per vivere, lavorare e basta. Una volta si lavorava per vivere, oggi si vive per lavorare, dentro un meccanismo dal quale non si riesce più a venirne fuori.

- Pensate ai giovani fidanzati che vorrebbero costruire la loro storia e molte volte non possono perché non hanno un lavoro o non hanno una casa, la vita oggi sta impressionando e mette delle condizioni che toglie la voglia di vivere.

- Pensate ai giovani, il Papa gli dice spesso: ‘Voi siete la speranza...‘, ma la speranza è la virtù più mortificata in questo tempo e si fa fatica a sperare: ‘Come si può sperare quando non c'è possibilità?’.

- Pensate al mondo degli anziani.

- Pensate allo sport preferito degli italiani: il calcio. Troppi interessi e allenatori che giurano fedeltà, poi il giorno dopo firmano per un'altra squadra, è un mondo veramente spaventoso.

Il Papa domenica scorsa, ha dato un messaggio per la giornata della comunicazione: ‘I rischi e la ricchezza delle comunicazioni’, ma sono maggiori i rischi delle ricchezze e poi ti trovi della 'spazzatura' o volgarità nelle comunicazioni. Questo è il velo di tristezza che sta calando, non parlo del mondo del lavoro o degli affari, non parlo di politica, però è un insieme di cose che ci fa vedere come l'uomo di oggi è avvolto e immerso in questa dimensione di tristezza, ed è 'morso' da questa dimensione di odio.  L'odio non è soltanto quando si uccide, odio è anche quando la vita non ci sorride più, odio è quando l'infelicità diventa una condizione.

Abbiamo dimenticato un aspetto molto importante: Andate a vedere le Chiese la domenica, e guardate le persone che stanno celebrando l'Eucaristia, sono i credenti del Risorto o sono i seguaci di una religione non ben definita?. Questa è la situazione di fatto. Ma come ci siamo arrivati?: abbiamo dimenticato Dio.

Nel ‘Cavaliere dell'Immacolata’ che è l'organo ufficiale della Milizia (tutti i militi dovrebbero averlo come strumento di formazione) per ben tre numeri ho affrontato il tema della ‘indifferenza religiosa’. L'ho trattato per analizzare un fatto in cui tutti siamo immersi e vorrei chiedervi: Alzi la mano chi in famiglia non ha una persona che vive in questa indifferenza religiosa? Sono delle persone tranquille che lavorano, sono buoni padri di famiglia e bravi giovani, ma di Dio non vogliono assolutamente più saperne, non Lo rifiutano, non Lo combattono, ma semplicemente Lo ignorano e  non gli serve: questa è l'indifferenza religiosa. Per un milite l'indifferenza religiosa, potrebbe essere l'equivalente della massoneria al tempo di San Massimiliano, ricordatevi che la Milizia nasce costatando una situazione reale, nasce dalla storia e non dalla devozione. La Milizia, non è una ‘Pia Unione’ di gente che prega soltanto, ma Padre Massimiliano Kolbe ha fondato la Milizia per reagire ad una situazione storica. Nel 1917 è studente a Roma, non ancora sacerdote, assiste alle manifestazioni della massoneria che portano in trionfo Satana che mette ai suoi piedi l'Arcangelo San Michele, rovesciando completamente la storia, e non è più la storia dell'amore ma diventa la storia dell'odio a vincere. Padre Kolbe di fronte a questa situazione che cosa fa? Fonda la ‘Milizia dell’Immacolata’. La M.I. quindi, ha sempre bisogno per vivere di avere di fronte una realtà e una concretezza, non un pensiero o un sentimento, ma un fatto perché quando la Milizia si distacca dalla storia è ‘morta’. Oggi facciamo fatica a riemergere perché siamo stati fortemente compressi, non più da un fatto o da una storia concreta, ma dai sentimenti più o meno devozionali, e la Milizia ha bisogno di riprendere in mano la realtà e far fronte con le armi adeguate, cioè con l'amore e l'Immacolata. Se al tempo di San Massimiliano Kolbe era la massoneria a creare e condizionare pesantemente la vita delle persone, oggi ciò che sta condizionando molto e genera il senso di tristezza, figlia dell’odio e della morte è: l'indifferenza religiosa che ha due realtà molto reali e forti:

1) è un fatto sempre più di massa, è nel 60%. Una volta la massoneria e l'ateismo erano quasi patrimonio di una ‘elite’ di gente di ‘taglia’ e di cultura, oggi è patrimonio della massa. Non occorre essere né intelligenti, né acculturati ma è un fenomeno dilagante che sta toccando soprattutto il mondo degli adolescenti e dei giovani. La più alta percentuale degli atei, la trovate non negli adulti ma in proporzione nei giovani e non nel ‘bestemmiare’ o nell’andare contro Dio, ma nell’ignorarLo, cioè vivere come se Dio non ci fosse; non è uno ‘sbattezzarsi’ (iniziativa nata proprio nelle Marche) ma vivere come se il Battesimo non l’avessero mai ricevuto. Nelle nostre famiglie i ragazzi e i giovani, non sono cattivi ma non si pongono il problema di Dio, hanno altri problemi. La domenica hanno il problema di come divertirsi, dove andare in gita, ma Dio non esiste, non c’è tempo per Dio, perché non hanno nessun interesse nei Suoi confronti;

2) l’indifferenza religiosa è la conseguenza di una scelta fatta dalla società e dalla cultura, cioè la scelta del benessere fine a se stesso. Il benessere non è da demonizzare, non è il negativo della vita, ma quando diventa l’unica ragione del vivere, allora diventa un problema.Diceva Sant’Agostino: «Il denaro è un ottimo servo e un pessimo padrone». Allora quando nella vita si vive solo in funzione dei soldi: “O Dio o mammona, non si può servire due padroni” e i soldi non bastano mai, tutto viene concentrato e le energie dell’uomo vengono assorbite da questa realtà, quindi alla fine: Che cosa risulta? che non c’è tempo per Dio. L’indifferenza religiosa è la conseguenza di un sistema dove al centro c’è una unica ragione: l’economia con tutti i suoi affiliati, per cui la conseguenza è che le persone non hanno tempo e vengono soffocate, come nella Parabola evangelica della semente buttata nel luogo non adatto, in mezzo ai rovi e le erbacce crescendo la soffocano, ci sono altri problemi e altre situazioni soffocano Dio stesso.

Questo è un dato di fatto e fa riflettere. Che cosa c’entra tutto questo discorso? La conseguenza dell’indifferenza religiosa è l’abbassamento del livello della vita, cioè la dimensione di tristezza, di flaccidità, di ‘non voglia’ che sta prendendo tutti e l’uomo di oggi non ha più voglia di combattere ed è per questo che anche i militi sono ‘disarmati’.

“Ma chi te lo fa fare?” si sente dire e quando si abbassa la qualità di vita, si abbassa tutto. Tutti i giorni ascoltiamo: “Ma non ci sono più i valori”, non è vero, i valori ci sono, ma non si ha più voglia di perseguirli e ci accontenta, questo è il problema serio ed è la conseguenza dell’avere escluso Dio dalla nostra vita e se hai escluso il tuo ‘punto di riferimento’, hai escluso la tua misura.

Vi faccio degli esempi concreti, è inutile parlare in astratto. L’uomo oggi vive secondo le sue misure, non esiste più l’amore, ma esiste un ‘amore secondo noi’ che dura finché dura.

L’amore secondo noi’ è: “Se oggi sto con questa persona, domani sto con un'altra”. Non c’è più nessuno che ti dice che l’amore ha delle caratteristiche che hai ignorato e ignori, non si vive più l’amore come ‘frutto del dono’, come ’frutto del sacrificio’ o  un qualche cosa che ti cambia diventa un ‘amore come bisogno e istinto’. Perché oggi c’è questa fragilità sul fronte dell’amore? Perché coppie sempre più numerose sono in crisi, al di là di quelle che sono le ragionevoli percentuali? Oggi sei coppie su dieci chiedono di annullare il loro matrimonio: ma che cosa sta cambiando?  E’ una situazione preoccupante: si cambia moglie o marito come si cambia un vestito, ma perché? Perché si agisce secondo le nostre esigenze e poichè esistiamo soltanto noi con i nostri diritti e non con i doveri, facciamo quello che ci sentiamo, ed è la conseguenza perché abbiamo annullato, fatto tacere, messo fuori e sfrattato Dio che ci può richiamare a certe realtà e si vive secondo le proprie realtà.

L’amore secondo noi’ è: limitato, è fragile, è infedele.

L’Amore secondo Dio è un’altra cosa: va fino in croce, è fedele fino alla morte, è il dono concreto ed è la gratuità. Senza Dio ci manca il ‘punto di riferimento’. Potrei parlarvi di giustizia: ma prima sempre viene il mio interesse che faccio diventare giustizia, è così anche per la pace e non esiste nome più contrabbandato e più svenduto della pace che invece dovrebbe raccogliere le diversità mentre in nome della pace si fa la guerra.

L’altro giorno è arrivato Bush (il presidente d’America) a Roma che era ‘blindata’, è stato contestato perché è il responsabile della guerra, ma si rivolgono a lui soltanto delle espressioni di odio ed è una enorme contraddizione, cioè ti adegui a lui e lo contesti usando le sue stesse misure, vedete che siamo ‘fuori di testa’.

Per otto anni sono stato in Assisi, ho visto sfilare davanti la Basilica di San Francesco “Le marce delle pace”, che si fanno da Perugia-Assisi perché San Francesco è il santo della pace. E’ la strumentalizzazione più ‘bieca’ che si possa fare di San Francesco, perché quelle manifestazioni di francescano non hanno assolutamente niente e sono pretesti per creare ancora più divisioni, sono espressioni della sinistra e la destra non vuole partecipare, mentre nel nome della pace le diversità dovrebbero trovare una loro ‘abitazione’, anche se ognuno la pensa in modo diverso. Non esiste più la Pace come dono di Dio, esiste solo la ‘pace di sinistra’ o la ‘pace di destra’ e nel nome della pace si fa la guerra: questa è la situazione. La pace è qualcosa di straordinario che noi tutti abbiamo dimenticato. La ‘pace secondo noi’ è la pace dei trattati.

Diceva Don Tonino Bello in una espressione, felice e infelice al tempo stesso: “Noi conosciamo soltanto la pace dei morti, perché da vivi non conosciamo più la pace”: conosciamo solo la pace dei cimiteri.

Ma pensate a Gesù Cristo risorto, le prime parole che pronuncia sono: “Pace sia con voi”, pensate al canto dei angeli quando Gesù nasce: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra…” Allora non si può capire la pace senza Dio, ma noi abbiamo la presunzione di poter costruire una pace senza Dio e senza il Suo piano di salvezza. Abbiamo abbassato la qualità del livello della vita e ci stiamo accontentando, per cui non c’è da meravigliarsi se siamo di fronte ad un mondo velato di tristezza e vogliamo costruirci degli eroi che sono soltanto dei ‘morti ammazzati’:

Ma l’uomo è veramente così? No, l’uomo è nei piani di Dio, ma l’uomo che abbiamo oggi è senza qualità, è un uomo di ‘piccolo cabotaggio’.

Vi cito una espressione di un filosofo di fine ‘800, il quale usava questa immagine molto efficace: “La nave della storia non è guidata dal comandante ma è in mano al cuoco di bordo il quale oggi giorno, non dice dove si va, ma dice ciò che si mangia”

E’ un’ immagine molto efficace per indicarvi il programma di vita, oggi non ci si chiede:  Che senso ha la storia? Qual è il bene? Qual è il male? Cos’è la felicità? Cos’è infelicità? Oggi le domande sono cambiate e diventate: Dove andiamo a mangiare il pesce oggi? Che abito vestiamo? Stasera dove ci troviamo a mangiare la pizza? Che partita c’è oggi? Questa è la vita, e ci meravigliamo se questa vita ad un certo punto si vuota e non riusciamo più a combinare niente?Ci meravigliamo se non siamo più capaci di vivere le relazioni più intense, quelle date dall’amore e dal sangue?. Invece c’è da cominciare a pensare: Ma cosa possiamo fare noi, militi? Noi abbiamo la possibilità di leggere questa realtà, siamo i privilegiati perché il Signore ci ha dato una coscienza diversa e abbiamo in mano un mistero che sa illuminare la storia. Dobbiamo adeguarci anche noi a tutto quello che sta succedendo oppure no?

Allora, ecco che si presenta questa grande provocazione.. “Senza L’Immacolata… ’

Cos’è l’immacolata? Chi è l’Immacolata? L’Immacolata non è altro che la realizzazione del Progetto di Dio che non vuole lasciare l’uomo a se stesso. Dio non ha pace: “Il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te” diceva Sant’Agostino e così il cuore di Dio è inquieto finché non vede l’uomo uscire da questa spirale di violenza, di morte e di odio, perché Lui è Amore, è Vita e vuole comunicare amore e vita ai suoi figli.  Dio, allora, che cosa fa? Inventa qualcosa per poter riabbracciare l’uomo che è la Sua creatura, inventa la storia della salvezza e Lui pone una Creatura: l’Immacolata. Lei non è altro che la Creatura uscita dalle mani di Dio, la Creatura non contaminata dal peccato, non in possesso delle forze sataniche, non sfiorata dall’odio, la Creatura solo come emanazione di tutta la ricchezza della Trinità, una Creatura a Sua immagine e somiglianza: ecco l’Immacolata. Lei è la Creatura perfettamente riuscita che Dio sceglie perché vuole che da Maria ci siano ‘nozze eterne’ tra l’uomo e Lui, è bellissimo.  L’uomo non viene abbandonato da Dio, ma con l’uomo Dio vuole vivere queste ‘nozze continue’, e sceglie una Creatura perché garantisca questo ‘ponte’, questo ‘legame’ che non potrà più scindere. Questa Creatura la sceglie e la preparare perché diventi la Madre del Suo Figlio, perché attraverso di Lei tutti diventassimo suoi figli, o meglio, potessimo riabbracciare questo Padre e di fronte a questo mondo dominato dalla forza del male, Dio pone al centro l’Immacolata che diventa il segno e il simbolo di tutto il Bene. In Maria, Dio vuole farci vedere concretamente quello che ha in mente per ogni Suo figlio, per questo Lei diventa il ‘prototipo’ e ‘modello’ e ciò che Dio ha realizzato in Maria vuole realizzarlo anche in ciascuno di noi. La presenza di questa Creatura è una presenza che ‘costringe’ (ma Dio non vuole violentare la nostra volontà) e noi di fronte ad una luce troppo intensa non possiamo dire che non esiste, ma dobbiamo coprirci gli occhi per affermare che non c’è, e Dio ci dice: “Ho preparato per te delle cose stupende”.  Guardiamo questa Madre, questa Creatura e ciò che vediamo in Lei, i privilegi di Maria, sono il riflesso di quello che seguiamo noi, perché se Maria è l’Immacolata noi siamo chiamati ad essere: ‘”Santi e immacolati nell’amore”, se Maria è l’Assunta in cielo noi saremo chiamati ad essere e a vivere con Dio fino all’eternità. Maria nei suoi privilegi, ci fa vedere quello che è l’intento di Dio e in Lei si concretizza quello che noi saremo, nell’Immacolata non c’è altro che la nostra vocazione: Maria è Amore.

Pensate alla bellissima espressione di Padre David Maria Turoldo che diceva, parlando della Madonna: “Tu sei il riassunto della creazione come Dio l’ha pensata, armoniosa, bellissima e perfetta”. Questo è il mondo di Dio, questa è la vocazione dell’uomo, questa è la nostra strada e il nostro percorso non quello dell’odio, della morte o della tristezza, non il crearci degli ‘eroi morti’ ad ogni costo ma quello di vivere. L’Immacolata è questo richiamo forte a cui non si può assolutamente dire di no. Guardiamo all’Immacolata, mentre ogni giorno, siamo sottoposti ad esperienze che mettono seriamente a rischio il senso della vita e il senso della storia e non diciamo come molti dicono: “Ma a settembre chissà se ci saremo? E’ vero che oggi ci domandiamo: “Ma che senso ha?”, leggendo i ‘bollettini di guerra’ che la televisione ci fa vedere: ma come è possibile vivere in questo mondo?, solo morte, sofferenze e distruzione e così viene messo in discussione il senso della vita e il senso della storia. Ogni giorno gridiamo verso Dio: ma dove sei? dove eri?, quante volte questa tragica domanda, ma il senso della vita è quello che ci da Dio e quando la gente quando è ‘mutilata’ nel profondo dalle angosce esistenziali di una disgrazia che dice: “Ma perché ha permesso questo? Ogni giorno siamo inseriti in queste realtà e queste domande giungono forti, dobbiamo incominciare a dire: ‘Ma no, la vita non è così?’, e in queste situazioni dure e forti, in cui siamo immersi, noi abbiamo finalmente la possibilità di alzare lo sguardo e dire: “Dio per me ha un altro progetto che si realizza attraverso questa Creatura”.

Maria viene scelta da Dio come ‘Collaboratrice’ diretta, responsabile e umana per portare avanti il disegno della salvezza. “Sono venuto perché abbiate la vita... sono venuto perché abbiate la gioia’, cioè per superare questo muro invalicabile della cultura di morte e di odio, ed aprirci ad una prospettiva di vita completamente diversa: è per questa ragione che l’uomo ‘danza’ con Dio, è per questa ragione che dobbiamo guardare a questo Progetto che Dio ha preparato per ciascuno di noi in modo molto più bello ed aperto, è per questa ragione che dobbiamo saper riconoscere il ‘privilegio’ di avere come ‘punto di riferimento’, l’Immacolata. Padre Kolbe perché ha posto l’Immacolata nella Milizia?. Non ha detto: “La Milizia della Madonna del Rosario’’ oppure “La Milizia della Madonna del Rifugio’, ma proprio: “Dell’Immacolata”. Perché questo richiamo essenziale? L’Immacolata rappresenta il positivo della vita, e allora chi vive nella Milizia dell’Immacolata non può essere neanche sfiorato dal pessimismo, deve avere sempre la positività davanti agli occhi, deve farsi affascinare da questa positività che è la cosa più grandiosa che San Massimiliano possa presentarci anche nel momento in cui l’odio sembra vincere e trionfare (nel bunker), lui parla e presenta continuamente l’Immacolata: questa è la sua grandezza. Il milite deve essere la persona carica di questa speranza, di positività e di ottimismo perché è il riflesso immediato della grandezza dell’Immacolata, questo specifico aspetto non possiamo dimenticarlo: siamo ‘Militi dell’Immacolata’ non semplicemente della ‘Madonna’. In Kolbe non c’è soltanto una tradizione francescana a cui è molto legato, ma c’è soprattutto una identità da scoprire ed è l’immacolatezza, cioè il positivo di Dio, l’armonia e la capacità di far fronte, dentro nella storia segnata dal negativo, con il positivo. E’ una cosa stupenda e se i militi fossero affascinati da questo non avremmo più il senso dell’inferiorità. Padre Kolbe spende tutta la sua vita nel diffondere l’Immacolata: ha messo in piedi un impero editoriale, quasi 1000 frati, a lavorare ma per che cosa? Per diffondere la conoscenza dell’Immacolata, perché attraverso Lei, l’uomo abbia a prendere coscienza di sé ma non una conoscenza fine a se stessa ma come in un riflesso allo specchio:

Vuoi vedere come sei? Guarda l’Immacolata.  La grandezza di Padre Kolbe è questa: l’Immacolata non va semplicemente pregata, ma va imitata e lo sforzo dei militi non è soltanto quello di guardare, contemplare e pregare, ma di imitarLa. Vi ricordate le parole che Kolbe scrive: «L’Immacolata ecco il nostro ideale, avvicinarci a Lei, renderci simili a Lei permettere che Ella prenda possesso del nostro cuore e di tutto il nostro essere , cioè che l’immacolata agisca attraverso di noi che Ella viva e operi in noi per mezzo nostro che Ella stessa ami Dio con tutto il cuore, se noi apparteniamo a Lei senza alcune restrizione:ecco il nostro ideale». L’impresa grandissima del milite è che se con l’Immacolata il mondo si crea, la storia è secondo Dio e noi siamo chiamati ad imitare l’Immacolata, abbiamo una vocazione di fronte alla quale dovremmo dire: ”Non sono degno..”, è una grandissima e stupenda vocazione e per questo dovremmo risvegliare tutte le nostre energie ‘assopite’. Sono profondamente convinto che non abbiamo capito il grande dono che Dio ci ha fatto attraverso San Massimiliamo Kolbe e la sua eredità spirituale, perché se conoscessimo un po’ di più e osassimo entrare in profondità a conoscere questo mistero e questo dono, la nostra vita cambierebbe dall’odio all’amore, la nostra vita verrebbe ‘rigenerata’.Per questo vi invito ad uscire dai ‘piccoli steccati’ della devozione, per conoscere di più e per nutrirvi del pensiero di Kolbe ed approfondirlo, perché se non si conosce non si ama, primo passo dell’amore è la conoscenza. Questo è l’impegno del Centro Nazionale: fornirvi degli strumenti per conoscere di più il senso della consacrazione. Che cosa vuol dire: ‘Consacrazione all’Immacolata’? Quando si ama la nostra storia cambia e cambia la storia intorno a noi, e “Senza l’Immacolata…” purtroppo è una storia velata di tristezza, ma “Con l’Immacolata…” è una storia che vale la pena di vivere e vedremo che cosa vuol dire vivere la propria vita attratti dall’Immacolata.